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Ossitocina e parto: a cosa serve, rischi, quando somministrarla

di Francesca Demirgian - 22.09.2023 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Ossitocina e parto: come funziona l'induzione con ossitocina, cosa serve l'ossitocina e quali sono gli effetti sul neonato e sul travaglio

In questo articolo

Ossitocina e parto

Si sente spesso parlare di ossitocina in relazione al parto indotto. Ma di cosa si tratta? Quali sono le sue funzioni? Questi ed altri sono i dubbi che ruotano attorno a questo ormone.

Cerchiamo di capire meglio in questa guida cos'è l'ossitocina nel parto, qual è la sua funzione, perché i medici a volte la somministrano al momento del travaglio e tante altre informazioni utili.

Ossitocina

Cos'è e a cosa serve? L'ossitocina è un ormone che agisce prevalentemente sulla mammella e sull'utero. E' prodotta dall'ipotalamo ed è secreta nel flusso sanguigno dalla ghiandola pituitaria posteriore.

Svolge la funzione di regolare organi e tessuti periferici durante il momento del parto e dell'allattamento, stimolare il desiderio sessuale e favorire l'affettività e l'empatia. Al momento del travaglio è proprio l'ossitocina a provocare le contrazioni delle fibrocellule muscolari lisce uterine, favorendo la fase espulsiva del feto.

Ossitocina, a cosa serve

Come dicevamo l'ossitocina è un ormone prodotto dall'ipotalamo, una piccola ghiandola situata nella parte inferiore del cervello, e rilasciato dalla ghiandola pituitaria, conosciuta anche come ipofisi. Questo ormone svolge un ruolo fondamentale nel corpo umano e ha diverse funzioni importanti, sia durante la gravidanza e il parto che al di fuori di essi.

Le funzioni dell'ossitocina durante la gravidanza e il parto sono essenzialmente due:

  • Stimolazione delle contrazioni uterine: durante il parto, l'ossitocina svolge un ruolo chiave nel favorire le contrazioni dell'utero. Questa azione è fondamentale per spingere il bambino attraverso il canale del parto e facilitare la nascita
  • Promozione del legame madre-bambino: l'ossitocina è spesso definita come l'"ormone dell'amore". Durante il travaglio e il parto, la liberazione di ossitocina aiuta a stabilire un forte legame emotivo tra la madre e il neonato. Inoltre, durante l'allattamento, l'ossitocina favorisce la produzione di latte materno e contribuisce a creare un legame affettivo tra madre e bambino.

Cosa succede quando l'ossitocina è bassa

Quando l'ossitocina è bassa può accadere che le contrazioni non partano naturalmente e che, dunque, una donna arrivi alla 41esima settimana senza alcun segno di fase prodromica e successivo travaglio.

Questo è il caso in cui il parto viene indotto e l'ossitocina somministrata per vena durante il traguardo. Quest'ultima, infatti, ha il ruolo fondamentale di stimolare i muscoli uterini a contrarsi e aumenta anche la produzione di prostaglandine, che aumentano ulteriormente le contrazioni.

L'induzione del parto si rende necessaria quando la donna arriva a termine senza che il travaglio parta da solo. E' una situazione abbastanza comune soprattutto se si tratta di una prima gravidanza.

Naturalmente la donna dovrebbe perdere il tappo mucoso, entrare nella cosiddetta fase prodromica e dopo un tempo variabile (da ore a giorni) entrare in travaglio con contrazioni regolari che conducono dalla fase della dilatazione a quella dell'espulsione. Il travaglio, però, non si verifica sempre in questo modo regolare e quando proprio non parte, i medici devono necessariamente intervenire.

L'induzione attraverso ossitocina rappresenta una delle soluzioni ideali quando la carvice della donna è già dilatata e assottigliata. Si fa dunque la somministrazione intravenosa dell'ossitocina alla futura mamma per regolarizzarne le contrazioni e facilitare l'espulsione del neonato. 

Ossitocina, effetti sul neonato

La somministrazione di ossitocina per indurre il parto stimola le contrazioni, è di aiuto al momento della nascita e viene effettuata sempre con la massima attenzione da parte del personale medico. Esistono però delle controindicazioni: la somministrazione via vena di questo ormone, infatti, potrebbe ridurre il ritmo cardiaco del bambino.

Non solo l'ossitocina, infatti, ma anche altri medicinali impiegati per l'induzione del parto hanno, come possibile effetto collaterale, la riduzione della frequenza cardiaca fetale e il calo dell'apporto di ossigeno che la madre destina al feto.

La situazione va attentamente monitorata da ostetriche e ginecologi e, in caso di rischio, la soluzione più immediata è il cesareo d'urgenza

Domande e risposte

Quanto tempo ci vuole per partorire con ossitocina?

Generalmente dopo l'induzione con ossitocina, il parto avviene tra le 24 e le 48 ore.

Revisionato da Francesca Capriati

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