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La «Filastrocca di San Martino»

di Mimmo Mollica - 11.11.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Con la «Filastrocca di San Martino» di Mimmo Mòllica, l'11 novembre festeggiamo San Martino, le belle giornate di sole e il vino novello. Secondo il racconto popolare, Martino incontrando un povero mendicante stremato dal freddo gli donò metà del suo mantello. Quel mendicante era Gesù. Subito il cielo si illuminò e il sole apparve lassù, riscaldando gli uomini e la terra e fu «l'Estate di San Martino».

In questo articolo

Il Mantello di San Martino

Ogni anno, l'11 novembre si festeggia San Martino, con le sue gesta leggendarie, le belle giornate di sole e il vino novello. La fama di San Martino è particolarmente legata all'episodio del mantello. Secondo il racconto popolare, Martino incontrando un povero mendicante miseramente vestito, sofferente per il freddo intenso e per la pioggia, non esitò a fargli dono di metà del suo mantello di lana, dividendolo con la sua stessa spada. Il povero era Gesù Cristo. Subito il cielo si illuminò e il sole apparve lassù, riscaldando gli uomini e la terra, la temperatura divenne mite e fu «l'Estate di San Martino».

Secondo questa leggenda l'Estate di San Martino torna ogni anno nei giorni di novembre, quando l'autunno e il primo freddo cedono il posto alle belle giornate di sole e di tepore. Tornato così il bel tempo, matura il vino nuovo, da ciò il proverbio popolare: «A San Martino ogni mosto diventa vino».

San Martino nacque nel 316 d. C. a Sabaria Sicca (oggi Szombathely), odierna Ungheria, da un ufficiale dell'esercito romano. I genitori lo chiamarono Martino in onore di Marte, dio della guerra. Martino era ancora un bambino quando i genitori si trasferirono a Pavia, dove visse la sua infanzia.  A soli 10 anni scappò di casa e trascorse 2 giorni nascosto in una chiesa. Nel 356 Martino lasciò l'esercito e la vita militare, ripudiando le armi. Raggiunge Poitiers, dove conobbe S. Ilario vescovo. Martino fu ordinato sacerdote e nel 361 fondò in Francia una comunità di asceti. Aveva 18 anni quando donò metà del suo mantello al povero di Amiens. La notte seguente Cristo gli apparve in sogno, vestito di quello stesso mantello.

Ascolta il podcast con la filastrocca di San Martino

«Filastrocca di San Martino»

Martino era un agiato 

figlio di borghesia,

in Italia mandato

dal Regno d'Ungheria,

per diventar soldato,

formandosi a Pavia.

Martino non amava

combatter con le armi,

così lontano andava,

lontano dai gendarmi.

«Le armi sono strumenti

per compiere delitti»,

Martino avea talenti,

amava  i derelitti,

per loro si batteva;

i miseri e gli afflitti

Martino proteggeva.

Un giorno freddo e cupo,

l'undici di novembre,

con un tempo da lupo

(sembrava già dicembre),

mentre a cavallo andava

vide un uomo tremante,

sfinito e barcollante,

nudo e senza mantello,

nei pressi di un ruscello.

Si impietosì Martino

e la spada sguainò,

pensando "poverino"

e il mantello in due tagliò;

dopo gli andò vicino

e metà gliene donò.

Subito un sole giallo

rese il cielo splendente,

San Martino a cavallo

apparve rilucente.

L'Angelo col mantello

spuntò dal cielo rosso,

spiegò l'ali un uccello

su quel mantello indosso;

l'allegro pettirosso

si mise a cinguettare

e il povero commosso

si cominciò a scaldare.

Novembre adesso è mite:

estate di San Martino,

quando cresce la vite

e il mosto è già nel tino.

Quella notte a Martino

venne in sogno Gesù,

poiché donò il mantello

al povero quaggiù.

Gesù era il poverello

che Martino incontrò

e con il suo mantello

lo accolse e lo scaldò.

Ogni anno sin d'allora,

il giorno di San Martino

la luce dell'aurora

splende sul biancospino

e il pettirosso vola;

belando l'agnellino

il povero consola.

Martino protettore

di poveri e viandanti

accoglie con amore

tapini e mendicanti.

Festa è nelle campagne

si brinda al caldo inverno,

caldarroste e castagne,

frutti del Padreterno.

Il sole dell'inverno

riscalda il pellegrino

ed ogni mosto è vino,

«evviva San Martino».

Mimmo Mòllica ©

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