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Anomalie cromosomiche, che cosa sono?

di Nostrofiglio Redazione - 30.04.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Le anomalie cromosomiche sono modificazioni del numero o della struttura dei cromosomi. quella più conosciuta è la Trisomia 21 o sindrome di Down

In questo articolo

La Trisomia 21, o più comunemente Sindrome di Down, è l'anomalia cromosomica più conosciuta, ma ne esistono molte altre. Le anomalie cromosomiche sono modificazioni del numero o della struttura dei cromosomi che si manifestano con una patologia congenita. Le malattie cromosomiche possono essere molto gravi come la sindrome di Patau o la sindrome di Edward, oppure meno "critiche" come ad esempio la sindrome di Turner. Le cause di queste patologie sono per lo più ignote, anche se è stato dimostrato che le anomalie per numero di cromosomi sono tanto più frequenti quanto è elevata l'età della mamma.

Oggi grazie agli esami diagnostici prenatali come il test del DNA fetale è possibile sapere già dopo poche settimane dal concepimento se il bambino presenta un'anomalia cromosomica.

Anomalie cromosomiche

Le malattie cromosomiche sono causate da anomalie dei cromosomi, i quali possono aver subito una modificazione nel numero o nella struttura. I cromosomi sono delle strutture a forma di bastoncino contenute nel nucleo delle nostre cellule e hanno il compito di custodire e trasmettere l'informazione genetica dai genitori ai figli.

Nella specie umana il numero di cromosomi è 46:

  • 22 coppie formano gli autosomi (cromosomi che non partecipano alla determinazione del sesso);
  • una coppia è formata dai cromosomi sessuali (X e Y). Nel maschio la coppia di cromosomi è formata da un cromosoma X e da un cromosoma Y, mentre nella femmina i due cromosomi sono entrambi X.

I vari tipi di anomalie cromosomiche

Le anomalie cromosomiche sono essenzialmente di due tipi: anomalie di numero o anomalie di struttura.

Anomalie di numero

Le anomalie di numero dei cromosomi sono causate da un'alterata divisione (non-disgiunzione) dei cromosomi durante la formazione dei gameti e nella maggior parte dei casi coinvolgono i cromosomi autosomi. Le anomalie di numero consistono nella presenza di un cromosoma in più (47 cromosomi, Trisomia), oppure di un cromosoma in meno (45 cromosomi, monosomia).

Questo tipo di anomalie cromosomiche sono spesso letali per il feto che viene quindi abortito, mentre quando sono compatibili con la vita sono associate a particolari condizioni cliniche.

Le anomalie numeriche sono comunemente distinte in:

  • Aneuploidie: presenza di cromosomi in meno;
  • Poliploidie: presenza di cromosomi in più.

Le anomalie di numero più comuni sono:

  • la trisomia 21 o sindrome di Down (un cromosoma in più rispetto ai due cromosomi numero 21);
  • la trisomia 18 o sindrome di Edwards (un cromosoma in più rispetto ai due cromosomi numero 18);
  • la trisomia 13 o sindrome di Patau (un cromosoma in più rispetto ai due cromosomi numero 13).

Dagli anni 2000 ad oggi il numero di queste anomalie congenite è andando via via aumentando. La frequenza della Trisomia 18 e della Trisomia 13 arriva a 1 caso su 8000 nati vivi. Purtroppo per queste due trisomie la prognosi è tutto fuorché favorevole. Dei nati con trisomia 18 più del 50% muore durante la prima settimana, meno del 5% raggiunge il primo anno di vita e solo l'1% arriva al compimento dei 10 anni. Per quanto riguarda la trisomia 13, invece, il 50% dei nati con questa anomalia cromosomica vive poco più di una settimana e meno del 10% arriva a superare l'anno di vita.

Vi sono poi altre anomalie cromosomiche riguardanti invece i cromosomi sessuali e sono:

  • la sindrome di Turner, in cui le bambine nascono con uno dei due cromosomi X parzialmente o completamente assente;
  • la sindrome di Klinefelter che interessa i maschi ed è caratterizzata da alta statura con arti lunghi e da infertilità;
  • la sindrome della tripla X, in cui vi è la presenza di una copia eccedente del cromosoma X nelle cellule della femmina.

Anomalie di struttura

Le anomalie di struttura, a differenza di quelle di numero, sono determinate da una rottura dei cromosomi durante la divisione delle cellule.

Le rotture spesso vengono riparate, ma qualora la riparazione non avvenisse, si crea un'anomalia della struttura dei cromosomi.

Le anomalie di struttura si dividono a loro volta in:

  • anomalie bilanciate: in cui non vi è perdita o acquisizione apparente di materiale genetico. Nella maggior parte dei casi le anomalie bilanciate non producono alcuna malattia nel soggetto portatore. Raramente le anomalie bilanciate possono causare una malattia e ciò avviene quando è interessato un particolare tratto cromosomico. In questo caso le più frequenti sono la sindrome di Wolf, la sindrome Cri-du-chat e la sindrome di Angelman. Ricordiamoci comunque che stiamo parlando di malattie molto rare che colpiscono in media 1 persona ogni 15mila nel mondo (Angelman) o 1 persona ogni 50mila (Wolf e Cri-du-chat). Nei portatori sani di un'anomalia bilanciata molti gameti possono essere portatori di un'anomalia sbilanciata. Significa quindi che vi un rischio elevato di avere figli con patologia malformativa o gravidanze interrotte da aborti spontanei. 
  • anomalie sbilanciate: in cui vi è perdita o acquisizione di materiale genetico nei punti di rottura dei cromosomi. Le anomalie sbilanciate si caratterizzano per la presenza in più o in meno di un "pezzetto" di cromosoma. Le anomalie sbilanciate comportano dei difetti più o meno gravi a seconda del cromosoma interessato.

Oggi sappiamo che alla nascita 1 bambino ogni 180 è portatore di una anomalia cromosomica e che il 95% dei feti con anomalie cromosomiche non arriva al termine della gravidanza perché viene eliminato con l'aborto spontaneo.

Le cause delle anomalie cromosomiche

Ad oggi le cause delle anomalie cromosomiche sono per lo più ignote. Possono essere ereditate da un genitore oppure insorgere "dal nulla" in un bambino. Da anni è stato però dimostrato che le anomalie di numero sono più frequenti quando l'età della mamma al momento del concepimento è più elevata. A partire dai 35 anni di età, infatti, si può osservare un aumento del rischio di concepire un bambino affetto da una patologia cromosomica.

Il rischio, quindi, aumenta con l'aumentare dell'età materna, ma non è stato possibile dimostrare un'età al di sotto della quale il rischio non esista.

A quanto pare, invece, l'età del futuro papà non incide in modo sostanziale sul rischio. Però, secondo la letteratura medica, più l'età paterna avanza più si manifestano mutazioni "de novo" (che compaiono per la prima volta) nel DNA dello spermatozoo. Queste mutazioni possono causare anomalie genetiche malformative.

È inoltre nota l'azione di alcuni agenti che possono determinare la "rottura" dei cromosomi. Tra questi troviamo:

  • il fumo;
  • l'alcol;
  • le radiazioni ionizzanti;
  • le infezioni virali o batteriche;
  • alcuni farmaci;
  • alcune malattie come il diabete.

* Sindrome della tripla X esclusa per le età da 20 a 32 (dati non disponibili). Dati da Hook EB: "Rates of chromosome abnormalities at different maternal ages" Obstetrics and Gynecology, 1981; and Hook EB, Cross PK, Schreinemach ers DM: "Chromosomal abnormality rates at amniocentesis and in live-born infants." Journal of the American Medical Association, 1983.

Come si fa la diagnosi

Si possono diagnosticare le anomalie cromosomiche durante la gravidanza con relativa precisione attraverso alcune indagini specifiche.

Il test combinato

Il test combinato permette di ottenere una stima della probabilità che il feto possa avere una patologia cromosomica e per questo è considerato un test fondamentale da eseguire durante la gravidanza. Si basa sulla combinazione dei risultati di più test tra cui quello della traslucenza nucale che si esegue tra le 11 e le 13 settimane di gravidanza in cui si misura lo spessore dei tessuti superficiali della nuca del feto. In soggetti affetti da anomalie cromosomiche, lo spessore è spesso aumentato. Si tratta comunque di un test probabilistico che va confermato con esami diagnostici di tipo invasivo come amniocentesi o villocentesi.

Il test del DNA fetale

Da alcuni anni le gestanti a partire dalla 10a settimana di gravidanza possono decidere di effettuare il test del DNA fetale, ovvero un esame prenatale assolutamente non invasivo di ultimissima generazione che analizza il DNA del feto. Si esegue con un semplice prelievo sangue e si individuano poi i frammenti di DNA fetale presenti nel sangue della madre.

Lo scopo è quello di individuare precocemente il rischio che il feto sia affetto da anomalie cromosomiche come le trisomie 21 (sindrome di Down) 13 e 18, e la sua attendibilità è del 99,9%. Si tratta però di un test di "screening", che a differenza di un test "diagnostico" come l'amniocentesi o la villocentesi (tecniche di indagine invasive), permette di esprimere una predizione di basso rischio o alto rischio. In caso di esito positivo al test del DNA fetale, quindi, il risultato va confermato con una metodica invasiva.

Uno dei limiti del test del DNA fetale sta nel costo, infatti, le cifre odierne oscillano tra 300 e 700 euro. Nonostante le indicazioni del Consiglio Superiore di Sanità, il Sistema Sanitario Nazionale non include ancora il test fra gli esami gratuiti offerti alle donne in gravidanza. 

Amniocentesi e villocentesi

La diagnosi vera e propria si fa con l'amniocentesi, cioè prelevando un campione di liquido amniotico a partire dalle 15a settimana di gravidanza, oppure con la villocentesi che si esegue con un prelievo dei villi coriali dalla placenta tra l'11 e la 13 settimana di gestazione. Si tratta di esami invasivi che possono avere complicazioni importanti tra cui l'aborto.

La diagnosi dopo la nascita

La diagnosi dopo la nascita può essere fatta con il rilievo di alterazioni dello sviluppo somatico e neuromotorio associate ad altre anomalie e malformazioni tipiche. La conferma si ha comunque dall'analisi dei cromosomi.

Cosa comporta una patologia cromosomica

Sia le anomalie di numero che di struttura (se sbilanciate) possono causare malattie diverse una dall'altra a seconda del cromosoma interessato. Le patologie cromosomiche sono però solitamente accomunate dalla presenza di:

  • ritardo mentale;
  • ritardo di crescita;
  • malformazioni congenite;
  • anomalie del viso o del corpo

 

Purtroppo, non esiste una cura per le malattie cromosomiche, tuttavia a seconda del tipo di anomalia è possibile mettere in atto degli interventi terapeutici specifici.

Fonti utilizzate:

  • Servizio Sanitario regionale Emilia-Romagna, Diagnosi prenatale delle anomalie cromosomiche, 2013
  • National Human Genome Research Institute, Chromosome Abnomarlities, 2020
  • "Chromosome abnormalities in human being", Mutation Research, 1997

Revisionato da Francesca De Ruvo

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