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Conservazione cellule staminali, quanto ne vale la pena?

di Nostrofiglio Redazione - 20.03.2009 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Sono sempre di più le future mamme che si pongono il problema di come fare buon uso delle cellule contenute nel cordone ombelicale. Ecco la risposta ai dubbi più comuni

Ci sono sempre più mamme vip (Federica Panicucci, Ambra Angiolini, Federica Fontana, Justine Mattera e altre) che al momento del parto decidono di conservare in banche estere le cellule staminali del cordone ombelicale per l’eventuale cura, in futuro, dei propri bebè.

 

Il messaggio che, inconsapevolmente, passa alle mamme non-vip è che la conservazione di cellule staminali per ‘uso privato’ si fondi su prove scientifiche certe. In realtà non è così.

 

A ribadirlo è Paolo Rebulla, direttore del Centro di medicina trasfusionale, terapia cellulare e criobiologia del Policlinico milanese, sede di una delle due Cord Blood Bank lombarde, che ha risposto alle domande poste dalle nostre lettrici.

 

  • Aspetto un bambino e vorrei avere informazioni sulla conservazione delle cellule staminali. So che in Italia non è ammessa la conservazione in banche private, ma ci sono banche all’estero. Sono molto dubbiosa, non so se un domani potrebbe davvero servire. (monica76)

 

Oggi la comunità scientifica internazionale non raccomanda la conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale solo per il proprio bambino, perché in realtà queste cellule oggi risultano più utili per altri soggetti compatibili che non per i donatori stessi.

 

Nella cura della leucemia, per esempio, non si consiglia il trapianto di cellule proprie (conservate alla nascita) perché potrebbero già contenere componenti di fragilità o difetti che hanno portato alla leucemia.

 

La comunità scientifica dunque raccomanda la donazione solidaristica delle cellule staminali contenute nel sangue del cordone ombelicale, che saranno conservate in banche pubbliche, a favore di tutti e dunque anche del proprio bambino o di un fratellino.

 

  • Su vari siti Internet si legge che le cellule staminali sono molto importanti per curare gravi malattie. Quali esattamente? (ela75)

 

Le malattie per le quali i vantaggi derivanti dall’uso di cellule staminali emopoietiche (cioè del sangue) sono scientificamente provate sono gravi malattie del sangue: leucemie, linfomi, talassemie, alcune immunodeficienze, difetti metabolici.

Non ci sono invece terapie consolidate per il trattamento di malattie come diabete, Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla.

 

Molti siti Internet di banche private fanno riferimento a 70 patologie curabili, ma è un messaggio fuorviante, in realtà le malattie curabili appartengono alle cinque grosse categorie di cui sopra. Inoltre questi siti si enfatizzano la prontezza del trattamento e i benefici. Sono parole più dettate dal marketing che non dall’evidenza scientifica.

 

Domande e risposte proseguono nella pagina seguente

  • Perché in Italia non è ammessa la conservazione delle cellule staminali per uso privato (cioè per curare i propri bambini), in banche private? Non è giusto che lo stato neghi questo diritto. (stella)

 

Come detto sopra, l’Italia ha deciso di seguire la letteratura internazionale che per la pratica autologa (cioè il deposito delle cellule per uso privato) ritiene non esistano evidenze che le cellule funzionino come terapie per malattie oggi a corto di cure. In generale, si può dire che l’Italia prevalga il concetto che il sangue è un bene pubblico.

 

  • Quanto costa la conservazione delle cellule staminali in una banca all’estero? (monica76)

 

Le banche commerciali straniere che offrono questo servizio chiedono un pagamento iniziale di circa mille-2mila euro a cui vanno poi aggiunte quote annuali di 100-200 euro. La donazione alle banche pubbliche è gratis, a carico del servizio sanitario nazionale.

 

  • Avevo fatto gli esami per la donazione delle cellule staminali, ma poi non è stato possibile farla. Peccato mi è proprio dispiaciuto (angela) Nonostante tutta la nostra buona volontà, nessuno si fece vivo per la donazione. Spero che ora le cose funzionino meglio (gomez) L’ospedale in cui avevo deciso di partorire non era attrezzato per la donazione. (cristina) Perché per tante mamme non è stato possibile fare la donazione?

 

Considerati i costi di conservazione, le banche pubbliche restringono le donazioni ai casi in cui il sangue del cordone ombelicale abbia tutte le caratteristiche di qualità richieste.

Inoltre non sempre il personale è disponibile. In Lombardia ci si è concentrati sui grossi ospedali. L’obiettivo è di triplicare l’inventario (da circa 28mila donazioni a 90mila) per avere una copertura ottimale della popolazione, come negli Stati Uniti. La donazione è un’opportunità per tutti, non un diritto del singolo. Non è necessario che tutti facciano la donazione.

 

  • Ho avuto modo di pensare alle implicazioni della donazione, ovvero al fatto che appena il bimbo nasce, invece di lasciare che il sangue del cordone fluisca naturalmente, permettendo il passaggio ventre/mondo in modo graduale, il taglio viene fatto immediatamente alla nascita (enrica)

 

Le banche pubbliche dicono di non modificare la procedura abituale di taglio del cordone. Quindi il taglio più o meno precoce è una scelta dell’ostetrica.

 

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  • Per approfondire: Uso appropriato delle cellule staminali del sangue del cordone ombelicale.

 

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