Aborto interno
L'aborto spontaneo è purtroppo una circostanza piuttosto comune. Si definisce "aborto spontaneo" la perdita spontanea della gravidanza entro le 12 settimane di amenorrea e si stima che il 15-20% delle gravidanze si interrompa spontaneamente nelle prime settimane di gestazione (anche se probabilmente l'incidenza è più alta perché alcuni aborti estremamente precoci vengono scambiati per un ciclo mestruale tardivo). Ma cosa si intende per aborto interno? E cosa si deve fare in questi casi?
Cos'è l'aborto interno (o ritenuto)
Si parla di aborto interno senza sintomi: in questo caso l'interruzione della gravidanza non viene accompagnata da perdite ematiche né ad altri sintomi particolari. In altre parole un aborto interno non presenta sintomi e solo dopo alcuni giorni, o anche settimane, possono manifestarsi perdite di sangue e dolore, causato da vere e proprie contrazioni dell'utero che cerca di espellere il materiale.
In genere la diagnosi di aborto interno avviene durante un normale controllo ecografico che evidenzia l'assenza di battito cardiaco e la mancata crescita dell'embrione.
Con l'aborto spontaneo completo, invece, si verifica la completa espulsione del materiale ovulare e del sacco gestazionale. In genere l'aborto spontaneo completo avviene nelle primissime fasi della gravidanza e si manifesta con un sanguinamento e crampi addominali che durano qualche giorno.
La diagnosi
Se non ci sono sanguinamenti animali o crampi e dolore, si sospetta di un aborto ritenuto se l'utero non aumenta le sue dimensioni e se i valori degli ormoni Beta Hcg non aumentano come ci si aspetterebbe o addirittura crollano. L'ecografia può, poi, diagnosticare un aborto interno perché evidenzierebbe sia l'assenza di attività cardiaca fetale, ma anche l'assenza di un polo fetale quando il diametro medio del sacco è > 25 mm oppure l'assenza di attività cardiaca fetale quando la lunghezza fetale vertice-sacro è > 7 mm.
Aborto interno: si può sbagliare?
Gli errori sono rari ma possono capitare.
In ogni caso, prima del raschiamento, viene fatta un'altra ecografia per accertare l'aborto.
Aborto interno: quanto aspettare per raschiamento?
Nel caso di aborto spontaneo nel secondo mese di gravidanza il medico può decidere di aspettare che avvenga un'espulsione spontanea, che in genere si manifesta con un'abbondante perdita ematica e crampi, maggiori rispetto a quelli tipici delle mestruazioni. Successivamente si procederà con un'esplorazione uterina per verificare la persistenza di ulteriore materiale che andrà eventualmente rimosso con una aspirazione della cavità uterina.
Secondo le stime, un aborto sintomatico o ad una epoca inferiore a 9 settimane ha una altissima possibilità di evoluzione spontanea con successo senza intervento chirurgico, mentre questa probabilità scende drasticamente una volta superate le 12 settimane.
Dopo quanto si espelle?
In media tra il 65 - 90% degli aborti si risolve con uno svuotamento spontaneo della cavità uterina entro massimo 6 settimane.
Aborto interno: cosa fare?
Sarà il medico a valutare la situazione e decidere come procedere: potrà aspettare l'espulsione programmando un nuovo controllo ecografico dopo un paio di settimane, oppure potrà scegliere di avviare una terapia medica che consiste nell'assunzione di farmaci finalizzati a stimolare le contrazioni uterine e di conseguenza l'espulsione completa. Infine, può optare per un trattamento chirurgico che si chiama Isterosuzione (il noto raschiamento) con cui il materiale viene aspirato con una cannula inserita nel canale del collo dell'utero. L'intervento si svolge in anestesia totale o sedazione completa e in regime di day hospital.
In ogni caso, qualsiasi sia la scelta fatta dal medico, l'obiettivo finale da raggiungere è lo svuotamento completo della cavità uterina.
Aborto interno e setticemia
Se dopo l'aborto spontaneo alcuni prodotti del concepimento rimangono nell'utero, potrebbero presentarsi alcuni sintomi come crampi e dolore, sanguinamento vaginale anche dopo alcuni giorni e c'è il rischio di infezione che può portare febbre, dolore e anche sepsi. In questo caso di parla di aborto settico.
Fonti