Contatto pelle a pelle con il neonato
Subito dopo il parto, il neonato entra in contatto con un ambiente dalla temperatura molto più bassa rispetto a quella corporea. Appoggiandolo sul grembo della madre, a diretto contatto con la pelle, questo passaggio è più dolce. Inoltre, lo skin to skin apporta numerosi benefici sia a livello fisiologico che psicologico, per il bambino così come per i genitori. Ne parliamo con la Professoressa Irene Cetin, Direttore del Dipartimento Donna Mamma Neonato dell'ASST Fatebenefratelli Sacco.
Contatto pelle a pelle: che cos’è
"Con il termine skin to skin si intende letteralmente il contatto pelle a pelle tra madre e neonato" spiega la Professoressa Cetin. Nel momento in cui il neonato nasce, viene messo subito a contatto con la pelle della mamma, in genere a livello del grembo materno, appena sotto al seno. È un modo per mantenere intatto il legame, graduando la separazione. Oggi si ritarda spesso anche il taglio del cordone ombelicale, per cui il neonato può essere appoggiato in braccio alla madre anche senza interrompere la circolazione di sangue. In questo modo avviene un distacco meno traumatico".
Quando e come si pratica
"Lo skin to skin si pratica immediatamente dopo la nascita, in ogni circostanza, sempre che il parto non abbia presentato problemi. Se il bambino è sano e non necessita di cure immediate si può sempre appoggiare sul corpo della madre, anche se è un neonato prematuro. Anzi: a maggior ragione un bambino nato pretermine ha bisogno del calore del corpo materno, se non è indispensabile per la sua salute separarlo per una osservazione. Lo skin to skin è una pratica estremamente semplice e naturale. Come dicevamo, basta appoggiare il bambino sul grembo della madre, coprendolo con una copertina affinché non si raffreddi, magari dopo averlo asciugato un po', tamponandone delicatamente la pelle".
Le condizioni ambientali
"Normalmente lo skin to skin si pratica subito dopo la nascita, quindi tendenzialmente in ospedale.
Qui sono garantiti tutti gli standard di salute necessari, anche se naturalmente l'ambiente ospedaliero garantisce un po' meno intimità. Se tutto va bene, il bambino può restare a contatto con la mamma nella stessa stanza in cui ha partorito nelle due ore successive al parto. Nulla vieta di prolungare questo momento e di praticarlo anche a casa: non ci sono controindicazioni. Lo skin to skin è legato normalmente all'istante che segue la nascita, ma se la madre e il padre vogliono ripeterlo anche più avanti non può che fare bene. Il contatto con i genitori è sempre positivo".
Quali sono i benefici
"Dal punto di vista fisiologico la pratica dello skin to skin permette di controllare meglio la temperatura corporea del neonato. Questo è il vantaggio più evidente. Alla nascita, infatti, avviene un brusco passaggio da un ambiente a temperatura corporea a un ambiente con una temperatura che presenta almeno 10 gradi di meno: grazie al contatto con il corpo materno questo passaggio è più dolce. Lo skin to skin, inoltre, favorisce l'allattamento: spesso accade che il neonato si attacchi istintivamente al seno una volta posto in grembo alla madre. E l'allattamento, tra i numerosi vantaggi che apporta, subito dopo la nascita svolge anche un'azione fisiologica molto utile perché favorisce la contrazione dell'utero. Non meno importanti sono tutti i benefici di carattere psicologico ed emotivo: questo contatto immediato, pelle a pelle, permette di stabilire tra la madre e il bambino un legame immediato e profondo".
L'intervistata
Irene Cetin è Direttore UOC Ostetricia e Ginecologia all'Ospedale Vittore Buzzi, Direttore f.f. Ostetricia e Ginecologia all'Ospedale Luigi Sacco, Direttore del Dipartimento Donna Mamma Neonato dell'ASST Fatebenefratelli Sacco. È Professore Ordinario di Ostetricia e Ginecologia presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche L. Sacco - Università degli Studi di Milano.