E’ meglio partorire in un reparto più grande e attrezzato ma lontano da casa o in un ospedale vicino, anche se piccolo e privo del reparto di neonatologia?
Il ministero della Sanità ha dato da tempo la sua risposta: la riorganizzazione delle Unità Operative di Ostetricia e Pediatria/Neonatologia è stata avviata nel 2010 e si stanno predisponendo, via via, le chiusure dei centri che non superano i 500 parti in un anno.
Motivi di sicurezza (affidabilità del reparto, numeri del personale, assenza di neonatologia intensiva) ma anche di riorganizzazione economica. Eccezioni sono previste per le zone peggio servite e per le aree di montagna, ma sono casi da valutare caso per caso.
Il caso delle Marche: il Tar dice no
Le Marche, una delle regioni più colpite dalla “spending review” sui punti-nascita, sono al centro delle cronache di questi giorni: il Tar ha infatti appena respinto il ricorso dei comitati locali, che chiedevano la tutela dei reparti natalità nei piccoli ospedali San Severino e Fabriano.
A nulla sono valse le proteste di cittadini, sindacati, personale medico per il disagio e il dispendio economico che le future mamme dovranno sostenere con viaggi di 30 o 40 chilometri per il raggiungimento del primo ospedale adeguatamente attrezzato.
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