Home Gravidanza Parto

Parto in casa: ecco quando è sicuro secondo le Linee guida della Gran Bretagna

di Irma Levanti - 11.12.2014 - Scrivici

7167877579_aec1a694d5_b.600
Fonte: Jason Lander
Secondo le Linee guida dell'Istituto nazionale britannico per l'eccellenza clinica, per le donne in attesa che hanno già avuto figli e presentano gravidanze con basso rischio di complicazioni il parto in casa è sicuro quanto quello in ospedale

In questo articolo

e cioè per donne a basso rischio di complicazioni che abbiano già partorito in passato

Linee guida

In particolare, le Linee guida sottolineano che in questi casi - lo ripetiamo, donne pluripare a basso rischio di complicazioni - con il parto a domicilio diminuiscono le procedure mediche invasive come episiotomia, taglio cesareo o utilizzo di ventosa, mentre gli esiti per il bambino sono sovrapponibili a quelli che si hanno con il parto in ospedale. In altre parole, per il bebè non aumentano i rischi di eventi avversi.

Ovviamente, il parto in casa può essere considerato solo se l'abitazione non è troppo distante da un ospedale attrezzato e se c'è la possibilità di farsi seguire da un'ostetrica specializzata in questo tipo di assistenza.

Ma attenzione: se le condizioni cambiano, cambiano anche le raccomandazioni del NICE. Nel caso di donne a basso rischio che non abbiano mai partorito, per esempio, le Linee guida sottolineano come per il parto in casa ci sia di nuovo una diminuzione del rischio di procedure mediche rispetto al parto in ospedale, ma anche un aumento del rischio di eventi avversi neonatali. Se proprio queste mamme non vogliono saperne dell'ospedale, sarebbe meglio per loro valutare l'opzione "casa di maternità" (va detto che in Italia ce ne sono pochissime).

Sconsigliato, invece, il parto in casa se sono presenti dei fattori di rischio,

che possono essere legati a:

  • storia clinica della mamma, per esempio per la presenza di malattie croniche come malattie cardiache, ipertensione, malattie renali, ipertiroidismo o altro;
  • taglio cesareo o eventi avversi in gravidanze precedenti, per esempio pre-eclampsia, emorragia post parto, distacco di placenta;
  • complicazioni nella gravidanza in corso, per esempio gravidanza gemellare, posizione podalica del feto, diabete gestazionale.

In tutti questi casi occorre rivolgersi a un ospedale.

Da casa all'ospedale: quando è necessario il trasferimento


Le linee guida del NICE lo dicono subito, in apertura: tutte le donne in gravidanza a basso rischio di complicazioni dovrebbero essere rassicurate sul fatto che il parto è in genere un evento molto sicuro, sia per loro stesse sia per i loro bambini.

E come abbiamo visto, il NICE considera la casa un posto sicuro quanto l'ospedale per far nascere i bambini, se le mamme sono a basso rischio e hanno già partorito in passato. Per quanto raramente, però, anche in queste condizioni può accadere che, durante un parto a domicilio, sia necessario trasferire la donna (o il suo bambino) in ospedale.

Le condizioni che, più di frequente, possono rendere necessario il trasferimento sono:
- allungamento eccessivo dei tempi del travaglio, che non progredisce;
- presenza di liquido tinto;
- indizi di sofferenza fetale;
- presenza di lacerazioni vaginali o perineali che non possono essere suturate a casa;
- placenta ritenuta;
- emorragia post-parto;
- alterazioni dei parametri vitali del neonato.

Crea la tua lista nascita

lasciandoti ispirare dalle nostre proposte o compila la tua lista fai da te

crea adesso

Aggiornato il 15.11.2017

TI POTREBBE INTERESSARE

ultimi articoli