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Presa in carico della gravidanza, che cos’è e quando farla

di Penelope Greco - 11.08.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Attorno alle 36-38 settimane bisogna procedere con la presa in carico della gravidanza, un incontro con un ginecologo e/o un'ostetrica dell'ospedale scelto

Dopo le 30-32 settimane di gestazione, se ancora non l'avete fatto, è il momento di iniziare a pensare in quale ospedale volete partorire. Infatti, attorno alle 36-38 settimane (dipende da ogni singola struttura) bisogna procedere con la presa in carico della gravidanza, un incontro con un ginecologo e/o un'ostetrica del centro scelto, in cui si controlla lo stato di salute di mamme e bambino e si preparano tutti i documenti che serviranno al momento del ricovero. Dovete, dunque, avere un po' di agio, in modo da avere il tempo di soppesare con calma e tranquillità la vostra scelta e di prendere appuntamento.

Ovviamente, questo non significa che se partorite prematuramente non possiate andare in ospedale o che se entrate in travaglio lontano dal luogo che avete individuato non possiate andare in un'altra struttura. Tuttavia, quando possibile, è meglio procedere con la presa in carico perché si tratta di una procedura che facilita le cose. Ecco tutto quello che c'è da sapere in proposito.

In questo articolo

Di che cosa si tratta

La presa in carico della gravidanza è un incontro che avviene nella struttura in cui vorreste partorire, in genere con un ginecologo e/o un'ostetrica. Durante questo colloquio, il personale raccoglie informazioni sulla vostra storia clinica, sull'andamento della gravidanza e su eventuali bisogni specifici. In questo modo può avere un quadro abbastanza preciso della situazione, identificare i potenziali fattori di rischio o gli elementi da tenere in considerazione e organizzare il successivo ricovero.

Ecco perché è importante che portiate con voi tutta la documentazione relativa alla gravidanza: i risultati degli esami fatti, le ecografie, i pareri delle figure che vi hanno seguito fino a quel momento.

Durante questo incontro, lo staff vi spiegherà anche tutto quello che vi servirà per il ricovero a livello sia burocratico sia pratico. Per esempio, potrebbe fornirvi la famosa lista per l'ospedale.

Inoltre, potrebbe darvi informazioni in merito al percorso di valutazione anestesiologica per l'analgesia epidurale e agli eventuali esami mancanti rispetto a quelli richiesti a termine di gravidanza.

Va fatta fra le 36 e le 38 settimane

Per quanto riguarda le tempistiche, non esiste una regola fissa: tutto dipende dall'organizzazione delle singole strutture e dalle indicazioni della regione. In linea di massima, comunque, la presa in carico della gravidanza avviene fra le 36 e le 38 settimane. Bisogna, però, prendere appuntamento con un minimo di anticipo, anche in questo caso con tempi variabili da caso a caso.

Per questo è bene che vi muoviate per tempo, così da non essere poi costrette a fare tutto di fretta.

Per avere tutte le "istruzioni d'uso" relative alla presa in carico della gravidanza, dalle tempistiche alle modalità di accesso, dalla documentazione richiesta all'organizzazione del colloquio l'ideale è che contattiate direttamente l'ospedale che avete individuato.

E se la gravidanza è a rischio?

Nelle gravidanze fisiologiche, in genere, l'ospedale fissa una valutazione ostetrica a termine (40 settimane). Se, invece, alla presa in carico della gravidanza il personale dovesse individuare fattori di rischio ostetrici il percorso verrà personalizzato a seconda dei casi. Lo stesso se la donna aspetta dei gemelli, se il bambino è podalico, se c'è stato un pregresso taglio cesareo, se durante i nove mesi sono emerse determinate problematiche.

Come scegliere l’ospedale

La parte difficile, dunque, non è tanto quella relativa alla presa in carico della gravidanza, quanto piuttosto quella relativa alla scelta dell'ospedale. Ecco qualche consiglio utile per prendere una decisione consapevole.

Analizzate i suoi "numeri": l'esperienza è molto importante quando si tratta di parti. Per questo, se possibile, è meglio che optiate per strutture con un consistente volume di parti annui (sopra i 1.000 parti all'anno), ma con un numero basso di cesarei perché una casistica contenuta è un indice dell'appropriatezza dell'assistenza fornita. Utile anche privilegiare i centri con terapie intensive neonatali.

Verificate com'è organizzato e i servizi che offre: chiedetevi quali sono i servizi per voi essenziali e verificate se la struttura li offre, per esempio l'analgesia epidurale 24h su 24, 7 giorni su 7, il rooming-in (la possibilità per la mamma di tenere il bimbo in camera con sé in modo continuativo), orari estesi per le visite del papà, le vasche per il travaglio e il parto in acqua, e così via.

Le fonti per questo articolo:

-https://www.ao.pr.it/wp-content/uploads/2012/07/Carta-dei-Servizi-Punto-Nascita-10-maggio-ultima-Sabri.pdf
-https://www.aulss3.veneto.it/Le-future-mamme-in-tour-virtuale-allospedale-Civile-il-reparto-si-presenta-e-risponde-alle-domande-in-teleconferenza
-http://percorsonascita.ats-bg.it/services/687/description
-https://www.ausl.re.it/sites/default/files/AMBULATORIO%20GRAVIDANZA%20A%20TERMINE.pdf
-https://www.ao.pr.it/wp-content/uploads/2012/07/Carta-dei-Servizi-Punto-Nascita-10-maggio-ultima-Sabri.pdf

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