Ventricolomegalia
Benché capiti meno nell'1% delle gravidanze, talvolta lo sviluppo cerebrale del feto viene compromesso da una dilatazione anomala delle cavità che attraversano il cervello. Quando ciò avviene si parla di ventricolomegalia o, in determinate condizioni, di idrocefalia.
Ventricolomegalia: cos'è?
Per ventricolomegalia s'intende un'aumento del liquido cefalorachidiano (il cosiddetto liquor) all'interno delle cavità ventricolari laterali del cervello, le quali quindi si dilatano in modo eccessivo.
Il liquor è un importante fluido che, come un cuscinetto, protegge cervello e midollo spinale da eventuali traumi, regola la pressione all'interno del cranio e distribuisce i nutrienti all'interno del sistema nervoso centrale, tuttavaia se prodotto in dosi eccessive dai ventricoli cerebrali, causa un'accumulo che può compromettere il corretto sviluppo del cervello di un feto.
La misura della dilatazione distingue le varie tipologie di ventricolomegalia. Infatti, tenendo conto che la dilatazione standard di un feto "sano" dovrebbe aggirarsi intorno ai 10 millimetri, oltre tale misura può essere diagnisticata una condizione di ventricolomegalia lieve, mentre se la dilatazione si mantiene tra i 12 e i 15 mm si parla di ventricolomegalia "borderline", che può essere temporanea ed è più frequente nei maschi. Se invece la dilatazione va a superare i 15 mm si tratta di idrocefalia.
Quali sono le cause della ventricolomegalia?
La ventricolomegalia può manifestarsi singolarmente o, più spesso, associata ad altre anomalie o patologie, quindi non sempre è facile risalire ad una causa diretta. Tale condizione infatti può essere associata a:
- Malattie infettive contratte durante la gravidanza.
- Spina bifida.
- Anomalie genetiche (es: Sindrome di Down).
- Anomalie della girazione corticale (es: microcefalia).
Agenesia del corpo calloso. - Impedimenti nella fisiologica circolazione del liquido cefalorachidiano causati da traumi o emorragie intracraniche.
Differenza tra ventricolomegalia e idrocefalia
Benché spesso vengano utilizate come sinonimi, le due definizioni descrivono situazioni differenti. In presenta di ventricolomegalia, infatti, il ilquido cefalorachidiano si accumula all'interno delle cavità ventricolari cerebrali, dilatandole, senza però causare un aumento rilevante delle pressioni intraventricolari.
Nei casi di idriocefalia, invece, il liquor "preme" a tal punto da provocare una maggiore dilatazione e innalzare la pressione ad un punto tale da accrescere le dimensioni della testa del feto.
Ventricolomegalia: come si diagnostica?
La ventricolomegalia si può diagnosticare mediante un'ecografia morfologica che vada ad indagare la misura del diametro del fornice cerebrale (o trigono) e, talvolta, lo spazio che separa il plesso coriodieo - dove viene prodotto il liquido cefalorachidiano - e il ventricolo.
Qualora l'esame rilevasse delle anomalie, il medico potrebbe approfondire la questione prescrivendo ulteriori test come l'esame del cariotipo, risonanze magnetiche fetali, amniocentesi o esami ematici.
Sfortunatamente diagnosticare una simile condizione non è facile, sia perché le eventuali anomalie potrebbero essere indagate solo dalla diciasettesima settimana di gravidanza, sia perché potrebbero svilupparsi anche più tardi, nel corso dell'ultimo trimestre.
I rischi della ventricolomegalia
La gravità della condizione dipende dall'entità della dilatazione, dalla sua evoluzione e dalla presenza di altre anomalie e/o patologie. Molti casi di ventricolomegalia borderline, ad esempio, infatti si risolvono autonomamente all'interno dell'utero, senza conseguenze neurologiche per il nascituro.
Nei casi più gravi però - che quasi sempre coincidono con la presenza di ulteriori malformazioni - può comportare a problemi nello sviluppo psicomotorio e ritardi congnitivi.
FONTI: Massgeneral.org; NHS; Boston Children's Hospital;