In occasione della «Giornata Internazionale della Pace», che viene celebrata tutti gli anni il 21 settembre, Mimmo Mòllica prende spunto dal dibattito in atto sulle «parole di plastica», parole abusate che inquinerebbero la lingua italiana, per un invito alla nonviolenza e alla pace. Le «parole di plastica» sono dette «plastismi» e secondo alcuni se ne dovrebbe evitare l'uso. Mimmo Mòllica le mette in relazione con la riapertura delle scuole, ma ancor più ne dà una versione 'pacifista', contro tutte le ostilità e la guerra.
«Senza se e senza ma», filastrocca contro le ostilità
«Senza se e senza ma»,
che significherà?
Senza mai ambiguità,
senza cose a metà?
Sono espressioni nuove,
sono modi di dire?
Son la prova del nove
per potersi capire?
Da un po' di tempo in qua
compaiono qua e là
certe espressioni nuove,
magari nate altrove.
Li chiamano «plastismi»
non sono neologismi:
vuol dire 'senza indugi',
senza mai sotterfugi.
«Senza se e senza ma»
è obbligatorietà,
vuol dir «lo devi fare»,
mi devi accontentare.
L'arma del tormentone
è la ripetizione,
come spesso si fa
nella pubblicità
o anche nei varietà.
«Senza se e senza ma»
contro ogni ostilità
sarebbe l'ideale,
nel villaggio globale,
un modo radicale,
per opporsi alla guerra:
«senza se e senza ma
la guerra non si fa! ».
Mimmo Mòllica
Le parole di plastica non inquinano il mare
Li chiamano «plastismi», 'parole di plastica', e come la plastica in mare, secondo appassionati, studiosi e linguisti, inquinano la lingua italiana e la comunicazione. Secondo alcuni se ne dovrebbe evitare l'uso o usarle il meno possibile. Le 'parole di plastica' sono considerate «tormentoni», parole e frasi plasmate al bisogno, come vera e propria materia plastica, cui viene data una forma secondo l'uso che se ne vuole fare.
C'è chi le considera mode linguistiche, stereotipi del linguaggio. Molti temono che possano impoverire il lessico rendendo la lingua italiana ripetitiva, stereotipata.
Quanto a modernità – tuttavia – . Una lingua che invece conterebbe mille sfumature!c'è da dire che già nel 1531 Pietro Aretino, poeta e scrittore chiamato Il Divino, scriveva: «Con quella dimestichezza che io posso usar con la sua dolcezza, ottenni senza che, senza forse, e senza ma, che il Signor Emilio Mariscotto…».
A scuola «senza se e senza ma»
"Lavoriamo per la scuola in presenza a settembre, «senza se e senza ma». Avete la mascherina, ma si vede che siete contenti". Lo ha detto il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi a Bergamo, lo scorso luglio, durante la visita al campus Steam dell'istituto Natta, dove ha incontrato i giovani partecipanti alla scuola estiva. L'inizio del nuovo anno scolastico è già oltre l'angolo e la scuola è impegnata ad aumentare la sicurezza all'interno degli istituti.
«Lavoriamo per la scuola in presenza, senza se e senza ma». È un impegno non certo di… plastica. Garantire la didattica in presenza non può essere un «plastismo», un «tormentone».
Con rispetto per la «scuola in presenza» e per la lingua italiana, noi di questo «tormentone» vogliamo abusarne nell'imminenza della «Giornata internazionale della pace», che ricorre il 21 settembre di ogni anno, per dire «sì» alla pace e «no» alle guerre «senza se e senza ma».
«Senza se e senza ma» la guerra non si fa, né in presenza e neppure in Dad.