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Il gioco simbolico o di finzione

di Valentina Murelli - 03.04.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
È una modalità di gioco molto importante, praticata dai 18-24 mesi fino ai 10 anni circa. Permette di mettersi nei panni degli altri, di esplorare le emozioni in modo sicuro e di accompagnare e rafforzare lo sviluppo del linguaggio

In questo articolo

La testimonianza di una mamma

Dopo settimane chiusi in casa per le misure anti-coronavirus, i miei bambini di 7 e 3 anni hanno cominciato a fare il "gioco del viaggio": preparano una valigia con dentro i loro oggetti preferiti e poi si siedono sulle scale fingendo di essere su un treno che li sta portando al mare o in montagna. Mi devo preoccupare? (mamma Valentina)

Il gioco simbolico o di finzione, che cos'è

Il "gioco del viaggio" dei bambini di mamma Valentina è un tipico esempio di gioco simbolico o di finzione, una modalità di gioco autonomo in cui i bambini agiscono "come se" fossero nei panni di un altro (il dottore o la dottoressa, una mamma o un papà, il maestro o la maestra) oppure nei propri stessi panni, impegnati a fare qualcosa di particolare (mettere in scena un viaggio al mare, ma anche un litigio al quale hanno partecipato o il modo in cui pranzano di solito all'asilo).

"In questo momento di chiusura dei nidi e delle scuole e di confinamento tra le mura domestiche può capitare che i bambini attivino giochi in cui immaginano di uscire, ma non bisogna farsi prendere dalla preoccupazione o dalla tristezza quando li vediamo impegnati in esperienze come queste" ha spiegato il pedagogista ludico Antonio Di Pietro, docente all'Università di Firenze e presidente del Cemea Toscana, durante la nostra diretta social dedicata appunto al gioco. "È un po' come quando vediamo i bambini con il naso schiacciato contro la finestra a guardare fuori: ci si può stringere il cuore, ma potrebbe essere solo il nostro punto di vista. Teniamo conto che a loro piace anche solo vedere quello che passa".

"Allo stesso modo, il gioco del viaggio potrebbe essere sia un bel modo per rielaborare una situazione che stanno vivendo e che è decisamente anomala sia un'idea ludica nata da un incontro con un oggetto come una valigia, un vestito o altro".

Quando compare e quanto dura la fase del gioco simbolico

I bambini cominciano a "far finta" intorno ai 18-24 mesi e sicuramente praticano molto spesso il gioco simbolico nella fascia compresa tra i due e i cinque anni. Ma non finisce lì: "Questo modo di mettere in scena il "far finta di..." si gioca per tutta l'infanzia, anche fino ai 10 anni" afferma Di Pietro, precisando che dai quattro anni in poi il gioco simbolico viene definito gioco socio-drammatico ed è un "far finta di..." dove i bambini insieme pianificano cosa fare e si accordano su quali ruoli avere. 

La lunga durata di questo tipo di esperienze è senza dubbio un segnale della rilevanza che ha il gioco di finzione per lo sviluppo del bambino e il suo apprendimento.

A cosa serve il gioco simbolico

Del resto una delle funzioni principali del gioco simbolico è proprio questa: "Addentrarsi nella complessità della vita quotidiana, fatta di persone, cose e situazioni", sottolinea Di Pietro. Nel volume Giocare per crescere insieme, Di Pietro e Alessandra Sila (direttrice del Centro per la Salute del Bambino di Trieste) chiariscono inoltre che il gioco di finzione "fornisce l'occasione per uscire dal proprio ruolo e conoscere quello degli altri, ponendo la base della consapevolezza dei propri pensieri e delle proprie idee".

E ancora: è una splendida occasione per esplorare in una cornice protetta il mondo delle emozioni. "Mettendo in scena situazioni che hanno vissuto, i bambini possono ripercorrere emozioni che hanno provato in particolari situazioni, come la rabbia durante una lita o la gelosia per il fratellino appena nato, oppure la gioia per un regalo" aveva spiegato Di Pietro a nostrofiglio.it in un'intervista dedicata al rapporto tra gioco ed emozioni. Spesso infatti le emozioni esplorate con queste finzioni sono molto forti, ma il fatto di arrivare a "toccarle con mano" in una cornice che è quella del gioco, che può essere spezzata in ogni momento, aiuta a non farsi coinvolgere troppo.

Gioco simbolico e linguaggio

C'è un ultimo aspetto da considerare ed è la forte corrispondenza tra gioco simbolico e linguaggio: non a caso, il "far finta che" comincia proprio in corrispondenza dell'esplosione del linguaggio, intorno ai due anni. "Quando inventa storie o quando rimette in scena episodi di vita, cosa che succede per esempio quando si gioca al dottore, alla mamma o al ristorante, il bambino rimette in ordine nella sua testa la parole e formula discorsi, sperimentando come funziona il linguaggio", afferma Di Pietro.

"All'inizio le parole usate sottolineano quello che si sta usando (per esempio si dice "cucchiaio" per nominare il cucchiaio tenuto in mano, mentre crescendo si invita la mamma a bere il caffè offrendole una tazzina da caffè) e poco per volta accade che le parole iniziano a narrare un mondo simbolico, per cui un bastone diventa un cavallo e una scala o delle sedie un treno in corsa verso le vacanze. E si arriva addirittura a giocare senza oggetti, solo con le parole: facciamo che io ero e che tu eri... e il gioco parte".

Cosa offrire ai bambini per promuovere il gioco simbolico

Qualche suggerimento tratto dal volume "Giocare per crescere insieme" (CSB Onlus, 2018).

La cucina

Può essere acquistata o auto-costruita e vi si possono predisporre: pentolini di metallo, un piccolo bricco, una caffettiera da uno, una bottiglietta (sigillata e resistente) con l'acqua, un barattolo di latta, una scatola del riso, un mestolo di legno. Una catenella può diventare pasta da girare in un pentolino o caffè da versare in una tazzina.

I travestimenti

Bastano indumenti e accessori (sia da maschi sia da femmine, indipendentemente dal sesso del bambino) che gli adulti non usano più: camicie, gilet, pantaloncini, gonna, collane, occhiali, borsa (con portafogli), un paio di cappelli. Un suggerimento: se ogni tipologia ha un suo piccolo contenitore, si facilitano l'autonomia e il riordino dei bambini.

Il dottore

Basta mettere in una borsa quanto può servire a "fare una visita": uno stetoscopio (otturando le testine con l'ovatta), un contenitore vuoto e di plastica di uno sciroppo, una piccola torcia, una garza, magari un libro a tema.

Cosa possono fare gli adulti

Quando il bambino (o i bambini) giocano "a far finta", per gli adulti è molto interessante limitarsi a osservare in silenzio e senza intervenire che cosa il bambino sta facendo. Secondo Di Pietro e Sila l'intervento è preferibile in almeno due occasioni:

  • Se scoppia una crisi, perché il bambino non riesce a fare ciò che vorrebbe o per un litigio fra bambini. Meglio comunque aspettare il più possibile che si trovi autonomamente un modo per affrontare la frustrazione o per risolvere il conflitto.
  • Se si viene invitati a giocare. "E quando giochiamo insieme ai figli - afferma Di Pietro - nell'ottica di non anticipare, interferire e direzionare le iniziative dei bambini, può essere divertente e interessante seguire, sostenere e rilanciare le loro idee di gioco".

Domande e risposte

Che cosa è il gioco simbolico?

E' una modalità di gioco autonomo in cui i bambini agiscono "come se" fossero nei panni di un altro oppure nei propri stessi panni.

Il gioco simbolico ha delle regole?

Il bello del gioco simbolico è che non ci sono regole.

L'adulto deve intervenire nel gioco simbolico del bambino?

Meglio limitarsi a osservare in silenzio e senza intervenire che cosa il bambino sta facendo.

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Aggiornato il 08.05.2020

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