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Così nasce la vita: come avviene il concepimento

di Angela Bisceglia - 14.10.2014 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Il concepimento è un processo complesso, in cui tutto deve necessariamente avvenire in sequenze ben precise e con meccanismi perfetti. Ecco come avviene

Il concepimento ha davvero qualcosa di magico e di miracoloso. È un processo complesso, in cui tutto deve necessariamente avvenire in sequenze ben precise e con meccanismi così perfetti che sembra incredibile possa avvenire nel corpo di ogni donna. E invece avviene, come ce lo spiega Stefano Bianchi, primario di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano e professore associato all’Università di Milano.

La ‘selezione’ degli spermatozoi

Durante il rapporto sessuale, con l’eiaculazione entrano in vagina dai 200 ai 500 milioni di spermatozoi. Qui ha luogo una durissima selezione naturale, poiché in vagina l’habitat è sfavorevole e solo una parte degli spermatozoi riuscirà a proseguire il cammino.

I ‘sopravvissuti’ arrivano alla cervice uterina, dove incontrano un altro ostacolo, costituito dal muco cervicale, che ha caratteristiche diverse a seconda del periodo del ciclo: se il periodo non è quello ‘giusto’, il muco cervicale erige una barriera invalicabile e il viaggio di tutti gli spermatozoi finisce lì; se invece la donna è nella fase ovulatoria, la cervice secerne un muco filamentoso e liquido dove gli spermatozoi riescono a passare e sopravvivere senza problemi per tre-quattro giorni. Scopri i tuoi giorni fertili

In cammino verso la cellula uovo

Attraversata anche questa barriera, un numero di spermatozoi via via decimato dalle ‘fatiche del viaggio’ prosegue il cammino all’interno della cavità uterina e poi sempre più su fino alla tuba e all’ampolla tubarica, che è la parte più vicina all’ovaio in cui è stata prodotta la cellula uovo. GUARDA ANCHE IL VIDEO DAL CONCEPIMENTO ALLA NASCITA

Giunto finalmente al ‘traguardo’, grazie ad una particolare reazione chimica, uno solo degli spermatozoi, che non a caso viene definito vincente, riesce a infilarsi nella cellula uovo e a fecondarla. Il gioco è fatto: una volta avvenuta la fecondazione, la membrana dell’ovocita diventa impenetrabile e nessun altro spermatozoo riuscirà ad invadere il campo! Leggi anche la guida alla fertilità e al concepimento

Da due gameti a uno zigote: il bimbo è già tutto lì

Avviene così l’unione di due cellule, dette gameti. Si tratta di cellule speciali perché, a differenza di tutte le cellule del corpo, portatrici di una coppia di cromosomi, ogni gamete porta con sé un singolo cromosoma. Ed è solo grazie all’incontro che si ricompone la coppia, dando vita a un maschio, se l’unione è tra cromosoma X e cromosoma Y, o una femmina, se sono entrambi cromosomi X.

La cellula fecondata, che si chiama zigote, non racchiude in sé solo il sesso del bambino, bensì tutto il suo DNA: caratteristiche genetiche, colore degli occhi, della pelle, dei capelli… tutto in una sola minuscola cellula.

Da zigote a morula a tre giorni dalla fecondazione

Appena 30 ore dopo la fecondazione, quando è ancora nell’ampolla tubarica, la nuova unità biologica comincia a segmentarsi in due, e poi in quattro, in otto… e nel frattempo inizia a spostarsi per compiere un viaggio a ritroso verso l’utero, dove arriva a circa 3 giorni dalla fecondazione: ormai da zigote è diventata morula, ossia un agglomerato di 12-14 cellule proprio simile ad una piccola mora.

L’annidamento nell’utero

Una volta che la morula è entrata nell’utero, l’attività replicativa prosegue senza sosta e in modo sempre più complesso: da morula, l’agglomerato di cellule viene definito blastocisti e sette giorni dopo la fecondazione si possono già distinguere due tipologie di cellule: le trofoblastiche, che daranno origine al trofoblasto (primo abbozzo della placenta) e alla membrana amniotica, e le embrioblastiche, che daranno origine all’embrione.

 

È questo il momento in cui avviene la cosiddetta invasione trofoblastica: le cellule trofoblastiche si danno da fare per entrare in contatto con le cellule dell’endometrio – o meglio della decidua, come si chiamerà d’ora in poi - che rivestono la mucosa interna dell’utero, le chiedono il ‘permesso’ di aderire e stabiliscono rapporti di vascolarizzazione, fino a formare un reticolo vascolare così fitto che consentirà nel corso dei mesi il passaggio di nutrimento e di ossigeno dall’organismo materno a quello fetale.

Terminata l’invasione, termina il processo di impianto dell’embrione.

 

Siamo appena a 13 giorni dal concepimento, la donna probabilmente non si è ancora accorta di nulla e sta aspettando le mestruazioni, e invece il suo ‘progetto di bimbo’ si è già stabilmente insediato nell’utero, pronto a crescere.

 

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Aggiornato il 17.05.2018

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