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Maternità, miti da sfatare

di Nostrofiglio Redazione - 26.06.2020 - Scrivici

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Sulla base dei dati Istat e Inps 2005 è emerso che i costi della maternità impattano solo per lo 0,016% sul fatturato delle imprese. Lo sostiene uno studio della Bocconi i cui primi risultati vengono resi noti in questi giorni.

L'Osservatorio sul diversity management della Sda Bocconi ha condotto uno studio su "Maternità e costi aziendali", il primo del genere in Italia, per decostruire, sulla base dei dati, alcuni stereotipi radicati nel nostro Paese. I primi risultati dello studio - si legge su Avvenire - saranno resi noti nei prossimi giorni, mentre la ricerca completa sarà pubblicata nel 2009 in un volume edito da Guerini.

Ecco che cosa emerge:

  • la maternità costa ma molto meno di quanto si creda: sulla base delle rilevazioni Istat e Inps del 2005 (55 milioni le giornate di maternità indennizzate quell'anno), risulta infatti che i costi di maternità impattano solo per lo 0,016% sul fatturato delle imprese;

  • non c'è una correlazione negativa tra livello di occupazione femminile e tasso di fecondità: a partire dagli anni '80, in tutti i Paesi europei, maggiori tassi di partecipazione femminile al lavoro sono andati a braccetto con tassi di fecondità più alti;

  • non è neppure provato che una normativa sulla maternità più generosa (come quella italiana) sia di ostacolo all'occupazione femminile: Paesi con legislazioni ancora più generose (Olanda, Austria) hanno percentuali più elevate di donne che lavorano.

Quali sono le leve che le aziende hanno per ridurre ulteriormente i costi?

"Si tratta di una serie di prassi da applicare alle gestione della maternità al fine di presidiare questi costi minimizzandoli - spiegano ad Avvenire Chiara Paolino e Barbara Imperatori, due delle ricercatrici dell'Osservatorio - e che al momento sono più diffuse nelle piccole e soprattutto piccolissime aziende, piuttosto che nelle grandi, specie nel settore dei servizi. Spesso a rivelarsi fondamentale è il fatto che l'annuncio della gravidanza sia dato quanto prima, per poter costruire un percorso personalizzato, graduale, di transizione morbida".

Le prassi riguardano sia il periodo del congedo sia il momento del rientro al lavoro: si va dall'utilizzo del part time e della flessibilità negli orari e nelle modalità di lavoro (telelavoro) a programmi di couching per accompagnare il rientro, dall'invio di materiale informativo per mantenere vivo il rapporto durante la maternità ai colloqui per verificare l'interesse della neomamma a essere coinvolta già prima del rientro, alle convenzioni con asili nido o agenzie di babysitting per alleviare il costo sociale della maternità.

Aggiornato il 19.11.2008

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