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Filastrocche ortografiche, le più belle per imparare

di Nostrofiglio Redazione - 20.02.2023 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Le filastrocche ortografiche sono un modo divertente per imparare a scrivere senza errori imparando rime semplici ma efficaci

In questo articolo

Filastrocche ortografiche, le più belle per imparare

Le filastrocche da sempre hanno avuto un posto molto importante nella tradizione popolare senza contare l'importanza che rivestono nell'apprendimento, nello sviluppo delle capacità linguistiche e mnemoniche. 

Ci sono filastrocche per tutti i gusti, pensate per le festività, ad esempio la filastrocca di Carnevale, la filastrocca della Pasqua oppure quelle su temi importanti quali la pace, la guerra e i diritti dei bambini. Poesie e filastrocche hanno accompagnato la nostra infanzia e continuano ad allietare quella dei nostri bambini. 

Le rime sono facili da ricordare e così alcune filastrocche sono importanti per imparare ad esempio i mesi dell'anno o i giorni della settimana, fatti storici e anche la matematica! Sono state pensate filastrocche per aiutare ad assimilare le parole senza incorrere in errori ortografici. Abbiamo raccolto alcune filastrocche ortografiche, per aiutare a scrivere senza errori e per imparare dei piccoli trucchetti di grammatica in modo divertente. E come per magia niente più errori di ortografia!

Filastrocche grammatica Rodari

Nei racconti e nelle poesie di Gianni Rodari la grammatica ha un sapore magico...con le sue rime, d'incanto, le parole sono bizzarre...e la punteggiatura può combinare grossi pasticci.

In queste filastrocche che abbiamo scelto per esempio, basta spostare un accento e pensando di essere giunti alla meta si è soli a metà, oppure un apostrofo pazzerello trasforma il lago in ago, per non parlare di un punto interrogativo che diventò esclamativo...

  • L'ago di Garda

C'era una volta un lago, e uno scolaro
un po' somaro, un po' mago,
con un piccolo apostrofo
lo trasformò in un ago.
"Oh, guarda, guarda -
la gente diceva
- l'ago di Garda!"
"Un ago importante:
è segnato perfino sull'atlante".
"Dicono che è pescoso.
Il fatto è misterioso:
dove staranno i pesci, nella cruna?"
"E dove si specchierà la luna?"
"Sulla punta si pungerà,
si farà male.

.."
"Ho letto che ci naviga un battello".
"Sarà piuttosto un ditale".
Da tante critiche punto sul vivo
mago distratto cancellò l'errore,
ma lo fece con tanta furia
che per colmo d'ingiuria,
si rovesciò l'inchiostro
formando un lago nero e senza apostrofo.

  • Per colpa di un accento

Per colpa di un accento
un tale di Santhià
credeva d'essere alla meta
ed era appena a metà.

Per analogo errore
un contadino a Rho
tentava invano di cogliere
le pere da un però.

Non parliamo del dolore
di un signore di Corfù
quando, senza più accento,
il suo cucu non cantò più.

  • Il punto interrogativo

C'era una volta un punto
interrogativo, un grande curiosone
con un solo ricciolone,
che faceva domande
a tutte le persone,
e se la risposta
non era quella giusta
sventolava il suo ricciolo
come una frusta.
Agli esami fu messo
in fondo a un problema
così complicato
che nessuno trovò il risultato.
Il poveretto, che
di cuore non era cattivo,
diventò per il rimorso
un punto esclamativo.

  • La famiglia Punto e virgola

C'era una volta un punto
e c'era anche una virgola:
erano tanto amici,
si sposarono e furono felici.

Di notte e di giorno
andavano intorno
sempre a braccetto:
"Che coppia modello"
la gente diceva
"che vera meraviglia
la famiglia Punto-e-virgola".

Al loro passaggio
in segno di omaggio
perfino le maiuscole
diventavano minuscole:
e se qualcuna, poi,
a inchinarsi non è lesta
la matita del maestro
le taglia la testa.

Filastrocche sull'accento

Tra gli errori più comuni c'è sicuramente l'uso dell'accento. Ecco delle filastrocche che ne spiegano l'uso in rima. 

  • Filastrocca dell'accento

Su qui e qua l'accento non va
su lì e su là l'accento ci sta
su me e su te l'accento non c'è
e non lo vuol su ma lo vuol giù
e lo vogliono pure lì, là, più.

  • L'accento

Non cascare giù dal pero
e non dire "ma però".
La città si chiama Como,
e il mobile comò.
Nel mio cuore metto te,
nella tazza un buon tè.
In una frase metto un pure,
in un piatto un buon purè.
Non puoi viaggiare in metro
e misurare col metrò.
Non cascare giù dal pero
e non dire "ma però".

di Giuseppe Bordi

Filastrocca delle doppie

Anche gli errori relativi all'uso delle doppie sono molto frequenti. Saranno utili queste filastrocche?

  • Filastrocca delle doppie

Quando ci sono le doppie
le lettere si scrivono a coppie.
Due LL sulle tapparelle,
con due PP hai una zappa per zappare,
con due FF una stoffa da indossare,
con due MM una mamma da abbracciare.
Ma la pace ha una C sola che peccato,
per questo è così difficile da conservare.

di L. Taffarel

  • Le doppie consonanti

Quelle doppie consonanti
fan dannare tutti quanti!
Perché pala non è palla,
perché gala non è galla,
e roseto non è rossetto,
ed il greto non è gretto;
perché risa non è rissa,
perché Lisa non è Lissa;
perché cela non è cella,
e chi bela non è bella…
ed il poro non è porro;
canto in coro ma non corro;
…quanti zeri e quanti pianti
per le doppie consonanti!

di Lea Maggiulli Bartorelli detta Zietta Liù

  • Filastrocca di parole con le doppie

Casa, cassa;
rosa, rossa;
polo, pollo,
becco giallo.

Pala, palla,
resta a galla;
tetto, letto,
stretto stretto.

Bocca, brocca;
filastrocca
di parole
con la doppia!

Filastrocca dell'apostrofo

Continuiamo con l'apostrofo. Anche il suo uso risulta tra gli errori più comuni. Ma quando usarlo?

  • L'apostrofo

Due vocali all'improvviso,
puoi trovare a viso a viso
e se a leggerle tu vai,
senti un suono strano assai.

Perchè torni l'armonia,
una di esse manda via;
con l'apostrofo supplisci,
la vocale che abolisci.

Tu non scrivi mai la anima,
no no no, tu scrivi l'anima;
e non dici mai lo ozio,
no no no, tu dici l'ozio.

A ed O dunque hai soppresso
e l'apostrofo, ecco, hai messo;
così scrivi quest'onore,
un'arancia, dell'amore.

Certo error tu non farai,
se un pochin rifletterai.
Quel monello di Totò,
dice "Sì, rifletterò"
ma col sasso poi colpisce,
la vocale che abolisce!

Filastrocche del c'era/c'è

  • Filastrocca del c'è

Non c'è fuoco senza fiamma,
non c'è gioia senza mamma.

Non c'è terra senza cielo,
non c'è gioia senza velo.

Non c'è mare senza rena,
non c'è mamma senza pena.

Non c'è ciel senza uccelletti,
tutti i bimbi hanno difetti.

Non c'è mamma senza amore,
non c'è bimbo senza cuore.

Non c'è rosa senza spine,
non c'è storia senza fine!

  • Prima c'era … adesso c'è …

Dove c'era un seme,
adesso c'è uno stelo;

dove c'era un fiore,
adesso c'è un bel frutto;

dove c'era un bruco,
ora c'è una farfalla;

dove c'era un uovo,
adesso c'è un pulcino;

adesso c'è un lettino,
per il piccino diventato ometto.

Sì, tutto cambia dove c'è la vita.

Filastrocche per la lettera H

L'uso dell'H è sempre uno degli errori ortografici più diffusi. Chissà se conl'aiuto delle filastrocche i nostri bambini impareranno a non confondersi divertendosi.

Sul sito della Maestramary troverete tante filastrocche per la lettera H. Noi ne abbiamo scelte alcune:

  • La letterina muta

H è una letterina
zitta, zitta, poverina.
È una piccola lettera muta,
ma quante altre lettere aiuta!
Si vede e non si sente.
Se ci vuole e non c'è,
non puoi capire niente!

  • La signorina H

È una lettera un po' speciale
e al mondo non c'è uguale.


È discreta e silenziosa
e lavora senza posa.
Se sta davanti è muta
ma, come sempre aiuta.
Io HO due amici
tu HAI tre mici.
Maria HA due bambolotti.
Essi Hanno tre orsacchiotti.
Se alla fine la fai stare,
le vocali sa allungare… ah! eh! ih! oh! uh!

  • Filastrocca della lettera H

Sempre muta, ma non fiacca
Tante amiche lei aiuta
Anche se è lettera muta.
Trasforma i dolci suoni in duri
I baci non son bachi
I magi non son maghi
I giri non son ghiri
La foce non è foche
Il getto non è ghetto
Ma tutto è perfetto.
Il suono è un po' speciale
Non ce n'è uno eguale.
Si vede e non si sente
Puoi non capire niente!
Bisogna prestar attenzione
Perché non è in via d'estinzione!

  • Fialstrocca dell'H

Are, ere, ire
l'acca fan fuggire
ato, ito, uto
l'acca han sempre avuto

Filastrocche della lettera Q

Anche la Q è una di quelle lettere che va messa al posto giusto per non incorrere in errori! Ecco delle filastrocche sulla Q

  • Filastrocca con Q

Qua, quo, qui, que
sono sempre in tre.
Prima il gobbetta, poi la U
poi la vocale che vuoi tu.

  • Filastrocca della Q

Ecco qui quattro fratelli
tutti belli, questi e quelli.
Li ritrovo tali e quali
nei quaderni e nei quintali,
nei quattrini e nei querceti,
in quaranta bimbi inquieti,
presso l'aquila che ruota
quando scende a bassa quota,
nella quaglia e nel questore.
NON li trovo, invece, in cuore
nella scuola oppur nel cuoco
che cucina accanto al fuoco.

  • La Q

La Q letterina paurosa

vuole la U per ogni cosa
e per tutte le necessità
chiama I E O A
e così insieme a loro diventerà
QUI QUE QUO QUA

  • Filastrocca di QUA-QUE-QUI

In cuore la "q" non va,
ma ci vuole in qualità,
in querela, in questo, in quello,
e nel quadrante e nel quadrello,
nel quattro e nel quaranta,
e nella quaglia che vola e canta,
ed in quindici e in Quirino,
nella squadra e nel quattrino;
e in soqquadro che, per cose sue,
invece d'una, ne vuole due!

di Lea Maggiulli Bartorelli detta Zietta Liù

Filastrocca con CQ

Questa filastrocca aiuta ad imparare delle parole del gruppo CQ.

Leggiamola!

Filastrocca con CQ

Quanti figli ha mamma acqua!
Ecco il primo che è acquerello
con acquario suo fratello.
Poi c'è acquaio sempre a lavorare
e subacqueo che entra nel mare
con acquerugiola e acquazzone
qui finisce la canzone.

Filastrocche della GL

"Sul tagliere l'aglio taglia non tagliare la tovaglia, la tovaglia non è aglio, se la tagli fai uno sbaglio". Ecco una filastrocca sull'uso delle lettere GL, uno scioglilingua per imparare l'uso di queste due lettere che spesso vengono confuse. 

  • Filastrocca della GL

Un coniglio pasticcione

volle fare una pozione

con migliaia di foglie di tiglio

per diventare rosso vermiglio.

Lui aggiunse un po' di paglia,

cinque o sei uova di quaglia

ma commise un grosso sbaglio

perché mise troppo aglio.

Poi versò la strana poltiglia

in una grande bottiglia.

Quell'intruglio puzzolente

lo beveva avidamente

ma era un imbroglio quella pozione

perché il suo pelo restava arancione.

di Monica Sorti 

  • Un cassetto parapiglia

Un cassetto parapiglia:
una foglia, una conchiglia,
tre medaglie, una maniglia;
un coltello che non taglia.
Sei soldati già in battaglia;
una fionda che non sbaglia;
due bottoni della maglia;
una lente e una pastiglia.
Mamma mia, che parapiglia!

di Maria Albina Scavuzzo

Filastrocca di SCI e SCE

  • SCI-SCE

Discendendo dalla riva
di un freschissimo ruscello,
scivolata è la formica.
Per fortuna c'è un fuscello,
che riesce ad afferrare
ed in salvo ritornare,
Formichetta scivolina,
eri scema, stamattina?
Se non c'era il buon fuscello,
ti annegavi nel ruscello.

di Teresa Romei Correggi

Filastrocca del CHI e del CHE

Nello stagno sta l'ochetta
e sul mare la barchetta;
è una barca anche il burchiello,
pieno d'acqua è il mio secchiello;
nella chiesa va la gente,
senza chiave non s'apre niente;
chiacchierare non sta bene,
fare il chiasso non conviene.

di Teresa Romei Correggi

Filastrocca della GN

L'Agnesina va a Bologna,
Ignazietto dorme e sogna;
il magnano vuol lo stagno,
ragnatela tesse il ragno;
Giulio è andato coi compagni
fino al mare per i bagni;
Guido va nel castagneto
e Tognetto nel vigneto,
la magnolia ha un buon odore
e Michele è un gran signore.

di Teresa Romei Correggi

Fonti:

Maestraemamma.it

Filastrocche.it

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