Il distacco di placenta
Perdite di sangue, contrazioni intense e persistenti, dolore addominale, riduzione dei movimenti fetali: possono essere sintomi di distacco di placenta, una complicazione della gravidanza che può avere conseguenze gravi per mamma e bambino. Vediamo esattamente di che cosa si tratta, con il contributo di Tullia Todros, responsabile della struttura di ginecologia e ostetricia della Città della scienza e della salute di Torino.
Che cos'è il distacco di placenta
Si tratta di una complicazione della gravidanza, in cui la placenta - l'organo che permette il trasferimento di ossigeno e sostanze nutritive dalla mamma al feto - si stacca in tutto o in parte dall'utero prima della nascita del bambino.
"Ovviamente, dopo la nascita la placenta deve staccarsi. Anzi, questo distacco è una fase fondamentale del parto stesso" spiega Todros. "Il problema nasce quando il distacco si verifica prima del parto, perché si riduce o si arresta del tutto il rifornimento di ossigeno al bambino".
Una precisazione: stiamo parlando dei distacchi che possono intervenire dopo le 20 settimane di gravidanza, per i quali non c'è possibilità di recupero. "Altro discorso sono i piccoli distacchi del trofoblasto, il precursore della placenta, che si possono verificare fino a 14-15 settimane di gravidanza, si manifestano con perdite e sanguinamenti e sono spesso senza conseguenze" precisa Todros.
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Quanto è frequente
"Distacchi di placenta significativi si verificano in circa l'1% delle gravidanze" afferma la ginecologa. Le forme più gravi, che possono portare alla morte del feto, sono molto più rare, e interessano un parto ogni 800-1600.
Che cosa comporta il distacco di placenta per il bimbo
"Se il distacco è minimo, non ci sono praticamente conseguenze. Se invece riguarda una porzione più estesa di placenta, al bambino non arrivano più sostanze nutritive e ossigeno a sufficienza" spiega Todros. Questo può portare a restrizioni anche importanti della crescita e, purtroppo, anche a morte in utero, specie se il distacco è massiccio e improvviso. Poiché l'unica possibilità di intervento è il parto, il distacco di placenta può comportare parto prematuro.
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Che cosa comporta il distacco di placenta per la mamma
Se il distacco si accompagna a perdite di sangue importanti, per la mamma può essere necessaria una trasfusione di sangue. Inoltre, ma sono casi rari, potrebbe verificarsi un'insufficienza renale o di altri organi. "In alcuni casi il sanguinamento risulta inarrestabile anche dopo il parto: bisogna allora procedere con l'asportazione dell'utero, l'isterectomia" precisa Todros.
Per le mamme ci potrebbero essere anche conseguenze a lungo termine: uno studio pubblicato nel 2014 da un gruppo di ricercatori israeliani ha concluso che le donne con una storia di distacco di placenta hanno un rischio un pochino più alto del normale di mortalità per malattie cardiovascolari - per esempio l'infarto - nei dieci anni successivi l'evento. Si tratta tuttavia di dati da confermare, perché siamo nell'ambito di un nuovo settore di ricerca.
I sintomi del distacco di placenta
I sintomi principali sono tre:
- il sanguinamento vaginale - che però non è sempre presente -
- l'indurimento dell'utero, che si contrae in modo forte e persistente
- e il dolore addominale che accompagna questa contrazione e che può estendersi alla schiena.
"Le perdite possono anche non esserci se il distacco riguarda la parte centrale della placenta" spiega Todros. "In questo caso, infatti, il sangue si infiltra nell'utero anziché trovare una strada verso l'esterno".
La gravità della situazione, dunque, non dipende dall'entità delle perdite.
"Un altro possibile segnale è la riduzione dei movimenti del feto" sottolinea la ginecologa. "Se la mamma ha la percezione che il feto si muova meno del solito dovrebbe consultare il proprio medico o recarsi al pronto soccorso ostetrico per vedere come stanno le cose". Può darsi che non sia nulla, o che siano in gioco altre cause meno gravi, ma è sempre meglio controllare.
Se il distacco di placenta è piccolo o comunque procede lentamente i segnali che qualcosa non va potrebbero venire dai controlli più che dalle condizioni materne: secondo quanto riportato dal sito informativo della Mayo Clinic americana, un controllo potrebbe rivelare un ritardo di crescita o un ridotto quantitativo di liquido amniotico (oligoidramnios).
Quando andare al pronto soccorso
In caso di perdite di sangue o sanguinamenti improvvisi, forti contrazioni che non accennano a diminuire, dolore addominale e riduzione dei movimenti fetali è bene recarsi al pronto soccorso per un controllo della situazione. Idem in caso di caduta o incidente d'auto, che potrebbero essere causa di distacco di placenta. A proposito: in auto, ricordarsi sempre di tenere allacciate le cinture di sicurezza.
Come si fa la diagnosi di distacco di placenta
Gli "strumenti diagnostici" sono soprattutto l'analisi clinica e l'ecografia. "Se il distacco è massiccio l'ecografia è generalmente in grado di identificarlo. Se è piccolo, invece, potrebbe non vederlo e in questo caso la diagnosi è soprattutto clinica" afferma Todros.
Come si interviene
Se il distacco è minimo
Se la situazione non è grave - il distacco è minimo e il feto non mostra segni di sofferenza - in genere si resta a vedere che cosa succede. In un primo momento, la donna può essere ricoverata per essere sottoposta a frequenti monitoraggi. Possono essere somministrati farmaci corticosteroidi che promuovono la maturazione dei polmoni fetali, nel caso in cui si renda necessario un parto d'emergenza.
Se la situazione è critica
Se invece la situazione è critica, con un distacco massiccio e feto che mostra segni di sofferenza - l'unica possibilità è correre in sala operatoria per un parto cesareo d'emergenza.
Quali sono le cause e i fattori di rischio del distacco di placenta
Spesso le cause precise di un distacco di placenta rimangono sconosciute. Tra le cause più chiare ci sono però traumi addominali, derivanti per esempio da cadute o incidenti in auto. Altri elementi che rappresentano fattori di rischio significativi sono:
- ipertensione materna;
- gravidanza gemellare, che porta a una distensione eccessiva dell'utero. Per la stessa ragione, anche la presenza di quantità molto elevate di liquido amniotico è un fattore di rischio;
- consumo di cocaina e altre sostanze d'abuso,
- abitudine al fumo;
- il fatto di aver avuto un distacco di placenta in gravidanze precedenti;
- infezioni uterine;
- età materna superiore ai 35/40 anni.
Si può prevenire il distacco di placenta?
In realtà non si può fare molto per la prevenzione diretta di questo evento. Si può però cercare di ridurre il rischio che si verifichi, evitando fattori come droghe o fumo. "Inoltre, è chiaro che se ci sono condizioni predisponenti, come gravidanze gemellari o ipertensione, queste vanno seguite in modo molto attento, con controlli frequenti e mirati" sottolinea Todros.
Fonti per questo articolo:
Materiale informativo della Mayo Clinic americana; materiale informativo di Medline Plus, la National Library of Medicine americana; materiale informativo di March of Dimes; materiale informativo di Medscape.
Per approfondire
Domande e risposte
Quando avviene il distacco della placenta?
La rottura della placenta è data il distacco precoce dalla parete dell'utero della placenta normalmente posizionata, solitamente dopo 20 settimane di gravidanza. I sintomi possono essere sanguinamento vaginale e/o dolore addominale intenso.
Quando la placenta produce progesterone?
Dalla settima settimana in poi, la placenta raggiunge un grado di sviluppo sufficiente per produrre da sola tutto il progesterone necessario; di conseguenza, il corpo luteo degenera e, insieme ad esso, la quantità di hCG prodotta dalla placenta.
Cosa vuol dire avere la placenta bassa?
La placenta bassa consiste nell'inserzione della membrana placentare nella parte inferiore dell'utero, in corrispondenza della cervice. Con il procedere della gestazione e la crescita del feto, la placenta bassa tende ad essere "trascinata" verso l'alto, liberando così il canale del parto.
Aggiornato il 11.06.2020