7 - VALUTA LA POSSIBILITA' DI FARE VILLOCENTESI O AMNIOCENTESI
Se la futura mamma vuole avere la certezza che il proprio bambino non sia affetto da patologie cromosomiche, ha la possibilità di effettuare due esami più dettagliati, ma più invasivi, di diagnosi prenatale, per raccogliere cellule di cui si analizzano poi i cromosomi. Entrambi questi esami, vale a dire il prelievo dei villi coriali e l’ amniocentesi, comportano la penetrazione di un sottile ago all’interno dell’utero, con conseguente rischio di aborto, sia pure minimo (fra lo 0,5 e l’1% dei casi). È comunque sempre consigliabile informarsi preventivamente, per scegliere strutture sanitarie qualificate e operatori che vantano una lunga esperienza in merito a queste procedure.
1 - INFORMA IL GINECOLOGO SUL RISCHIO DI MALATTIE CONGENITE
4 - STOP A SIGARETTE, ALCOL E DROGHE
5 - NON PRENDERE MEDICINE DI TUA INIZIATIVA
6 - INFORMATI SUI TEST NON INVASIVI DI DIAGNOSI PRENATALE
9 - SAPPI CHE IL FETO PUO' ESSERE CURATO ANCORA IN UTERO O SUBITO DOPO LA NASCITA
10 - ASSICURATI CHE AL BEBE' SIANO FATTI I PRIMI SCREENING
Il decalogo è a cura dei prof Domenico Arduini, Enrico Ferrazzi, Anna Maria Marconi (ostetrici e ginecologi) e del genetista Giuseppe Simoni. Sarà distribuito gratuitamente in diversi ospedali e negli studi di 7.500 ginecologi italiani.