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La nascita del bebè e i punti post-parto: come curarli

di Francesca Demirgian - 02.07.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
I punti post parto sono temuti dalle future mamme. Quali fastidi procurano e come vanno curati? Tutte le informazioni in questa guida

In questo articolo

Come curare i punti post parto

Il parto è un momento di grande emozione per la mamma e il papà. Il traguardo di un percorso durato 9 mesi e che conduce - finalmente - alla conoscenza del proprio piccolo o piccola.

Le mamme che già hanno avuto dei bambini, però, sanno bene che il post parto non sempre è semplicissimo: possono sopraggiungere problemi con l'allattamento, può presentarsi la depressione post-partum, si possono incontrare difficoltà con i punti e le ferite che la fase espulsiva del bebè ha provocato.

Proprio di punti post parto vogliamo parlare in questo articolo. Quando sono necessari, quali fastidi provocano alla neo mamma e come vanno correttamente curati? Scopriamolo. 

Le ferite post-parto

Il parto può lasciare i suoi segni, quelli del taglio cesareo ad esempio, ma anche quelli delle lacerazioni che la fase espulsiva del parto naturale può provocare sulla pelle della vulva e sulla mucosa vaginale. Talvolta, inoltre, può essere necessaria l'episiotomia (incisione del perineo per facilitare il parto, di cui parleremo dopo più specificatamente).

Lacerazioni di vario livello, dunque, che possono risultare più o meno fastidiose per la donna che ha appena partorito. Può essere difficoltoso restare sedute o andare in bagno e talvolta queste ferite possono generare bruciore, soprattutto quando si urina. Talvolta, inoltre, sono necessari dei punti di sutura che la donna deve curare adeguatamente affinchè guariscano nel minor tempo possibile.

Ci possono volere fino a sei settimane perché i punti post parto guariscano del tutto. Curarli nel modo giusto, però, può ridurre questo tempo e - soprattutto - evitare che si allunghi.

Punti post-parto: come vanno curati

La corretta igiene è alla base di una buona guarigione dei punti post-parto. E' bene che la neo mamma tenga sempre pulita la zona vaginale con l'utilizzo di un detergente intimo adeguato (da acquistare in farmacia o nei negozi specializzati).

Una doccia o un bagno al giorno sono un'altra sana abitudine da avere, anche se l'arrivo del bebè sembra aver eliminato - soprattutto nei primi periodi - il tempo per se stesse. 

Meglio evitare prodotti che producono troppa schiuma ed eccessivamente profumati: rischierebbero di irritare ulteriormente la zona e di aumentare i fastidi. 

Un'altra buona abitudine per prendersi cura dei punti post-parto è il frequente cambio di biancheria intima e asciugamani. Nei primi giorni dopo il parto è consigliato cambiare spesso l'assorbente e la mutandina in rete, successivamente si suggerisce l'utilizzo di biancheria intima di cotone e di assorbenti adeguati per il post-parto

Bere è fondamentale. Una donna, dopo aver partorito, dovrebbe bere almeno 2 o 3 litri di acqua al giorno, in questo modo eviterà la stitichezza e renderà meno concentrata l'urina, riducendo la possibilità di ulteriore irritazioni vaginali. Al bere tanto e di frequente è bene aggiungere una dieta sana e variegata, ricca di fibre, frutta e verdura. 

Con l'aiuto di un esperto può essere utile anche lo svolgimento di esercizi per il palvimento pelvico, ma prima di effettuarli è importante parlarne con il ginecologo. 

Ultima accortezza che la mamma deve avere nel post-parto per ridurre i tempi di ripresa è il sano riposo. Molte donne, dopo il parto, vorrebbero immediatamente tornare a fare tutto ma non è possibile. E' necessario prendersi il proprio tempo, evitare sforzi eccessivi, lavori domestici troppo pesanti. 

Episiotomia: cos'è

Solo in alcuni casi, durante il parto naturale, è necessaria l'episiotomia. Si tratta dell'incisione del perineo con l'obiettivo di allargare l'apertura vaginale e facilitare l'uscita del bambino. E' un piccolo intervento chirurgico, oggi molto ridotto ma che in certe situazioni può rivelarsi necessario.

Ginecologi e ostetriche ricorrono a questa pratica solo in casi di necessità, quando cioè le lacerazioni provocate dall'uscita del bambino potrebbero comportare rischi maggiori nella madre (lacerazione del perineo, incontinenza fecale e urinaria) e nel neonato (distocia delle spalle, ipossia).

L'episiotomia ha anche i suoi svantaggi, però, e per questo andrebbe svolta solo in casi realmente necessari, tra questi: 

  • aumento delle emorragie post-parto (l'episiotomia ha un effetto inibitorio sulla secrezione di ossitocina, un ormone che tende ad aumentare le contrazioni uterine, importanti per l'arresto dell'emorragia derivante dal distacco della placenta);
  • dolore locale che può durare settimane o mesi dopo il parto, ostacolando la ripresa dei rapporti sessuali e arrivando, in alcuni casi, a interferire persino con l'allattamento;
  • la ferita può complicarsi con infezioni;
  • la lacerazione (e il conseguente indebolimento) dei muscoli del pavimento pelvico, può creare seri problemi di incontinenza.

Punti sutura post-parto: quando consultare il medico

Con le accortezze riportate sopra, i punti post-parto guariranno da soli, ma in caso di rossore che non passa, di bruciore prolungato, di dolore o di un odore molto forte, potrebbe esserci in corso un infezione.

In questo caso è assolutamente necessario consultare il medico che, dopo un'accurata visita, deciderà cosa è meglio fare. 

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