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Gravidanza terzo trimestre, le dritte per superare stanchezza e insonnia

di Angela Bisceglia - 02.10.2012 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Rallenta i ritmi, mangia sano, concediti la siesta pomeridiana e la tisana serale: combatti così le modifiche del sonno causate dalla gestazione.

Cinque consigli contro stanchezza e insonnia

Rallentare i ritmi: almeno adesso che la gravidanza volge al termine, concedersi ritmi di lavoro più soft, meno fatica, meno stress.

Seguire una sana igiene alimentare: alla sera, consumare cibi leggeri, senza alcool e caffeina, ed evitare di coricarsi immediatamente dopo il pasto.

Ok a tutte le strategie rilassanti: fa benissimo concedersi un sonnellino pomeridiano, mentre alla sera sì a tutte le attività tranquille, come una lettura, una passeggiata o un po’ di televisione (niente film movimentati però!).

Sì anche a tisane vegetali blandamente sedative, come la valeriana, mentre discusso è l’uso di melatonina, quindi prima di farne uso è opportuno parlarne con il ginecologo.

Farmaci solo se necessari. Nei casi particolarmente gravi, il medico potrà valutare la necessità di prescrivere l’utilizzo, sia pure a bassi dosaggi, di sedativi farmacologici del gruppo delle benzodiazepine e, nei casi più seri in cui sia presente una componente depressiva, di antidepressivi tipo la paroxetina.

Infine, parlare sempre con il proprio curante: a volte una parola tranquillizzante detta dalla persona giusta è il miglior sedativo naturale!

(Consulenza di Simona Boito, Dirigente I livello presso la Clinica ostetrico-ginecologica Mangiagalli di Milano)

Perché questa stanchezza a fine gravidanza? Ormoni, ma non solo

“Fin dalle prime fasi, la gravidanza determina importanti modifiche del sonno, dei ritmi circadiani, dei ritmi sonno–veglia e dell’attività onirica” spiega Simona Boito, Dirigente I livello presso la Clinica ostetrico-ginecologica Mangiagalli di Milano.

“Tali modifiche sono dovute in parte al mutato ambiente ormonale, ma soprattutto a cambiamenti nelle regioni cerebrali che regolano i ritmi sonno-veglia e alle modifiche circadiane della temperatura corporea.

Se nel primo trimestre domina una sensazione di stanchezza e sonnolenza, dovute principalmente all’innalzamento dei livelli di progesterone, nella seconda metà della gravidanza è soprattutto l’insonnia gravidica ad affliggere la maggior parte delle future mamme, intaccando il necessario riposo notturno”.

L’insonnia gravidica è dovuta al cambiamento del corpo …

Diversi sono i fattori che concorrono a determinare l’insonnia a fine gravidanza: “Oltre ai fattori ormonali e neuronali, bisogna considerare le modifiche anatomo-funzionali del terzo trimestre, e cioè l’ingombro del volume uterino, la compressione del feto sul torace che comporta problematiche respiratorie, la difficoltà a trovare la posizione ideale per il sonno, l’urgenza e frequenza minzionale, che porta ad alzarsi anche più volte nel corso della notte” prosegue la ginecologa.

… e anche a ansia e fatica accumulata durante il giorno

Ai fattori elencati sopra, continua Boito, “si aggiungono lo stato di ansia relativa al parto, più lo stress e la fatica che si accumulano durante il giorno, specie per le mamme che hanno altri figli da accudire o per chi protrae l’attività lavorativa fino al termine di gravidanza. In alcuni casi a disturbare il sonno è la congestione delle mucose rino-oro-faringee, che provocano russamento, o le crisi notturne di apnea, vera patologia respiratoria che colpisce soprattutto le gravide sovrappeso e diabetiche.

 

Anche l’aumentata attività onirica può disturbare il sonno, specie se, come avviene di regola nelle future mamme, i sogni hanno carattere ossessivo di ricordi dell’infanzia o di incubi generici ma soprattutto relativi al feto ed al neonato.

 

Un’altra condizione che interferisce fortemente con l’addormentamento è la cosiddetta “restless legs sindrome”, ossia la sindrome delle gambe senza riposo, che può verificarsi soprattutto in seguito ad un’attività fisica eccessiva durante la giornata. Considerati i numerosi fattori che intervengono, conclude Boito, “l’insonnia gravidica non va considerata un disturbo banale ma può causare conseguenze non trascurabili per la salute della gravida e del feto. Numerosi studi dimostrano ad esempio che il russare e le crisi di apnea sono fattori di rischio per patologie della gravidanza quali diabete ed ipertensione. Inoltre la privazione seria e cronica di sonno nella parte finale della gravidanza può influire sull’instaurarsi di un sereno rapporto psico-affettivo madre-neonato”.

 

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