Poliabortività
L'aborto spontaneo consiste nella perdita di un feto prima di 20 settimane di gravidanza ed è la forma più comune di perdita della gravidanza, secondo l'American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG). C'è una probabilità del 10-15% di aborto spontaneo in qualsiasi gravidanza e la maggior parte di questi si verifica nel primo trimestre. Ma quando si parla di poliabortività e quali ne sono le cause?
Poliabortività: cos'è
Se si riesce a rimanere incinta ma si continua ad abortire, si parla di poliabortività. La perdita di gravidanza ricorrente è classicamente definita come il verificarsi di tre o più aborti spontanei consecutivi. Tuttavia, l'American Society of Reproductive Medicine (ASRM) ha recentemente ridefinito la poliabortività come il verificarsi di due o più perdite di gravidanza. Questa condizione si verifica in circa l'1% delle coppie che cercano di concepire.
Stando a quanto riporta il Manuale MSD, l'aborto spontaneo è più probabile nelle donne che ne hanno già avuto uno in una gravidanza precedente. Di norma, più alto è il numero di aborti spontanei, maggiore è il rischio di averne altri. La poliabortività può dipendere anche dalla causa, ma generalmente le donne che hanno avuto diversi aborti spontanei presentano all'incirca 1 probabilità su 4 di averne un altro nella gravidanza successiva.
Le cause della poliabortività
Sono diversi i fattori che possono avere un ruolo nella poliabortività. Questi possono riguardare la madre, il padre, il feto o la placenta. Tuttavia, in circa la metà delle donne non si riesce a risalire alla causa degli aborti spontanei ripetuti.
Tra i problemi comuni della madre che possono causare aborti spontanei ripetuti, troviamo:
- malattie cromosomiche
- anomalie dell'utero o della cervice, come polipi, bande di tessuto cicatriziale (aderenze) e insufficienza cervicale
- disturbi cronici non tenuti sotto controllo, come una ipotiroidismo, ipertiroidismo, diabete, ipertensione arteriosa e malattia renale cronica
- disturbo che provoca una coagulazione del sangue troppo facile (come la sindrome da antifosfolipidi), che può provocare aborti spontanei ripetuti dopo 10 settimane di gravidanza, a causa dei coaguli di sangue che danneggiano la placenta, riducendo il flusso di nutrienti dalla madre al feto
I problemi comuni del padre includono:
- malattie cromosomiche
- anomalie dello sperma
Non è, invece, chiaro se l'età più avanzata del padre, ossia oltre i 35 anni, possa aumentare il rischio di aborto spontaneo.
Le cause comuni legate al feto comprendono:
- anomalie cromosomiche o genetiche: queste possono causare il 50% degli aborti spontanei ripetuti, più comuni a inizio gravidanza
- anomalie strutturali (difetti congeniti)
Infine, i problemi della placenta includono:
- malattie croniche scarsamente controllate, come il lupus e l'ipertensione arteriosa cronica
Quali esami eseguire in caso di poliabortività
Nel caso in cui si sono avuti aborti spontanei ricorrenti è fondamentale consultare il proprio medico, soprattutto se si ha intenzione di cercare un'altra gravidanza. A quel punto, lo specialista potrà effettuare diversi esami, al fine di rilevare eventuali anomalie genetiche o strutturali o altri disturbi che aumentano il rischio di aborto. Generalmente, la diagnosi di poliabortività si basa su una storia di 2 o 3 aborti spontanei.Tra gli esami richiesti, potrebbero esserci:
- esame del cariotipo, un test genetico per escludere o confermare eventuali anomalie cromosomiche nei genitori che potrebbero essere trasmesse alla prole, causando un aborto spontaneo.
- analisi del sangue, per verificare la presenza di alcune malattie, tra cui diabete, disturbi della tiroide, sindrome da anticorpi antifosfolipidi, anomalie ormonali
- ecografia, isteroscopia o isterosalpingografia, per ricercare eventuali anomalie anatomiche dell'utero, come l'utero setto
Le terapie messe in atto per affrontare la poliabortività dipenderanno dalla causa individuata durante la valutazione medica.