Zanzare e gravidanza, come proteggersi? In molti luoghi, in Italia, le zanzare sono un vero flagello delle serate estive, e non solo: se c'è di mezzo la zanzara tigre, il fastidio è assicurato anche durante il giorno. Difendersi, per fortuna, è possibile. In commercio si trovano moltissimi prodotti antizanzare, più o meno efficaci: dalle varie formulazioni da applicare sulla pelle alle piastrine, dagli emanatori elettrici di insetticidi liquidi ai classici zampironi, fino alle scenografiche torce e candele da giardino.
In gravidanza, però, può sorgere qualche dubbio sulla loro sicurezza
In fin dei conti si tratta pur sempre di repellenti o insetticidi: sicuri che non facciano male al feto o all'embrione? Abbiamo girato la domanda al tossicologo Georgios Eleftheriou, medico del Centro Antiveleni e Tossicologia dell'ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Che risponde in generale in modo rassicurante, affermando che molti di questi prodotti si possono utilizzare con tranquillità anche in gravidanza.
Partiamo dai prodotti da applicare sulla pelle, nelle varie formulazioni possibili: spray, salviettine, gel, lozione. Tra i principi attivi che si possono trovare più comunemente in questi prodotti troviamo
- il Deet (dietiltoluamide),
- l'icaridina (o picaridina),
- il PMD (paramatandiolo o Citrodiol, derivato da un estratto dell'eucalipto).
Altri prodotti, generalmente presentati come "naturali", contengono oli essenziali con presunta attività repellente, per esempio
- oli di geranio,
- citronella,
- eucalipto,
- limone,
- tea tree,
- lavanda.
"E' inevitabile che un po' di principio attivo venga assorbito a livello cutaneo e raggiunga il feto passando attraverso la placenta" afferma Eleftheriou. Precisando però che si tratta di quantità minime, ritenute tali da non comportare effetti significativi per l'embrione o il feto.
In alcuni casi la conferma della sicurezza arriva da vari studi scientifici: sia esperimenti eseguiti in laboratorio con animali, sia osservazioni che hanno coinvolto nel tempo varie migliaia di donne. "In molti paesi del mondo le zanzare non sono solo un fastidio, ma possono veicolare malattie importanti come la malaria, o più di recente, il virus Zika.
Proteggersi è fondamentale e per questo sono stati condotti alcuni studi per valutare la sicurezza dei prodotti antizanzare" sottolinea il medico.
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A fare il punto sulle conoscenze specifiche in merito è per esempio un articolo di MotherToBaby, portale informativo sul rischio dell'uso in gravidanza di farmaci e altre sostanze, pubblicato da un'associazione nordamericana di specialisti in teratologia, la disciplina che studia anomalie e malformazioni fetali.
Il repellente più studiato è il Deet, per il quale esistono dati consistenti riferiti sia ad animali sia a esseri umani. Dati che, dichiara l'articolo, suggeriscono che non ci sia un significativo aumento del rischio di problemi fetali in caso di utilizzo in gravidanza, sia nel primo trimestre sia nelle epoche successive. Anche per l'icaridina e il PMD il profilo di rischio sembra analogo, per quanto in questo caso i risultati vengano esclusivamente da studi su animali.
Insomma, per icaridina, PMD e soprattutto Deet – consigliato anche dai Centri il controllo delle malattie (CDC) di Atlanta e dall'associazione dei ginecologi ostetrici americani – è semaforo verde all'utilizzo in gravidanza.
E per quanto riguarda invece i prodotti naturali (compreso l'olio essenziale di eucalipto, che è cosa diversa dal PMD o Citrodiol)? “Qui paradossalmente la situazione è più critica, perché di studi non ce ne sono, né su animali né tantomeno sull'uomo” dichiara Eleftheriou. Aggiungendo che è difficile che possano esserci rischi clinici significativi, i quali però allo stato attuale delle conoscenze non possono essere definitivamente esclusi. Per altro, questi prodotti sono anche tendenzialmente meno efficaci, per cui si rischia di essere non solo meno sicure, ma anche meno protette. Nel dubbio, insomma, meglio evitare.
Un aspetto al quale prestare attenzione nella scelta del repellente da usare è la concentrazione di principio attivo, che varia da prodotto a prodotto anche tra le varie linee di una stessa marca. “Le diverse concentrazioni rendono conto di differenze nella durata della protezione: un antizanzare con Deet al 25%, per esempio, garantirà protezione per circa 10 ore, mentre un prodotto con Deet al 10% la garantirà per due/tre ore” spiega il tossicologo.
La scelta, quindi, dipende soprattutto dalle circostanze, anche se, in generale, per le esigenze che si possono avere nel nostro paese va benissimo il prodotto a concentrazione più bassa.
Secondo Eleftheriou, infine, non ci sono grosse differenze in termini di assorbimento per quanto riguarda le diverse formulazioni, per cui si può scegliere quella preferita.
Ecco in consigli di MotherToBaby e dei CDC di Atlanta (valgono per tutti, non solo per le donne incinte):
- seguire le indicazioni presenti sulla confezione;
- utilizzarli solo quando strettamente necessario;
- lavarli via con acqua e sapone quando non si è più esposti agli insetti;
- applicarli solo sulla pelle esposta o sui vestiti, non al di sotto degli indumenti;
- non applicarli mai su pelle irritata o con ferite o abrasioni;
- se si desidera applicarli sul volto, non spruzzarli direttamente, ma applicarli prima sulle mani per poi distribuirli sul viso, evitando la zona intorno alla bocca e agli occhi. Secondo Eleftheriou, tuttavia, per proteggere il volto basta spruzzarli sulla maglietta;
- se si usa anche una crema solare, applicare prima la crema e poi il repellente.
- lavarsi accuratamente le mani dopo l'applicazione, per evitare ingestioni accidentali.
Anche in questo caso c'è una grande varietà. Piastrine, zampironi e insetticidi liquidi in genere sono a base di permetrina o altre piretrine. "I dati epidemiologici disponibili dicono che, se usati secondo le indicazioni del produttore, non dovrebbero comportare rischi significativi” afferma il tossicologo. In particolare: gli zampironi vanno sempre usati all'aperto, mai al chiuso, e nel caso di piastrine e insetticidi liquidi occorre sempre areare bene gli ambienti prima di soggiornarvi nuovamente.
Stesso discorso per candele e torce a base di citronella: via libera a un uso moderato ed esclusivamente all'aperto, evitando di inalare i fumi emessi. Va detto però che non sono strumenti particolarmente efficaci. “In ogni caso, è sempre buona norma verificare che cosa contengono: spesso in commercio si trovano prodotti nei quali non è neppure indicato cosa ci sia dentro, e questi sono sicuramente da evitare” consiglia Eleftheriou.
- ovviamente, preferire luoghi chiusi, con aria condizionata o zanzariere;
- all'aperto indossare abiti con maniche lunghe e pantaloni, preferibilmente di colori chiari, che risultano meno attrattivi per le zanzare;
- evitare l'uso di profumi, oltre che detergenti e deodoranti profumati, che attraggono gli insetti.
Le donne in gravidanza attirano più zanzare?
Lo si sente dire spesso, ma in realtà conclusioni definitive su questo argomento non ce ne sono, anche perché mancano dati e osservazioni seri in proposito.
Spesso, chi sostiene che le donne in gravidanza siano più “attrattive” per le zanzare lo fa sulla base di uno studio condotto in Gambia e pubblicato nel 2000 sulla rivista Lancet. Lo studio aveva messo a confronto il numero di zanzare ritrovate al mattino sotto le zanzariere che coprivano i letti di donne incinte e non incinte, trovando che nel primo caso erano effettivamente di più (circa il doppio). Un dato che gli autori avevano spiegato chiamando in causa una maggiore emissione di anidride carbonica e una maggior temperatura corporea da parte delle future mamme. Entrambi fattori in grado di attirare zanzare. Ma attenzione: lo studio aveva coinvolto un numero troppo piccolo di partecipanti per poter trarre conclusioni definitive (72 donne in tutto) e soprattutto non aveva potuto escludere la possibilità che sotto le zanzariere delle donne incinte ci finissero più zanzare semplicemente perché queste donne le aprivano più spesso delle altre, alzandosi per andare a fare pipì.
Un altro studio condotto in Sudan nel 2003 era giunto a conclusioni analoghe, ma anche in questo caso c'erano evidenti limiti di metodo, a partire dai numeri ancora più piccoli (18 donne in totale). Per di più, la maggiore attrattività delle donne incinte riguardava una sola specie di zanzara e non altre pure presenti nella zona.
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