Gravidanza ectopica o extrauterina
Una gravidanza extrauterina (o ectopica) è una gravidanza in cui l'impianto e il successivo sviluppo dell'embrione avvengono in una sede diversa rispetto alla cavità dell'utero.
Questo accade nell'1-2% delle gravidanze "naturali" e nel 2-5% delle gravidanze ottenute da tecniche di procreazione medicalmente assistita. Nelle grande maggioranza dei casi (oltre il 90-95%) l'annidamento avviene in una delle tube, ma può anche avvenire nelle ovaie, nella cavità addominale (gravidanza addominale), nel collo dell'utero.
I rischi
In genere la gravidanza extrauterina si interrompe e regredisce spontaneamente. Se questo non succede, occorre intervenire per via medica o chirurgica, per evitare il rischio di rottura della tuba (o di eventuali altri organi in cui è collocata). Questa è infatti una condizione potenzialmente molto pericolosa per la mamma perché può provocare un'emorragia interna che può mettere a rischio la vita della donna.
Il rischio di mortalità è molto basso (uno studio inglese ha stimato 1-2 casi ogni 10 mila gravidanze extrauterine).
All'inizio una gravidanza extrauterina può manifestarsi come una normale gravidanza, con interruzione del ciclo mestruale, nausea, tensione al seno, maggior stimolo a urinare. Poi possono comparire sintomi come:
- dolori e crampi pelvici più o meno intensi, anche a un lato soltanto;
- dolore alla schiena, nella zona lombare;
- perdite di sangue.
In caso di un dolore alla pancia intenso e improvviso, dolore alle spalle, debolezza estrema, forte senso di nausea o svenimento occorre recarsi immediatamente al pronto soccorso perché questi potrebbero essere i sintomi di una rottura della tuba.
La diagnosi
La gravidanza extrauterina viene diagnosticata con la combinazione tra un'ecografia e l'esito di ripetuti dosaggi di beta-hCG.
Come si interviene
Sono possibili tre strade terapeutiche, a seconda della gravità della situazione.
- Procedura d'attesa: non si fa nulla, a parte costanti controlli, praticamente quotidiani, e si prova ad attendere che la gravidanza extrauterina si risolva spontaneamente. Questa procedura è efficace nel 70% dei casi, ma solo in particolari condizioni: camera gestazionale stabile e di piccole dimensioni, niente dolori né emorragia interna.
- Trattamento medico: se dopo aver atteso i livelli di Beta-hCG non decrescono, si passa al trattamento medico con un farmaco chemioterapico, il metotrexate, che blocca la replicazione cellulare, portando a un riassorbimento della gravidanza in 4-6 settimane. Questa terapia è adatta se la gravidanza è in fase iniziale o comunque poco sviluppata e se la donna non ha dolori o emorragie interne.
- Trattamento chirurgico: in tutti gli altri casi, o se per varie ragioni non può essere somministrato metotrexate, è necessario il trattamento chirurgico che consiste nell'incisione e spremitura della tuba in cui si è impiantato l'embrione (salpingotomia). Nel 20% dei casi, però, si può arrivare all'asportazione totale o parziale della tuba (salpingectomia), in particolare se il diametro della camera gestazionale è maggiore di 5 cm.
I rischi per la fertilità futura
La fertilità è compromessa solo nel caso in cui la donna abbia una sola tuba e si renda per forza necessaria la sua asportazione.
Va detto però che, con utero e ovaie funzionanti, si può comunque ottenere una gravidanza futura mediante le tecniche di fecondazione assistita. Aver avuto una gravidanza extrauterina aumenta il rischio di una nuova gravidanza extrauterina in caso di nuovo concepimento.