Una scoperta (libera) e graduale
Non c'è un'età ideale (e nemmeno una ricetta), quella giusta è quando il bambino - liberamente! - esprime il desiderio di suonare uno strumento. In genere, questo può accadere intorno ai 4-5 anni, ma occorre seguire un percorso che metta sempre al centro il bimbo e i suoi desideri. Il primo passo è quello di avvicinarsi alla musica in modo graduale e giocoso. L'approccio ottimale è quello dei corsi propedeutici di gruppo - pensati per piccoli di 3-4 anni - dove si scopre tutto l'universo musicale in modo divertente.
Violino o pianoforte?
Non esiste un'età giusta per suonare il violino. il pianoforte o il flauto, tutte opzioni, comunque, adatte per i più piccoli. D'altro canto, anche per la sua conformazione fisica, un bimbo di 4 anni ha una scelta limitata, non può certo suonare il fagotto!
La strada corretta è il corso propedeutico che permette al bimbo di conoscere tanti aspetti della musica e gli strumenti e poi di scegliere a cosa è più interessato in modo spontaneo.
La regola d'oro: niente pressioni
L’idea di avvicinare il bimbo alla musica è sempre positiva, ma attenzione: l’interesse del bimbo dovrebbe essere genuino e non un’ambizione - e tanto meno una forzatura - da parte della famiglia. Questo è un altro punto essenziale: l’educazione musicale è comunque una buona opzione ma non significa, per forza, che tutti debbano diventare musicisti. Se i genitori ci credono, è importante confermare quella scelta ogni giorno e rinnovarla insieme. Ma il bimbo può anche decidere di abbandonare questa strada.
Non c’è musica senza fatica
I geni che ripetono un brano in 5 minuti sono pochi, il resto è frutto di un’educazione musicale. Accanto all'interesse, dunque, c'è sempre una componente di fatica. Ma è compito della famiglia spiegare e seguire il percorso del figlio: non si può certo delegare la disciplina al pianoforte, per esempio, solo all'insegnante. La collaborazione della famiglia è fondamentale, si tratta di un percorso da condividere insieme, con il genitore ben presente.
Un impegno quotidiano? Dipende
Chi pensa allo studio di uno strumento come un rigido appuntamento quotidiano, sbaglia. Perché, anche per il tempo, occorre seguire un approccio molto graduale e, solo quando lo studio diventa professionale, impone scadenze molto più precise.
All’inizio, è sufficiente una mezza ora con l’insegnante, una volta alla settimana, possibilmente con la presenza del genitore che così può capire (e poi ripetere) i rudimenti che sta imparando il piccolo. E, a casa, 2-3 volte a settimana, si prova insieme quanto imparato a lezione, giocando.
La prova del 9
Dopo 2-4 anni di studio, quando il bambino va alle elementari, è possibile capire se il percorso sarà più professionale o no. In genere, se l'interesse per la musica ha retto 4-5 anni è significativo.
Tutti insieme… con passione
La musica è una bella esperienza per tutti, anche per chi non aspira a diventare un nuovo Mozart. E in ogni città, si trovano corsi propedeutici adatti ai più piccoli. Anche l’idea di come ottenere il meglio a meno, non ha molto senso, un giovane musicista può essere un ottimo insegnante per un bambino e uno con tanta esperienza non avere nessuna empatia e capacità di relazione. Il segreto, alla fine, è sempre quello di ascoltare i segnali del proprio figlio.