Fare il parto cesareo per la terza volta comporta spesso tempi di intervento più lunghi e perdite più abbondanti, ma per il resto, se la placenta non è previa o accreta e i precedenti parti non hanno dato complicazioni, sarà simile a un cesareo come gli altri.
Quando si sono già avuti due precedenti cesarei, spesso il terzo viene considerato inevitabile, anche se le Linee guida dell'Istituto superiore di sanità non sconsigliano ancora, in questo caso, la possibilità di tentare un travaglio di prova.
Ma quali sono le differenze rispetto agli altri parti? Dipende principalmente dal decorso dei due interventi precedenti, dalla posizione della placenta o dalla presenza di sue eventuali anomalie.
Primi due cesarei senza complicazioni? No problem anche il terzo
“Se i precedenti cesarei sono stati eseguiti secondo le tecniche standard e non vi sono state complicazioni, anche il terzo intervento ha tutte le premesse per andare nel migliore dei modi ed avere tempi di recupero identici agli altri,” dice Ferdinando Bombelli, responsabile di sala parto dell’U.O. di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale San Raffaele di Milano.
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Aumentano le probabilità di placenta previa e accreta
C'è però un fattore importante da considerare ed è rischio di anomalie nella formazione e nella posizione della placenta. "Con il trascorrere degli anni e l’aumento del numero delle gravidanze, è più elevata la probabilità che la placenta si impianti nella parte bassa dell’utero, ovvero che sia previa" spiega Bombelli. "In questo caso, aumenta anche il rischio che la placenta si impianti più approfonditamente nella parete dell'utero". Si parla allora di placenta accreta, il che potrebbe richiedere di anticipare la data del parto. La durata dell’intervento sarà maggiore e aumenterà leggermente anche il rischio di complicazioni gravi, come l'emorragia del post parto.
L'intervento dura più a lungo dei precedenti: circa 60 minuti
Anche a prescindere dalla posizione della placenta, un cesareo ripetuto comporta un allungamento dei tempi dell’intervento, poiché bisogna scollare in modo preciso i vari piani chirurgici prima di arrivare alla cavità addominale: questo significa che se il primo cesareo è durato in media 40-50 minuti, nei successivi si può arrivare a 60-80 minuti.
Tempi che si potrebbero allungare ulteriormente se sono presenti aderenze tenaci, la cui rimozione richiede maggiore impegno. Una volta ‘giunti a destinazione’, invece, i tempi di incisione dell’utero, estrazione del bambino e sutura sono identici agli altri parti.
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Le perdite di sangue possono essere più abbondanti
Dopo tre gravidanze conclusesi con un cesareo, l’utero può avere una minor capacità contrattile e per questo sono più probabili emorragie post parto. Per evitarle, nelle ore successive all’intervento vengono somministrate flebo di ossitocina, che stimolano l’utero a contrarsi, ma per precauzione si chiede sempre la disponibilità di sangue per eventuali trasfusioni.
Rottura dell'utero? Un rischio marginale
Dopo un cesareo c’è un rischio di rottura dell’utero ai parti successivi? “Il rischio di rottura dell’utero, o meglio di lacerazione in corrispondenza della precedente cicatrice, è un’evenienza piuttosto rara che riguarda in particolare i cosiddetti travagli di prova, cioè quando si tenta di fare un parto vaginale dopo un cesareo” risponde il ginecologo. Quindi non è il numero di cesarei di per sé a comportare questo rischio, ma il fatto di tentare il cosiddetto VBAC, parto vaginale dopo cesareo.
Secondo le Linee guida dell'Istituto superiore di sanità sul taglio cesareo, il VBAC è possibile se in precedenza ci sono stati fino a tre cesarei. Dopo il terzo si opta direttamente per l’intervento.
Il terzo cesareo deve essere programmato
Come per ogni cesareo, l’ideale sarebbe fare un intervento d’elezione, ossia deve essere fissata la data, poiché un cesareo in urgenza comporta sempre dei rischi in più. Al tempo stesso, si cerca di non anticipare troppo i tempi perchè un parto prematuro potrebbe comportare più rischi per il neonato.
Anche con un terzo cesareo si può fare l'anestesia spinale
Anche se si tratta del terzo cesareo, si può fare l’anestesia spinale. “Si ricorre all’anestesia generale solo se si tratta di un cesareo d’urgenza e non si hanno esami a disposizione o se vi sono precise indicazioni materne, come problemi neurologici o della coagulazione o un chiaro rischio di emorragia” dice Bombelli.
L'ospedale deve essere attrezzato per i rischi del terzo cesareo
La scelta dell'ospedale dipende dalle condizioni della donna e dalle caratteristiche dell'ospedale stesso: se non vi sono elementi complicanti, come diabete o ipertensione, se la placenta è in posizione normale, se l'ospedale può disporre di sacche di sangue in tempi brevi, la donna può partorire dove preferisce.
Se invece vi sono fattori di rischio, meglio rivolgersi ad una struttura con una maggiore specializzazione chirurgica.
Aggiornato il 20.07.2016