Quando guardiamo un film o una serie tv capita spesso di "assistere" alle ecografie in cui viene svelata una gravidanza, la presenza di gemelli, il sesso del nascituro o ancora qualche problema. Peccato che spesso queste rappresentazioni siano irrealistiche perché frutto delle esigenze cinematografiche: nelle primissime settimane di gestazione le ecografie sono interne! Facciamo quindi chiarezza sui tipi di ecografia in gravidanza e su quante la futura mamma dovrà farne.
In questo articolo
A cosa servono le ecografie in gravidanza
Solitamente, la prima ecografia ha lo scopo di verificare l'esistenza della gravidanza e di appurarsi che tutto vada bene. In seguito, a seconda di chi segue la gestazione - ginecologo privato, struttura pubblica o ostetrica - ma anche del tipo di gravidanza - a rischio, gemellare - le ecografie potranno essere un minimo di due (una nel secondo trimestre e l'altra nell'ultimo) a molteplici. In ogni caso, a ogni ecografia il medico misura il feto per controllare che le diverse parti del corpo siano in linea con la crescita e le settimane di gestazione, ma osserva anche placenta, cordone, liquido amniotico, sacco e utero.
La differenza tra ecografia interna ed esterna
Come abbiamo anticipato, esistono due tipi di ecografia: la prima interna, la seconda esterna. Quando si sceglie l'una o l'altra?
L'ecografia interna o transvaginale, nota anche con l'acronimo di TVS (Trans-Vaginal Sonography) si effettua con uno strumento che, ricoperto con una guaina di lattice (come un preservativo) e poi da gel, viene inserito all'interno della vagina. La sonda emette delle onde sonore che permettono di valutare lo stato degli organi interni. L'ecografia pelvica transvaginale permette di valutare lo stato di salute del feto, la sua morfologia, gli arti e il polo cefalico. È la prima ecografia a cui viene sottoposta la futura mamma: può essere richiesta appena il test è positivo per valutare l'impianto e la presenza del battito, altrimenti di solito si fa tra la sesta e l'ottava a settimana come controllo del primo trimestre.
A partire dal secondo semestre, seguendo anche la pancia che cresce, si effettuano solitamente ecografie esterne, chiamate anche transaddominali. Questo è il tipo più conosciuto di ecografia e, in assenza di indicazioni diverse, viene usato per tutto il resto della gravidanza. In alcuni casi, come un sospetto accorciamento del collo dell'utero o un'iniziale dilatazione precoce, l'ecografia transvaginale resta il migliore strumento di valutazione.
Quante ecografie si fanno in gravidanza
Il numero di ecografie può variare in base a due fattori: chi segue la gravidanza o lo stato stesso della gravidanza.
Nel primo caso, se vi rivolgete a un ginecologo privato con ecografo in studio è molto probabile che vi sottoporrà a una ecografia al mese. Durante ciascuna, prenderà le misure e valuterà lo stato complessivo della gestazione.
Qualora non avesse un ecografo o foste seguite dal Sistema Sanitario Nazionale, le ecografie previste sono soltanto tre, una a trimestre:
- la prima (transvaginale) durante il primo trimestre, solitamente tra l'undicesima e la tredicesima settimana, e serve a verificare che tutto vada bene e spesso coincide con la translucenza nucale;
- la seconda si effettua tra la ventesima e la ventiduesima settimana, e prende il nome di ecografia morfologica;
- la terza si effettua tra le 28 e le 32 settimane di gestazione ed è necessaria per verificare il buon avanzamento della gravidanza.
In questi tre casi, con ricetta medica, il servizio è coperto dal SSN tramite ticket, basta prenotarsi (ma ricordate di farlo per tempo).
In caso di gravidanze a rischio o gemellari, le ecografie saranno ovviamente molte di più.
La prassi di farsi seguire dal proprio ginecologo e la volontà dei futuri genitori di sapere che va tutto bene rende il numero di ecografie effettuate in gravidanza superiore al necessario (che sarebbe, appunto, tre) ma la raccomandazione è di non esagerare: se da una parte rassicura vedere il bambino e sentirne il battito, dal punto di vista psicologico potrebbe essere più traumatico in caso di aborto, perché i genitori non se lo aspettano.
D'altra parte, ecografie troppo presto (per esempio per conoscere il sesso del nascituro prima della morfologica) potrebbero evidenziare anomalie non chiare, visibili correttamente soltanto durante l'esame morfologico della ventesima settimana, e quindi far incappare in errori di valutazione.
Una tendenza, quella dell'abuso delle ecografie in gravidanza, che sembra non riguardare soltanto l'Italia ma molti altri paesi.