Le ecografie da fare in gravidanza
Se la gravidanza è fisiologica e non ci sono particolari fattori di rischio, non serve fare tante ecografie: secondo le autorità sanitarie e le società scientifiche italiane, due o tre ecografie possono bastare per tutti i nove mesi. In particolare, le Linee guida della Società italiana di ecografia ostetrica e ginecologica (Sieog) raccomandano tre esami ecografici: rispettivamente nel primo, nel secondo e nel terzo trimestre. E tre ecografie sono quelle "passate" in generale dal Sistema sanitario nazionale. Naturalmente, tutto questo discorso non vale in presenza di rischi particolari o di situazioni patologiche: in questi casi, il medico valuterà l'opportunità di esami ecografici più frequenti ed eventualmente specializzati, come per esempio ecografie di II livello o doppler delle arterie uterine.
In questo articolo
Il momento migliore per eseguire l'ecografia del primo trimestre è intorno alle 12 settimane. A quest'epoca, infatti, non ci si limita più a "datare" la gravidanza e a verificare il numero di feti e la loro vitalità, ma si può anche effettuare una prima importante valutazione degli organi del bambino e soprattutto del cuore.
Inoltre, è proprio tra le 11 e le 13 settimane che è possibile effettuare il test combinato per lo screening del rischio di anomalie cromosomiche: un test costituito dalla misurazione, tramite ecografia, di un parametro chiamato translucenza nucale (lo spessore della cute dietro il collo del feto) e dal dosaggio nel sangue materno di alcune sostanze prodotte dalla placenta.
Insieme all'ecografia del primo trimestre, è la più importante della gravidanza. Si esegue intorno alle 20 settimane e consente di esaminare tutti gli organi del feto, dalla testa ai piedi: la differenza rispetto alla prima ecografia sta nel fatto che gli organi fetali si vedono ancora meglio e in più si possono analizzare molto bene alcune strutture, soprattutto cerebrali, che a 12 settimane non sono ancora completamente sviluppate.
Inoltre, nel corso dell'ecografia morfologica è possibile definire con certezza il sesso del bambino e valutare la quantità di liquido amniotico e la posizione della placenta.
L'ecografia del secondo trimestre ha l'obiettivo principale di verificare le dimensioni del bambino e la normalità della sua anatomia. Se emerge il sospetto che ci sia qualche problema, il medico indirizza verso un'ecografia detta di II livello, da eseguire in centri specializzati, detti appunto di secondo livello, che permette di analizzare gli organi con maggiore accuratezza.
L'ecografia del terzo trimestre
L'ecografia del terzo trimestre, che si esegue intorno alle 32 settimane, permette di valutare come sta crescendo il feto, la sua presentazione - che può essere cefalica, podalica o trasversa - la posizione della placenta e la quantità di liquido amniotico.
In più si analizzano in dettaglio alcuni organi - in particolare cervello, cuore, reni, stomaco e vescica - per i quali potrebbero rendersi evidenti malformazioni che prima non erano visibili.

Ecografie del feto: le immagini mese dopo mese
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È utile fare ecografie in più durante la gravidanza?
In Italia, in realtà, si fanno molte più ecografie delle due/tre previste dalle Linee guida, anche perché sono molte le donne che si rivolgono a specialisti privati, ormai quasi tutti provvisti di un ecografo.
Diciamolo subito: in condizioni normali, queste ecografie in più non hanno un particolare valore medico, perché tutte le informazioni che servono possono essere raccolte nel corso dei tre esami previsti dalle linee guida Sieog.
È vero però che le ecografie "di controllo" eseguite nello studio del ginecologo rassicurano la mamma sulla vitalità del suo bambino. Inoltre, alcuni dati scientifici suggeriscono che le immagini ecografiche - 2D, ma anche 3D e 4D - aiutare a costruire un rapporto con il bambino già durante la gravidanza.
Fonti
- Linee guida 2010 della Società italiana di ecografia ostetrica e ginecologica (Sieog);
- Linee guida sulla gravidanza fisiologica del Ministero della salute;
- ebook Gravidanza ostetrica easy della ginecologa Valentina Pontello,
- consulenza di Giuseppe Calì, presidente Sieog;
- consulenza Nicola Persico, Medico Dirigente di I livello presso la Clinica Ostetrica e Ginecologica Mangiagalli di Milano.
Revisionato da Francesca Capriati