Primo appuntamento per il controllo a termine
Se una piccola percentuale di gravidanze termina con un parto prima del previsto, per la maggior parte si arriva alla 37esima settimana, considerata ormai a termine. Ma cosa succede quando si è di 40 settimane e ancora non si muove nulla? Oggi parliamo del primo appuntamento per il controllo a termine.
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Gravidanza oltre il termine, che significa?
Come abbiamo detto, un bambino viene considerato come nato a termine se nasce dopo le 37 settimane di gestazione. A partire da questo momento, quindi, molte donne restano in trepidante attesa che qualcosa si muova e che il bimbo si decida a nascere. Sono settimane spesso lunghissime, in cui il peso della pancia e i fastidi rendono difficili giornate e notti. Se poi si arriva a 40 settimane, considerate il termine della gravidanza, e non succede nulla, la gestazione è da considerarsi oltre il termine. Da questo momento, infatti, la donna viene controllata più volte durante un paio di settimane, per verificare che il feto stia bene, il liquido amniotico sia sufficiente e non ci siano problemi.
In genere, se ci si trova di fronte a una gravidanza oltre il termine si prevede un'induzione del parto passate le 41 settimane.
Cosa fare se si arriva a 40 settimane
Giunte quindi a 40 settimane, è necessario prenotare controlli periodici per valutare lo stato complessivo della gravidanza e in particolare la salute del feto. Normalmente è il ginecologo o la struttura che segue la gestazione a stabilire il calendario dei controlli, prevedendo già, verso le 37-38 settimane, il primo appuntamento per la visita a termine.
Primo appuntamento gravidanza a termine
Se arrivate alla scadenza non ci sono accenni di travaglio, dovrete quindi sottoporvi al primo appuntamento per gravidanze a termine che, in molte strutture ospedaliere, ha un ambulatorio dedicato. Questa prima visita dopo la data presunta del parto serve a monitorare diversi parametri.
Alla prima visita, la donna incinta viene sottoposta a monitoraggio del battito fetale per circa 30 minuti o un'ora.
Viene effettuata una visita ostetrica per verificare lo stato della cervice ed eventuale dilatazione, si controlla il liquido amniotico e si misura la pressione arteriosa della mamma.
Quando prenotare la prima visita a termine
Come già accennato, solitamente è chi vi segue nella gravidanza che si occupa di indicarvi, in occasione dell'ultima visita, quando dovrete tornare se, passate le 40 settimane, non avete ancora partorito. Questo succede in genere intorno alle 37-38 settimane, ma se così non fosse è bene contattare il proprio ginecologo o la struttura in cui si intende partorire per prendere appuntamento. Molti ospedali pubblici hanno ambulatori dedicati proprio al monitoraggio delle gestanti a termine.
Gravidanza a termine a basso rischio
Ci possono essere però delle differenze a seconda del tipo di gravidanza. Se per esempio si tratta di una gravidanza a rischio, potrebbero decidere di non portarvi a termine e indurre il parto prima della scadenza. In quelle invece che non presentano rischi, è prassi prenotare il primo appuntamento a 40+3, ripetendolo poi ogni 3-5 giorni fino al momento del parto, che sia indotto o che si scateni naturalmente.
Cosa portare al primo appuntamento a termine
Che abbiate preso appuntamento voi o ve lo abbiano dato in automatico, dovrete presentarvi alla visita con la tessera sanitaria e, in genere, anche l'impegnativa del SSN (quella rossa) in cui si chiede "visita ostetrica ed ecografia ostetrica". Chiedete quindi all'ospedale o all'ambulatorio se avete bisogno di questa ricetta oppure no.
Il primo appuntamento per il controllo a termine viene prenotato di solito dalla struttura in cui si intende partorire, e ha come scopo verificare lo stato di salute del bambino e della mamma. In alcuni casi il parto lo precede, in altri è solo la prima di una serie di visite a cui la gestante a termine dovrà sottoporsi dopo la 40esima settimana.
Aggiornato il 05.11.2021