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Gravidanza protratta: rischi e linee guida

di Francesca Demirgian - 28.03.2023 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Cosa si intende quando si parla di gravidanza protratta? Cosa deve fare e cosa deve sapere la futura mamma? Ecco tutte le informazioni utili

In questo articolo

Gravidanza protratta

Arriva la 40esima settimana di gestazione, finalmente, ma il bimbo non sembra proprio avere intenzione di uscire. Così passano altri 2, 3 giorni, una settimana, addirittura due prima che il piccolo venga alla luce. In questo caso si può parlare di gravidanza protratta, o oltre il termine.

Sono tante le gestanti a ritrovarsi in questa situazione, spesso di tratta di mamme alla prima gravidanza. Ma cosa bisogna sapere sulla gravidanza protratta? Cosa dicono i ginecologi? E' il caso di preoccuparsi?

Scopriamo la gravidanza oltre termine dalla A alla Z in questo articolo.

Cos'è la gravidanza protratta

Nello specifico si parla di gravidanza protratta quando il parto avviene a 42 settimane (294 giorni). Solitamente, quando si raggiunge la 40esima settimana di gestazione, i ginecologi non parlano di gravidanza oltre termine, questo perché il conteggio delle settimane non è mai preciso e, dunque, una donna può scavallare anche di qualche giorno la data presunta.

Quando però i giorni aumentano, si supera la prima settimana, addirittura la seconda, ecco che è necessario parlare di gravidanza protratta e, nella maggior parte dei casi, indurre il parto per la salute di mamma e bambino. 

Per essere più chiari, fino a 41 settimane e sei giorni, la gravidanza si definisce ancora a termine, oltre diventa gravidanza protratta o oltre il termine. Basandoci sulle statistiche, si può dire che la gravidanza oltre il termine riguarda circa il 3-10% delle gravidanze totali e che è più frequente nelle donne al primo bambino o in coloro che già hanno avuto un'esperienza del genere nei parti precedenti.

Gravidanza protratta: rischi per il bambino

La gravidanza protratta molto spesso non viene raggiunta dalla mamma, questo perché negli ultimi anni si tende ad intervenire prima. La maggior parte delle strutture ospedaliere, infatti, già alla 41esima settimana e 2 giorni iniziano a programmare l'induzione. Perché questo? Per evitare rischi per il bambino e anche per la mamma.

Se a 40 settimane il bambino è pronto per venire alla luce, a 42 il tempo è assolutamente scaduto e anche lo spazio nel pancione è ridotto a zero. Il motivo per cui molto spesso si sceglie di intervenire prima di andare "oltre termine" è evitare il rischio di mortalità infantile. Secondo gli esperti, infatti, un bambino nato a termine di gravidanza ha un rischio di mortalità calcolata di 1 su 3000 gravidanze, se resta oltre le 42 settimane di 6 su 3000 gravidanze, quindi 5 volte di più.

Se finora è stata la pancia della mamma l'habitat naturale del bambino, è tempo che a diventarlo sia il mondo esterno: il pancione non fa più per lui. 

Studi epidemiologici hanno indicato che dopo la 41a settimana di gestazione la frequenza di complicazioni fetali, materne e neonatali aumenta. Di conseguenza il trattamento di questa condizione è motivo di preoccupazione per molti clinici.

Al bambino potrebbe mancare l'ossigeno, potrebbe aspirare il primo meconio, per questo è necessario stimolarne la nascita. E' questo il motivo per cui la donna, superate le 40 settimane, viene costantemente monitorata, per capire quando sia il momento di procedere all'induzione a aiutare il bambino ad uscire. 

Altre complicazioni neonatali dovute al parto oltre termine, potrebbero essere la frattura della clavicola e la paralisi brachiale che richiedono il ricovero del piccolo in terapia intensiva. 

Gravidanza protratta: rischi per la mamma

La situazione va attentamente monitorata di giorno in giorno, poiché la gravidanza protratta potrebbe avere conseguenze negative anche per la mamma.

Se il bambino cresce troppo, il parto potrebbe rivelarsi complicato, potrebbero generarsi delle lacerazioni del perineo, dei traumi ostetrici ed essere necessario intervenire con il parto cesareo

Cause della gravidanza protratta

Spesso sono soggette a gravidanza protratta le donne affette da obesità, quelle che hanno problemi ormonali, le donne alla prima gravidanza o che abbiano avuto già esperienze simili nelle gravidanza precedenti.

Non esiste, però, una regola precisa e ogni donna in dolce attesa potrebbe arrivare oltre termine prima di dare alla luce il suo bambino. Come anticipato, però, si tende a non arrivare più alle 42 settimane, si induce prima il travaglio e, se necessario, si procede con un parto cesareo.

Fonti: www.salute.gov.it; www.aogoi.it; 

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