Home Giochi Filastrocche

Filastrocche per la giornata della donna

di Lorenza Laudi - 16.02.2024 - Scrivici

mimosa
Fonte: Shutterstock
Filastrocche per la giornata della donna create dallo scrittore Mimmo Mòllica in occasione della festa dell'8 marzo

In questo articolo

«Filastrocca della donna e del lavoro»

«Filastrocca della donna e del lavoro» è una filastrocca creata da Mimmo Mòllica in ricordo dell'incendio di New York del 1911, durante il quale morirono 123 operaie di una fabbrica di camicie.
 

La Festa della donna è la Giornata

in cui una strage viene ricordata: 

la storia delle donne è spesso triste,

fatta di lunghe lotte e di conquiste,

di diritti negati e di disprezzo,

di conquiste pagate a caro prezzo.

Di fatti che rimangon nella storia

è piena, straripante la memoria,

è perciò giusto che venga ricordato

quanto di doloroso c'è mai stato.

Un grande incendio costò vite umane

a tante donne giovani italiane,

ma pure donne inglesi e americane,

decine di ragazze lavoranti,

la maggior parte giovani emigranti.

Una stanza di donne piena piena, 

anche bambine di 12 anni appena,

sbarrate, chiuse a chiave eran le porte 

e un vasto incendio ne provocò la morte.

Nel padiglione, là immagazzinati,

c'eran tessuti tutti accatastati,

camicie, carta, stoffe e anche coperte,

tante lampade a gas accese, aperte, 

duro lavoro e miseri stipendi

e neanche l'acqua per spegnere gli incendi.

L'incendio divampò all'ottavo piano 

tentaron di fuggire però invano,

le porte erano chiuse coi cancelli,

con le catene e con i chiavistelli.

Erano chiuse come le prigioni 

per paura di furti e distrazioni:

chi si lanciò nel vuoto dal palazzo,

tra il fuggi-fuggi, il caos e lo schiamazzo.

Tentava ognuno di salvar la vita

senza trovar però una via d'uscita:

morirono così tutte bruciate

quelle povere donne intrappolate

e l'8 marzo vengon ricordate.

La Festa della donna è la Giornata

in cui ogni donna viene festeggiata,

e l'otto marzo è pure l'occasione 

per ricordare le tante persone

morte per incidente sul lavoro,

senza diritti, come son morte loro.

Mimmo Mòllica ©

«Filastrocca della donna e della mimosa»

A maggio fioriscono le rose,

a marzo è un'esplosione di mimose,

grappoli in fiore di palline gialle

come coloratissime farfalle.

Quel grappolo di giallo paglierino

apre la strada al pesco e al biancospino,

smorza il grigiore triste dell'inverno,

rimette a posto il sole il Padreterno.

Così ogni fiore ha il suo significato

un 'codice' a colori ch'è sbocciato

mostrando al mondo intero «petalosa»

che cosa simboleggia la mimosa.

E l'otto marzo perché se ne fa dono

ad ogni donna, e a chi donne non sono?

Perché son donne forti e generose,

fertili e belle come le mimose,

la Festa delle Donne è l'occasione

per dire no alla discriminazione.

Più che parlare delle «quote rosa»

ti parlo di una donna ormai famosa,

pedagogista e poi parlamentare

che un dì le donne volle festeggiare.

Fu la signora Teresa Mattei

che l'otto marzo del quarantasei

da quella pianta forte e generosa

prese un rametto giallo di mimosa

e lo donò alle donne e ragazzine,

a donne come voi, care bambine.

Quella Giornata poi tanto speciale

divenne della Donna festa abituale:

mamma, sorella, zia, cugina e nonna,

simbolo della Festa della Donna.

Quel fiore giallo è simbolo di luce,

colore che rallegra e che seduce,

ispira forza e buona volontà,

la fantasia e la creatività.

E mette buonumore ed energia,

vitalità, buonsenso ed ironia,

perché ogni donna è unica e speciale,

è proprio una figura universale.

La «Festa della donna» è la Giornata

in cui ogni donna viene festeggiata,

giornata dell'orgoglio femminile,

perché un Paese non è mai civile

se non c'è l'uguaglianza sostanziale:

«Giornata della Donna», festa internazionale.

È la Giornata della gialla mimosa

che porta in sé un'eredità preziosa,

e la mimosa è come una bandiera

che sventola nel cielo a primavera

è un ramoscello che sa di memoria,

un ramoscello entrato nella la storia.

Questa Giornata tutta al femminile

è un'occasione di lotta civile

e all'8 marzo, miei cari bambini,

sono stati intitolati strade e giardini.

Mimmo Mòllica ©

«Filastrocca contro la violenza sulle donne»

«Filastrocca contro la violenza sulle donne» è una filastrocca per ribadire quanto sia importante sensibilizzare le persone sul tema della violenza contro le donne.

La Festa della donna è la Giornata

in cui ogni donna viene festeggiata,

è la Giornata della gialla mimosa

che porta in sé un'eredità preziosa. 

Donna vuol dire vento di conquista,

vento di una stagione pacifista,

perché non sia però solo apparenza,

sia la stagione della non violenza.

Nascono fuori o in casa dei conflitti

quando vengon negati dei diritti,

nascono allora le lotte sociali, 

per conquistar diritti naturali.

Negli anni la questione femminile 

è stata sempre una lotta civile,

alle donne perfino il voto era impedito, 

votare ad una donna era proibito.

Soltanto dopo una lotta sociale

ottennero il suffragio universale

e tuttavia non è mai abbastanza

per ottener diritti ed uguaglianza.

Discriminare per appartenenza

le donne e le persone è una violenza, 

e molte donne, senza alcun rispetto,

in tutto il mondo ne son tutt'ora oggetto.

Devi sapere che un tempo il femminismo

era considerato «abusivismo»,

quando le donne poi scesero in piazza

fu come appartenere a un'altra razza,

a un mondo differente, a un mondo strano,

diverso dal maschile genere umano.

Se della donna non puoi fare senza

allora perché mai tanta violenza?

Perché compagne, mogli e fidanzate,

donne che vanno amate e rispettate,

invece a volte vengono picchiate, 

sfruttate, calpestate e maltrattate,

negate nei diritti ed umiliate? 

Non la chiamiamo «violenza privata»

ogni violenza è «pubblica» e sbagliata,

perciò i violenti siete sbagliati voi, 

chi fa male a una donna lo fa a noi!

E a volte il male sta nelle parole,

la lingua batte dove il dente duole, 

perché un violento non è mai un «malato»,

è un prepotente, perfido e «sbagliato».

Perciò non dire "t'amo da morire"

ch'era «amore malato» non lo dire,

che è «troppo amore» non è vero mai,

l'amore com'è fatto non lo sai.

Che è «troppo amore» non è affatto vero,

«mia o di nessuno» non dirlo mai davvero; 

"delitti passionali", la «gelosia che acceca»,

son stupide parole, stupido è chi le spreca.

Per ogni donna maltrattata e offesa 

siam sempre tutti noi la «parte lesa».

Mimmo Mòllica ©

TI POTREBBE INTERESSARE

ultimi articoli