L'importanza di lavarsi bene le mani
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l'ha chiamata «Save Lives: clean your hands» (Salva delle vite: lavati le mani) l'importanza di lavarsi le mani, impedendo così la trasmissione di microrganismi responsabili di parecchie malattie infettive, tra cui l'influenza e il raffreddore. Ma è durante l'emergenza pandemica da SARS-Cov-2 che l'importanza di lavarsi correttamente le mani diventa fondamentale: a casa, in ufficio, a scuola, in palestra e nei luoghi di cura contribuisce non poco ad evitare un possibile contagio da coronavirus SARS-Cov-2, ma non solo.
Una corretta igiene delle mani richiede, oltre all'acqua e al comune sapone, quell'azione meccanica che consiste nello strofinare ripetutamente le mani per non meno di 40-60 secondi. In mancanza di sapone può essere utile una soluzione idroalcolica, da frizionare per almeno 20-30 secondi. In assenza di acqua e sapone si può ricorrere ai cosiddetti igienizzanti (hand sanitizers) a base alcolica, tenendo presente che abusarne può favorire lo sviluppo di resistenze da parte dei batteri.
«Filastrocca delle mani»
La mano, la mano,
che organo strano,
è capace del gesto più arguto
o di un semplice saluto.
Puoi dire ciao con la mano,
mandare un saluto lontano
con un piccolo gesto o una Bic,
col computer o un semplice clic.
Potrai sempre abbracciare,
potrai scrivere oppure remare.
Con le mani puoi comunicare,
indicare, applaudire e parlare
pure tutte le lingue straniere:
un «okay» non conosce barriere.
Potrai dire chi ha vinto o chi ha perso
con un semplice pollice verso,
afferrare o mollare la presa,
«dare il cinque» ch'è un gesto di intesa;
schioccare le dita per farti notare
o usarle anche tu per contare,
per dire silenzio o in segno di gloria:
due dita a «V» voglion dire vittoria.
Incrociare le dita per scaramanzia
far baciamano per galanteria,
le mani giunte per stare in preghiera,
per lavarsi il viso mattina e sera,
quanto più spesso lavarsi le mani
per stare bene e vivere sani.
Portar la vita in palmo di mano,
amarla forte e guardare lontano.
Mimmo Mòllica ©