Filastrocche di marzo
Il terzo mese dell'anno è conosciuto da tutti come pazzarello, tanto che esiste un proverbio popolare che recita: "Marzo pazzarello guarda il sole e prendi l'ombrello". Ma del resto segna un periodo dell'anno davvero particolare: la primavera inizia a fare capolino, la neve si scioglie sempre di più, i fiori cominciano a far vedere i loro caldi colori e molto altro ancora. È il mese del risveglio e, proprio per questo, sono tantissime le filastrocche di marzo da far imparare ai bambini. Scopriamole insieme alcune.
Canzone di Marzo
Tra le filastrocche di marzo, anche se è più una poesia, c'è Canzone di Marzo di Giovanni Pascoli che non è altro che un inno alla gioia e alla vita che rinasce.
Marzo è matto.
Ormai che si è fatto questo nome,
chi glielo leva più?
Eppure vorrei vedere un altro al posto suo,
così a cavalcioni fra inverno ed estate
fra caldo e freddo,
e, da una parte, lo tira il vento di febbraio,
dall'altra, il cielo d'aprile gli fa l'occhiolino.
E quel povero marzo corre di qui e di là,
aiuta le gemme a schiudersi
spazza il cielo dalle nuvole,
si da da fare da tutte le parti…
Si capisce che qualche volta,
gli vengono le bizze e fa il matto.
Troppe esigenze per questo povero mese!
Pioggia di Marzo
Un'altra delle filastrocche di marzo da recitare insieme ai propri figli è Pioggia di Marzo di Giosuè Carducci, una poesia che in poche parole racconta le peculiarità di questo periodo dell'anno.
Ecco l'acqua che scroscia
e il tuon che brontola:
porge il capo il vitel
da la stalla umida
la gallina scotendo
l'ali strepita,
profondo nel verzier
sospira il cuculo
ed i bambini sopra
l'aia saltano.
Marzo
Impariamo a conoscere Johann Wolfgang von Goethe che è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo, saggista, pittore, teologo e molto altro ancora.
Anche lui ci ha lasciato in eredità alcune filastrocche di marzo tra cui una intitolata, per l'appunto, Marzo.
È nevicato. Non è il tempo ancor
che mille e mille fior…
che mille e mille fior…
mi fan beato.
C'inganna il sole col suo dolce ardor.
Le rondini anche lor…
le rondini anche lor…
giungon, ma sole.
Caro Marzo
Non è da meno Caro Marzo di Emily Dickinson, un'altra delle filastrocche di marzo che ne celebra il carattere unico: la poetessa invita questo bel mese a entrare nella sua casa (o forse nel suo cuore), e lo fa senza troppi preamboli.
Caro Marzo – Entra –
Come sono felice –
Ti aspettavo da tanto –
Posa il Cappello –
Devi aver camminato –
Come sei Affannato –
Caro Marzo, come stai tu, e gli Altri –
Hai lasciato bene la Natura –
Oh Marzo, Vieni di sopra con me –
Ho così tanto da raccontare –
Ho avuto la tua Lettera, e gli Uccelli –
Gli Aceri non sapevano che tu stessi arrivando –
L'ho annunciato – come sono diventati Rossi –
Però Marzo, perdonami –
Tutte quelle Colline che mi lasciasti da Colorare –
Non c'era Porpora appropriata –
L'hai portata
Chi bussa? Ecco Aprile –
Chiudi la Porta –
Non voglio essere incalzata –
È stato via un Anno per venire
Ora che sono occupata –
Ma le inezie sembrano così banali
Non appena arrivi tu
Che il Biasimo è caro come la Lode
E la Lode effimera come il Biasimo.
21 Marzo
Terminiamo questo viaggio tra le filastrocche di marzo con un'opera di Gianni Rodari: 21 Marzo. Lo scrittore italiano racconta l'equinozio di primavera mentre però la guerra - all'epoca come ora - è drammatica e le bombe radono al suolo intere città. Ecco però che arriva il messaggio pacifista della rondine, che si fa più urgente, ancora più necessario.
La prima rondine
venne iersera
a dirmi: "È prossima
la Primavera!
Ridon le primule
nel prato, gialle,
e ho visto, credimi,
già tre farfalle".
Accarezzandola
così le ho detto:
"Sì è tempo, rondine,
vola sul tetto!
Ma perché agli uomini
ritorni in viso
come nei teneri
prati il sorriso
un'altra rondine
deve tornare
dal lungo esilio,
di là dal mare.
La Pace, o rondine,
che voli a sera!
Essa è per gli uomini
la primavera".