Ecografia del primo trimestre: quando si fa e cosa si vede?
Le linee guida aggiornate del Ministero della Salute sulla gravidanza fisiologica parlano chiaro: la prima visita dal ginecologo va fatta intorno alla decima settimana e una prima ecografia da fare nel primo timestre. In teoria la prima ecografia può essere fatta già a partire dalla sesta-settima settimana fino alla tredicesima ed effettivamente la curiosità della futura mamma, appena scoperta la gravidanza, è così tanta che, appena possibile, chiede di poter vedere il suo piccolo. Ma se fatta molto precocemente, può fornire solo poche informazioni. Per esempio, permette di valutare il numero di embrioni presenti, la loro vitalità, la correttezza dell'impianto in utero. Inoltre, consente di stabilire in maniera accurata l'epoca della gravidanza correggendo, se necessario, la data presunta del parto stimata in base all'ultima mestruazione.
Quando si fa l'ecografia del primo trimestre?
Secondo le indicazioni dei ginecologi l'ecografia di screening del primo trimestre, va fatta entro 13 settimane +6 giorni con lo scopo
di eseguire la datazione della gravidanza e di valutare se si tratta di gravidanza singola o gemellare, ed escludere una gravidanza extrauterina.
Quali sono le ecografie gratuite in gravidanza?
Secondo i nuovi LEA il servizio sanitario offre gratuitamente due ecografie durante la gravidanza: una nel primo trimestre (la translucenza nucale da fare con il test combinato) e una nel secondo. L'ecografia del terzo trimestre non viene più offerta gratuitamente a tutte le donne, ma solo a quelle per le quali il medico identifica una patologia materna o fetale per cui è opportuno eseguire un esame ecografico.
L'ecografia del primo trimestre è interna o esterna?
La scelta spetta al medico: questa ecografia può essere fatta sia per via trans-addominale (quindi esterna), sia trans-vaginale (quindi interna). In entrambii casi è un esame indolore e senza rischi.
Quando è meglio fare la prima ecografia in gravidanza?
Per evitare falsi allarmi nel caso in cui la prima ecografia sia fatta troppo presto, in un'epoca in cui ancora non si può vedere nulla, gli esperti consigliano in genere di aspettare qualche settimana.
Addirittura, in alcuni paesi, come per esempio il Regno Unito, per prassi proprio non è contemplata l'esecuzione di un'ecografia prima delle 12 settimane. Questo, ovviamente, a meno che non siano presenti elementi che suggeriscono che sia meglio controllare precocemente che cosa sta accadendo: per esempio, se c'è una predisposizione familiare a gravidanze gemellari, se in passato si è avuta una gravidanza extrauterina, se si sono verificate delle perdite.
Cosa si vede dall'ecografia a 12 settimane?
Un'ecografia effettuata tra le 11 e le 13 settimane permette di fare una prima importante valutazione degli organi del feto, soprattutto del cuore, che completa il suo sviluppo già a 10 settimane, evidenziando sospetti che potranno essere approfonditi con indagini supplementari, come una nuova ecografia più specifica o l'ecocardiografia fetale.
Stesso discorso per altri organi o altre parti anatomiche, come il cervello, lo stomaco, la vescica o gli arti, di cui si possono già evidenziare le malformazioni più gravi.
Infine, grazie alla misurazione di un particolare parametro chiamato translucenza nucale, offre informazioni utili per stimare il rischio che il bambino possa essere affetto da un'anomalia cromosomica.
Secondo la Nub Theory, già a 12 settimane è possibile anche scoprire il sesso del bambino.
Valutazione generale del feto e dell'anatomia fetale
Oltre alla translucenza nucale, viene valutata:
- attività cardiaca
- posizione placenta
- cordone ombelicale
- liquido amniotico
- cranio
- parete addominale
- stomaco
- vescica
- braccia
- gambe
Ecografie del feto in 3D
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L'ecografia del primo trimestre fa scoprire se si soffrirà di preeclampsia?
Uno degli avanzamenti più recenti che si è verificato nel campo delle ecografie ostetriche riguarda effettivamente la possibilità di utilizzare l'ecografia del primo trimestre come strumento per la valutazione del rischio dipreeclampsia, una condizione potenzialmente molto pericolosa per il feto e per la mamma, caratterizzata da aumento della pressione e presenza di proteine nelle urine.
Si è infatti scoperto che, associando il risultato del doppler delle arterie uterine - un esame ecografico - nel primo trimestre al dosaggio nel sangue materno di alcune sostanze di origine placentare, come la PAPP-A e il PLGF (fattore di crescita placentare) e ad altri parametri clinici, si possono ottenere già a 12 settimane indicazioni sul rischio di preeclampsia per epoche successive della gravidanza.
Si tratta di un'informazione importante, perché l'unica terapia che sembra mostrare una certa efficacia nel ridurre il rischio della malattia è la somministrazione di aspirinetta, che deve però avvenire precocemente, prima delle 16 settimane. Poiché è impossibile pensare che tutte le donne in gravidanza assumano aspirinetta, disporre di uno strumento per identificare le donne più a rischio potrebbe essere davvero molto utile.
Al momento, comunque, questo tipo di test è effettuato solo in particolari centri specializzati e su pazienti che, per le loro caratteristiche cliniche, sembrano già avere un rischio aumentanto di preeclampsia.
Cos'è l'ecografia della Translucenza nucale?
E' un parametro importantissimo per lo screening del rischio di anomalie cromosomiche, in particolare la sindrome di Down (o trisomia 21), ma anche la trisomia 13 e la trisomia 18 (le più frequenti dopo la 21), specie se abbinata al dosaggio nel sangue materno di due sostanze di origine placentare, la Beta-hCG (frazione beta libera della gonadotropina corionica) e la PAPP-A (proteina plasmatica A associata alla gravidanza).
L'insieme di questi esami, che si chiama test combinato del primo trimestre, consente di fornire alla coppia una stima del rischio che il bambino sia affetto da patologie cromosomiche.
Quanto è affidabile il test combinato?
Se questo test viene eseguito da operatori qualificati utilizzando standard internazionali e, la sensibilità è del 90% nei confronti della sindrome di Down, il che significa che riusce a individuare 90 feti su 100 affetti dalla patologia; per la trisomia 18 e 13 le percentuali sono anche più elevate.
I falsi positivi - inevitabili in tutti i test di screening - sono invece del 3-5%: significa che sono tre-cinque su 100 le donne alle quali, in base all'esito dello screening, risulta un falso rischio aumentato e alle quali viene dunque consigliato di sottoporsi ad esami invasivi, come villocentesi o amniocentesi, senza che in realtà ce ne sia bisogno.
Meglio il test combinato o la villocentesi/amniocentesi?
Lo scopo del test combinato è quello di indirizzare verso villo o amniocentesi solo le donne in cui risulta un rischio aumentato, riducendo così drasticamente la perdita di feti sani.
In ogni caso, è necessario che la donna sia ben informata e decida con cognizione di causa, prima di tutto quale livello di informazioni desidera sul proprio bambino e in secondo luogo se, volendo informazioni su eventuali anomalie cromosomiche, preferisce sottoporsi ad un test di screening innocuo che dà una stima del rischio oppure effettuare da subito un test di diagnosi certa che però comporta un rischio, sia pure basso, di aborto.
Dove fare l’ecografia del primo trimestre?
Le ecografie di routine previste dalle linee guida del Ministero della salute per la gravidanza fisiologica - e dunque anche quella del primo trimestre - possono essere fatte tranquillamente presso tutti i consultori sparsi sul territorio o gli ospedali con un reparto di ginecologia e ostetricia. Oltre, che, naturalmente, presso specialisti privati che abbiano un'attrezzatura adeguata (ormai sono la maggior parte).
A questo proposito vale la pena ricordare che, visti i tempi d'attesa delle strutture pubbliche, per sperare di fare il test combinato in regime convenzionato, conviene muoversi appena si scopre di essere incinte.
Fonti
- Linee guida 2010 della Società italiana di ecografia ostetrica e ginecologica (Sieog);
- ebook Gravidanza ostetrica easy della ginecologa Valentina Pontello,
- consulenza di Giuseppe Calì, presidente Sieog;
- consulenza Nicola Persico, Medico Dirigente di I livello presso la Clinica Ostetrica e Ginecologica Mangiagalli di Milano;
- consulenza di Tullia Todros, responsabile della Struttura complessa di ginecologia e ostetricia dell'Azienda ospedaliera Città della salute e della Scienza di Torino;
- Ministero della Salute.
- Screening della preeclampsia del I trimestre di gravidanza
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Revisionato da Francesca Capriati