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Bambino podalico, che cosa si può fare

di Angela Bisceglia - 16.06.2020 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Non preoccuparti se il bambino è a ancora a testa in su intorno alle 32-34 settimane: potrebbe ancora girarsi. Se non lo fa, ti verrà consigliato il parto cesareo. Ecco comunque che cosa puoi tentare per provare a far cambiare posizione al bebè.

In questo articolo

Il bambino è podalico, che cosa significa?


Nella grande maggioranza dei casi, al termine della gravidanza il feto si trova nella posizione più adatta al parto vaginale, e cioè con la testolina rivolta verso il basso e natiche e piedini verso l'alto. Nel 3-4% dei casi, però succede il contrario: la testa è in alto e il sedere o i piedi sono in basso. Si parla in questo caso di feto podalico.

La presentazione podalica può essere completa, se il bimbo è come rannicchiato e rivolge verso il canale del parto sia il sederino sia i piedini, oppure incompleta se presenta solo le natiche (si parla di podalico varietà natiche), solo i piedi (varietà piedi), oppure le ginocchia (varietà ginocchia).

Fino a quando un bimbo può girarsi nella pancia della mamma?


Fino alle 32-34 settimane di gravidanza, anche se il bimbo è in posizione podalica non c'è da preoccuparsi: ha ancora modo di girarsi spontaneamente.

In realtà è abbastanza frequente che un feto ancora lontano dal parto sia in questa posizione, e in effetti la presentazione podalica è più frequente proprio nei parti pretermine. Dopo le 32-34 settimane, però, difficilmente ha modo di cambiare posizione da solo, perché lo spazio per muoversi è diventato limitato.

Perché il feto può presentarsi podalico?


Non sappiamo esattamente perché alcuni bimbi arrivino al termine della gravidanza in questa posizione. Alcuni studi hanno evidenziato alcuni fattori di rischio, che sembrano predisporre alla presentazione podalica del bambino. Si tratta di:

Va detto però che nella grande maggioranza dei casi il piccolo se presenta "di sedere" o "di piedi" senza che siano presenti particolari fattori di rischio.

Se il bimbo è podalico bisogna per forza fare il cesareo?


Secondo le Linee guida del Ministero della salute dedicate al taglio cesareo, la presentazione podalica è una delle indicazioni per effettuare questo tipo di intervento.

 

Gli studi pubblicati sull'argomento, in cui sono stati confrontati i risultati di parti vaginali e cesarei di bambini in presentazione podalica, hanno infatti dimostrato che il taglio cesareo programmato, effettuato non prima delle 39 settimane di gravidanza, diminuisce l'insorgenza di complicazioni nei neonati, e anche il rischio di mortalità neonatale.

 

Se si desidera comunque un parto vaginale, il consiglio è di parlarne a fondo con il proprio medico, e di rivolgersi a équipe che siano specializzate nell'assistenza a un parto podalico per vie naturali. Questa modalità di parto è comunque decisamente sconsigliata se:

  • la posizione podalica del bambino è particolarmente "complicata";
  • oltre a quella podalica, il piccolo ha qualche altra posizione particolare, per esempio la testa estesa verso l'alto (come se volgesse gli occhi al cielo);
  • si stima che il bimbo sia molto grande o molto piccolo;
  • ci sono altre complicazioni della gravidanza, come la preeclampsia materna.

In ogni caso, ricorda che se verso la fine della gravidanza il feto dovesse essere ancora "a testa alta", prima di rassegnarti al bisturi puoi provare qualche metodo che induca il piccolo a mettersi nella posizione giusta.

La manovra di rivolgimento o versione cefalica esterna

Si tratta di una manovra che deve essere eseguita da un operatore esperto che, manipolando l'addome della mamma sotto costante controllo ecografico, cerca di "spostare" il bambino e di metterlo nella posizione giusta. Si può praticare a partire dalle 37 settimane di gravidanza e fino all'inizio del travaglio, prima però che si rompa il sacco amniotico.

 

Le Linee guida sul taglio cesareo raccomandano di somministrare alla mamma, prima della manovra, dei farmaci tocolitici, che aiutano a distendere l'utero favorendo il buon esito della procedura.

 

La manovra è eseguita solo in alcuni ospedali proprio perché la sua esecuzione richiede una notevole abilità ed esperienza da parte dell'operatore.

 

  • Controindicazioni: la manovra di rivolgimento non si può fare se la mamma ha avuto perdite ematiche nei giorni precedenti, se il battito fetale presenta anomalie, in caso di oligoidramnios (scarso liquido amniotico), se c'è stato un precedente parto cesareo o, naturalmente, in presenza di qualsiasi dubbio sulla salute di mamma o bebè. Vanno messi in conto anche i rischi, sia pure rari, di distacco di placenta, emorragia o rottura dell'utero.

La moxibustione e l'agopuntura

Detta anche moxa, la moxibustione è una pratica del tutto innocua della medicina tradizionale cinese.

Consiste nell'avvicinare un sigaro di artemisia all'estremità del mignolo del piede della futura mamma. La combustione stimolerebbe un punto del meridiano della vescica che è collegato con l'utero, e questa stimolazione indurrebbe il piccolo a muoversi e, si spera, a mettersi a testa in giù.

La tecnica può essere praticata a partire dalle 32 settimane di gravidanza da un'ostetrica esperta (la fanno anche in alcuni ospedali) o da un naturopata, che poi insegneranno al papà come farla nei giorni successivi: la moxa va infatti ripetuta tutti i giorni per circa 7-10 giorni (o almeno fino a quando non si avverte un movimento che può far sospettare che il bebè abbia effettuato la famigerata capriola). Durante la pratica la mamma dovrebbe stare sdraiata, preferibilmente con dei cuscini sotto il bacino, in modo che il bambino sia spostato un po' più in su.

Per quanto riguarda l'agopuntura, va effettuata da operatori specializzati.

  • Controindicazioni: il sigaro per la moxa emana un odore piuttosto acre, che può risultare fastidioso. La posizione sdraiata con il bacino sollevato, inoltre, potrebbe essere mal tollerata dalla mamma. In tal caso si consiglia di spostarsi leggermente di fianco.
  • Sia per la moxa sia per l'agopuntura non esistono prove conclusive che ne sostengano l'efficacia nel favorire il rivolgimento del feto.

Le tecniche posturali

A volte vengono consigliate alle mamme dei semplici esercizi fisici, o meglio delle particolari posizioni, che dovrebbero favorire il bambino podalico a cambiare presentazione. Si tratta in particolare di posizioni in cui il bacino rimane sollevato, il che dovrebbe creare spazio per il rivolgimento del bebè:

  • posizione a quattro zampe, ma con la testa appoggiata a terra, sulle mani;
  • posizione supina, con dei cuscini sotto al bacino.

Secondo una revisione della letteratura scientifica pubblicata dalla Cochrane Collaboration, un'istituzione che si occupa proprio di valutare la validità scientifica delle procedure mediche, non ci sono prove che le tecniche posturali servano davvero.

Altre fonti per questo articolo: materiale informativo del sito WebMd; Materiale informativo sulla Presentazione podalica a termine del Centro di documentazione sulla salute perinatale e riproduttiva dell'Emilia Romagna; Materiale informativo dell'American College of Obstetricians and Gynecologists.

Guarda anche il video: parto cesareo programmato

Domande e risposte

Fino a quando si può girare un bambino podalico?

Fino alle 32-34 settimane di gravidanza, anche se il bimbo è in posizione podalica non c'è da preoccuparsi: ha ancora modo di girarsi spontaneamente.

Ci sono dei modi per far girare il bimbo podalico?

  • manovra di rivolgimento
  • la moxibustione e l'agopuntura
  • le tecniche posturali.

Se il bimbo è podalico posso comunque avere un parto vaginale?

Se si desidera comunque un parto vaginale, il consiglio è di parlarne a fondo con il proprio medico. Ci sono dei casi in cui però il parto vaginale resta sconsigliato se il bimbo è podalico.

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Revisionato da Valentina Murelli

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