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Immunoprofilassi anti–D e fattore Rh: quando si deve fare?

di Sarah Pozzoli - 31.01.2024 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Immunoprofilassi anti–D e Fattore Rh, che cos'è l'immunoprofilassi e quando si deve fare? Come funziona l'immunoprofilassi nella seconda gravidanza

In questo articolo

Fattore Rh, che cos’è l’immunoprofilassi anti–D e quando si deve fare

L'immunoprofilassi anti-D consiste nella somministrazione di immunoglobuline specifiche contro il fattore Rh (immunoglobuline anti-D), che impedisce la produzione di anticorpi materni contro i globuli rossi del feto. Si tratta semplicemente di un'iniezione intramuscolare sulla spalla. Ma quando va fatta e in quali condizioni?

Chi la deve fare e quando?

L'immunoprofilassi deve essere effettuata entro 72 ore dal parto da tutte le donne che hanno un fattore Rh negativo e hanno avuto un bambino Rh positivo. In questo modo, si proteggono eventuali feti di gravidanze future.

La profilassi è necessaria perché, anche se non c'è stato contatto tra sangue materno e sangue fetale nel corso della gravidanza, di sicuro questo contatto si verifica durante il parto.

La prima gravidanza diventa un fatto di 'immunizzazione certo' per il contatto tra sangue della madre e del bambino durante il parto

Sempre per donne Rh negative, l'immunoprofilassi è indicata anche prima del parto, quando può esserci contatto tra sangue materno e sangue fetale, per esempio in caso di aborto (spontaneo o indotto) o minaccia d'aborto, di indagini invasive (come amniocentesi e villocentesi), digravidanza extrauterina, di traumi addominali, di procedure ostetriche come le manovre per la versione cefalica del feto.

In tutti i casi di un possibile evento immunizzante, l'immunoprofilassi va sempre eseguita entro 72 ore dall'evento stesso.

L'immunoprofilassi di routine

Negli ultimi anni anche in Italia, come già accade in altri paesi, si sta affermando la prassi (per altro suggerita dalle Linee guida per la gravidanza fisiologica del Ministero della salute) di effettuare un'immunoprofilassi di routine già a 28/30 settimane, per tutte le donne Rh negative. Questo perché si è osservato che un numero consistente di primipare fabbrica anticorpi contro il sangue del bambino eventualmente RH positivo già nel terzo trimestre di gravidanza (cioè prima del parto).

Per l'esecuzione dell'immunoprofilassi anti-D non è richiesto il digiuno.

Se la mamma dopo la prima gravidanza non ha fatto l'immunoprofilassi per il fattore RH, possono presentarsi alcuni rischi per le gravidanza future.

Per questo, in caso di compatibilità del fattore Rh, si fa l'immunoprofilassi prima o dopo il parto del primo figlio per prevenire problemi nella seconda gravidanza.

Fonti

  • Linee guida per la gravidanza fisiologica del Ministero della salute;
  • Centro di documentazione sulla salute perinatale e riproduttiva dell'Emilia Romagna;
  • Raccomandazioni per la prevenzione ed il trattamento della malattia emolitica del neonato della Società italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia;
  • consulenza del ginecologo Giuseppe Noia, professore associato all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e responsabile del Centro di diagnosi e terapia fetale del Policlinico Gemelli di Roma.

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Revisionato da Francesca Capriati

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