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La «Filastrocca del Natale e del Lupino»

di Sara Sirtori - 11.12.2020 - Scrivici

lupino
Fonte: shutterstock
La «Filastrocca del Natale e del Lupino» di Mimmo Mòllica è ispirata ad una leggenda del 1600 e racconta della fuga in Egitto per salvare il Bambino dalla Strage degli innocenti, voluta da Erode. Giuseppe e Maria, con in braccio il Bambino, sono costretti a chiedere aiuto agli alberi e alle piante perché nascondano Gesù. La pianta del Lupino non dà loro riparo, ma li caccia via. Sarà il Pino a proteggere il Bambino dai suoi persecutori e per questo sarà benedetto, mentre il lupino è condannato a generare frutti amari come il fiele.

In questo articolo

La leggenda del Lupino

La «Leggenda del Lupino» risale al 1600 e racconta della Sacra Famiglia costretta a fuggire in Egitto per salvare Gesù Bambino dalla Strage degli innocenti, voluta da Erode che, credendo insidiato il suo trono dalla venuta del Re dei Re, ordina di uccidere tutti i bambini sotto i due anni. Nel lungo ed estenuante tragitto Giuseppe e Maria, con in braccio il Bambino, sono costretti a chiedere aiuto agli alberi e alle piante, affinché nascondano il Bambino Gesù. Chiedono rifugio alla pianta del Lupino che - però - li caccia via agitando i rami e facendo esplodere i baccelli secchi, per attirare l'attenzione dei soldati che vorrebbero strappare il Bambino dalle braccia di Maria. Il Lupino viene per questo 'maledetto' e i suoi frutti saranno amari per sempre, come vuole la leggenda.

Ma quando la Madonna chiede aiuto al Pino, l'albero spalanca subito le sue fronde maestose per proteggere il Bambino dai suoi persecutori. Il Pino viene per questo benedetto e riceve in dono il profumo dell'incenso. Da allora è usanza bruciare una pigna la notte di Natale: l'incenso 'santo' profuma la casa e sale fino al cielo, in segno di devozione, dando un ulteriore tocco di 'inebriante magia' alla nascita di Gesù Bambino.

La «Leggenda del Lupino», tramandata oralmente da cantastorie e poeti, è molto famosa a Napoli, ma non solo. Il maestro Roberto De Simone l'ha musicata, tramandandone una bellissima versione in lingua partenopea, che fa parte della tradizione dei canti di Natale. Mimmo Mòllica ha composto la «Filastrocca del Natale e del Lupino» ispirandosi a questa antica leggenda.

Ascolta il podcast con la filastrocca

«Filastrocca del Natale e del Lupino»

Quando nacque Gesù fu emesso un bando

contro i bambini nati proprio quando

i Magi giunti da Gerusalemme

raggiunsero la grotta di Betlemme.

Saputo del Bambino, un re potente

cominciò ad indagare tra la gente,

temendo fosse in bilico il suo regno

voleva uccidere Gesù con molto sdegno.

E quando si avverò la profezia,

la nascita a Betlemme del Messia,

Erode diede l'ordine ai soldati

di uccidere in Giudea tutti i neonati.

Giuseppe falegname fu avvertito

da un angelo del Dio dell'Infinito,  

disse a Giuseppe: «Scappate via in Egitto,

Erode ha pubblicato già un editto,

restate là finché lo dirò io

e fatta sia la volontà di Dio».

In piena notte Giuseppe e Maria

con il Bambino scapparono via,

innalzarono a Dio la loro lode

perché salvasse il Bimbo da re Erode.

Fugge Maria con San Giuseppe accanto,

il Figlio avvolto dentro un bianco manto,

e nella notte per sentieri foschi

cercano scampo tra foreste e boschi,

mentre i soldati proprio là vicino

son sulle tracce di Gesù Bambino,

a Giuseppe e Maria danno la caccia

per strapparle il Bambino dalle braccia.

Maria nel bosco non trova riparo,

solo cielo scoperto e tempo amaro,

sentendo ogni soldato già vicino

cerca un rifugio per Gesù Bambino.

Fugge Maria e va per la campagna,

l'Angelo benedetto l'accompagna,

corre Maria, il cuore le si schianta,

chiede riparo pure ad ogni pianta,

anche Giuseppe sentendosi perduto

e agli alberi del bosco chiese aiuto.

La prima pianta che vide vicino

fu un fitto cespuglio di lupino:

«Dolce Lupino mio, dolce Lupino

aiutami a nascondere il Bambino!»

Ma il lupino rispose «andate via»,

a san Giuseppe, al Bimbo ed a Maria,

ed agitò più forte le sue fronde,

disse: «Il Bambino qua non si nasconde».

Chiuse i suoi rami stretti e rinserrati

a Giuseppe e Maria stanchi e stremati,

mentre i baccelli scoppiavano ad oltranza

lanciando i loro semi in lontananza,

per attirar lo sguardo dei soldati

che per fortuna erano già passati.

«Per amore di Dio - disse Maria -,

sbatter così le fronde è una follia,

con i giudei armati già alle porte»,

però il Lupino le sbatté più forte.

E dopo il gran rifiuto del Lupino

Maria vide nel bosco un grande Pino,

malgrado la fatica e la distanza

le ritornò nel cuore la speranza.

«O dolce Pino mio, mio dolce Pino

aiutami a nascondere il Bambino!».

Il Pino aprì le fronde sue maestose

e subito il Bambino là nascose,

divenne il bosco quieto e meno scuro

per rendere il rifugio più sicuro.

Il Pino aprì i suoi rami ed a Maria,

disse: «Sei benvenuta, Madre mia,

non ci son più giudei né soldati,

erano prima qua, ma son passati».

A Gesù con Maria diede riparo

e il bosco sembrò farsi meno amaro.

Quando sentì al sicuro il suo Bambino

Maria commossa si rivolse al Pino,

lo ringraziò e lo strinse forte al petto:   

«Pino sarai per sempre benedetto

per avere salvato il mio Bambino

da Erode, re feroce ed assassino».

«Tu che a Gesù Bambino hai aperto il cuore

di incenso santo porterai l'odore,

ma tu Lupino fosti tanto avaro

e il frutto tuo sarà per sempre amaro,

tu col Bambino fosti aspro e crudele

e darai frutti amari più del fiele».

«Tu Pino fosti buono e per compenso

profumerai di resina e d'incenso

ed il profumo degli aghi di pino,

la notte di Natale e del Bambino,

si innalzerà nel vento fino al cielo,

col canto di alleluia e del Vangelo».

Da allora in ogni casa per Natale

c'è sempre un bell'addobbo floreale;

per festeggiar l'arrivo del Bambino

non manca mai una pigna di pino,

per ricordare con la sua fragranza

questa leggenda divenuta usanza,

della fuga in Egitto del Bambino

e dell'amaro frutto del lupino.

Mimmo Mòllica ©

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