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«Le maschere di Carnevale», filastrocca di Mimmo Mòllica

di Mimmo Mollica - 17.01.2023 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
«Le maschere di Carnevale», filastrocca di Mimmo Mòllica è dedicata alle maschere, un viaggio alla scoperta di tutte quelle della tradizione popolare

In questo articolo

«Le maschere di Carnevale», filastrocca di Mimmo Mòllica

«Le maschere di Carnevale» di Mimmo Mòllica è la filastrocca dedicata ai personaggi della tradizione, della fantasia e dei costumi locali: Arlecchino, Pulcinella, Rugantino, Meo Patacca, Capitan Spaventa, Baciccia, Meneghino. Sono 'creature' del teatro dei burattini, della Commedia dell'arte, della fantasia e della letteratura popolare.

 

«Le maschere di Carnevale» di Mimmo Mòllica

In Abruzzo c'è Frappiglia,

che il demonio batte e striglia,

e più giù, in Basilicata,

c'è la Zita mascherata.

In Calabria è Giangurgòlo

chiacchierone e civettuolo,

in Campania Pulcinella,

ed a Bergamo Brighella.

A Bologna Balanzone,

saputello e un po' spaccone,

poi nel Lazio Rugantino,

delizioso burattino

ch'è il più tipico romano,

il perfetto popolano.

E c'è ancora Meo Patacca,

di velluto è la sua giacca,

e la sciarpa colorata,

pronto a qualche spacconata.

Dopo Capitan Spaventa

la Liguria rappresenta

ed a Genova Baciccia,

Bacicin della Radiccia.

A Milano Meneghino,

la parrucca col codino,

ed a Bergamo Arlecchino,

che saluta con l'inchino,

col vestito colorato,

tante volte rattoppato,

ma dall'aspetto smagliante

da sembrare il più elegante.

In Piemonte c'è Giunduja

apparenza seria e buia,

più giù, in Puglia, Farinella

ed in Umbria Chicchirichella.

In Toscana Stenterello,

nel Salento Cucuzziello,

in Abruzzo Patanello,

in Campania c'è Coviello.

A Verona Papà Gnoco,

nelle Marche Papagnoco,

Burlandoto e Mosciolino,

mentre a Roma c'è Pasquino.

Modena ha Mirandolina,

e Venezia Colombina

con il vecchio Pantalone,

lussurioso suo padrone.

Ed in Umbria c'è Bartoccio,

saggio, rozzo ma belloccio,

dice frasi strampalate,

le famose 'bartocciate'.

In Sicilia Peppe Nappa,

salta, balla, corre e scappa

e poi c'è come si sa

la figura di Giufà.

Mimmo Mòllica

Carnevale, ogni maschera vale

Carnevale, ogni maschera vale. E vale tanto.

Ogni regione d'Italia ha le sue maschere e le sue tradizioni. Spesso le maschere carnevalesche nascono da tradizioni locali, da personaggi di fantasia, da credenze e costumi locali. Altre volte invece vengono dal teatro, dal teatro dei burattini, dalla Commedia dell'arte o dalla letteratura popolare.

Vi sono poi maschere e personaggi più recenti, nati da festeggiamenti carnevaleschi territoriali, da tradizioni orali, leggende e credenze popolari.

La missione dei personaggi

Spesso la 'missione' dei personaggi e delle maschere era dissacratoria, derisoria e perfino denigratoria. Alcuni personaggi avevano il 'compito' di mettere in ridicolo persone, padroni, potenti. Non di rado dietro il 'ridicolo' e il travestimento vi erano intenti ideologici, politici.

Quale migliore occasione per dileggiare chi ti aveva oppresso o ti opprimeva?

Quale migliore strumento della satira per incitare il popolo alla rivolta? E la Commedia dell'arte era maestra.

Dalla Commedia dell'arte infatti nascono maschere come Pulcinella, Arlecchino, Peppe Nappa, Meo Patacca, Rugantino, Tartaglia, Scaramuccia e Coviello. Ma non sono le sole.

Buona maschera, buon Carnevale.

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Aggiornato il 15.01.2023

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