Durante il parto possono verificarsi delle complicazioni dovute in gran parte alla posizione del bimbo al momento della nascita o a condizioni particolari del corpo della neo-mamma. Tra queste, una delle più serie (ma anche una delle più rare) è la distocia di spalle, ossia la mancata espulsione delle spalle del bebé dal grembo materno.
Tale situazione deve essere risolta in poco tempo e una delle soluzioni che gli ostetrici possono adottare per portare a buon fine il parto è la cosiddetta manovra di McRoberts.
Distocia di spalle: cos'è?
La distocia di spalle si verifica quando le spinte della madre e le moderate trazioni da parte del personale ostetrico non bastano a far uscire le spalle del bimbo dal grembo materno.
In genere tale situazione si verifica quando la testa fetale fuoriuscita dalla vulva non riesce a ruotare a causa della pressione contro i genitali esterni. Spesso ciò avviene perché la spalla anteriore viene ostacolata dalla sinfisi (una piccola articolazione cartilaginea) pubica, anche se in alcuni casi può essere anche la spalla posteriore ad essere bloccata. Più raro invece che entrambe le spalle rimangano "incastrate".
In ogni caso la distocia di spalle è una complicanza che avviene molto di rado, sebbene alucni fattori di rischi potrebbero aumentarne le probabilità di verificarsi. Tra questi:
- Diabete gestazionale
- Obesità
- Macrosomia fetale
- Distocie di spalle pregresse
I rischi
Se la distocia non viene risolta in breve tempo il feto corre grossi rischi, visto che la pressione esercitata sul nascituro ne riduce l'ossigenazione, mentre lo spostamento di massa sanguigna verso la testa aggrava il pericolo di asfissia. La morte è la conseguenza più grave in caso di una risoluzione rapida del problema.
Cosa fare quando si verifica una distocia di spalle?
Nel caso in cui dovesse presentarsi tale compliazione, il personale medico in sala parto è tenuto ad interrompere le spinte volontarie della madre e comunicare alla paziente la presenza di un problema e la necessità di effettuare una manovra ostetrica. Dopdiché si svuota la vescica della madre per procedere con la manovra.
La manovra di McRoberts
La manovra di Mc Roberts è una manovra ostetrica che consiste nell'iperflessione delle cosce materne sull'addome.
In tale operazione, infatti, le gambe della madre vengono divaricate e si portano le ginocchia quasi a toccare il petto in modo da ruotare la sinfisi verso l'alto, appiattire la lordosi lombare e aumentare così lo spazio in cui far muovere il bebè.
Possibili complicanze
Effettuare la manovra di Mc Roberts (o altre manovre) può comportare qualche effetto collaterale per la madre:
- Lesioni traumatiche dei tessuti molli
- Emorragie del postpartum
- Infezioni pelviche postpartum
- Ematomi
- Rottura dell'utero
- Diastasi della sinfisi pubica
- Traumi psicologichi
Le altre manovre per risolvere la distocia di spalle
In caso la McRoberts fallisse, si possono utilizzare altre manovre ostetriche:
- Manovra di Rubin 1: tale manovra può essere scelta anche prima della McRoberts. Qui un assistente preme sulla zona sovrapubica, zona dove dovrebbe trovarsi la spalla anteriore, prima in direzione dell'estremità anteriore più prossima di un diametro obliquo dello stretto superiore e poi in direzione dorsale e caudale.
- Manovra di Mazzanti: in questo caso la pressione è esercitata centralmente in regione sovrapubica in anteroposteriore sulla spalla anteriore, con il palmo della mano, allo scopo di favorirne lo scivola-mento al di sotto della sinfisi pubica.
- Manovra di Rubin 2: si introduce una mano nella vagina esercitando con un dita una pressione sulla faccia posteriore della spalla anteriore spingendola ventralmente verso il torace fetale per poi portare il diametro bisacromiale da anteroposteriore a obliquo.
- Manovra di Jacquemier: con questa manovra si punta a estrarre il braccio posteriore del feto.
- Manovra di Zavanelli: se sono state eseguite tutte le manovre in successione, senza esito, si esegue la manovra di Zavanelli ripercorrendo a ritroso il percorso compiuto dalla testa del bimbo durante il parto, riposizionando la stessa testa come si trovava appena fuoriuscita dalla vulva e operando un taglio cesareo.
FONTI: Università di Ferrara; Associazione Ostetrici e Ginecologi Italiani