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Anemia in gravidanza: è pericolosa?

di Angela Bisceglia - 01.06.2023 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Anemia in gravidanza: sintomi, valori e quando preoccuparsi, quali sono le cause e come intervenire. Cosa fare in caso di anemia in gravidanza?

In questo articolo

Anemia in gravidanza

L'anemia in gravidanza è piuttosto comune. Succede praticamente a tutte le gestanti: man mano che passano le settimane gli esami del sangue fanno rilevare un calo dei valori di ferro. A causarlo è il fenomeno della emodiluzione: diminuisce cioè la parte corpuscolata del sangue (costituita dai globuli rossi) mentre aumenta la parte liquida, cioè il plasma, per consentire al sangue di passare attraverso la placenta e nutrire adeguatamente il bebè (un sangue troppo 'denso' non riuscirebbe a passare!).

L'emodiluizione comincia sin dalle prime settimane di gravidanza, ma diventa particolarmente evidente intorno alla 30^ settimana. E' improbabile comunque che le carenze di ferro vengano già all'inizio della gestazione perché l'interruzione del ciclo mestruale aiuta a ricostruirne le riserve.

Anemia in gravidanza, i sintomi

Durante la gravidanza è normale sentirsi più stanche del normale, ma se i globuli rossi che trasportano l'ossigeno si riducono ancora di più, ecco i sintomi più comuni:

  • pallore
  • debolezza
  • mancanza di respiro
  • svenimenti
  • strane voglie per prodotti non alimentari
  • dolore al petto
  • mani e piedi freddi
  • mal di testa

Alcune donne sono più a rischio di altre, per esempio:

  • chi ha avuto più figli in rapida successione
  • chi ha una gravidanza multipla
  • chi ha sofferto di nausea e vomito
  • chi è già sottonutrite
  • chi già seguiva una dieta povera
  • chi ha già sofferto in passato di anemia
  • chi ha in passato avuto flusso mestruale abbondante

Esami del sangue e ferro

Importanti gli esami del sangue. Per monitorare la situazione, durante i nove mesi viene prescritto alla gestante l'emocromo, un esame che misura la concentrazione di globuli rossi nel sangue. In particolare si analizza la concentrazione di emoglobina, una molecola che trasporta l'ossigeno ai tessuti attraverso il ferro, e l'ematocrito, che misura il rapporto tra plasma e globuli rossi. Di ruotine l'emocromo si esegue nelle prime settimane, intorno alla 28-30^ settimana e verso la 34^ settimana.

Tutti e tre gli esami sono a carico del SSN.

Anemia in gravidanza, valori

Quando è anemia vera? Il valore normale dell'emoglobina in una donna adulta è di 11-12, mentre l'ematocrito non dovrebbe scendere sotto i 35.

Se però l'emoglobina già all'inizio della gravidanza non arriva a 10 e l'ematocrito è inferiore a 32, non siamo più di fronte ad un fenomeno fisiologico ma si tratta di anemia vera e propria.

Cosa fare in caso di anemia in gravidanza?

L'anemia richiede da subito una terapia a base di ferro, per reintegrare prontamente le scorte di cui l'organismo materno avrà bisogno nei mesi successivi.

Una carenza rilevante dei valori di ferro, infatti, non consente di ossigenare e nutrire correttamente il feto, senza considerare che anche la mamma si sente più stanca e si affatica più facilmente.

Come integrare il ferro

Gli integratori giusti. Gli integratori di ferro che garantiscono il migliore assorbimento sono quelli a base di solfato ferroso. È anche vero però che ad alcune pazienti provocano effetti indesiderati, come:

  • diarrea,
  • gonfiori addominali
  • e nausea.

Per limitare tali effetti, è consigliabile assumere il ferro la sera, subito prima dei pasti o prima di andare a letto. L'efficacia maggiore però si ha assumendo il medicinale a stomaco vuoto, quindi si dovrà valutare insieme al medico se e in che modo modificare il dosaggio.

Nessun allarme invece se le feci assumono una colorazione scura: è una conseguenza normale dell'assunzione di preparati a base di ferro!

Sarà comunque il vostro medico a prescrivere l'integratore migliore, insieme alle vitamine utili ma non sempre sufficienti per colmare la carenza.

Gli alimenti ricchi di ferro

Le principali fonti di ferro nella dieta, stando ai dati della Società Italiana di Nutrizione Umana, sono:

  • cereali integrali (0,4-12,9 mg/100g);
  • verdura verde a foglia verde scuro come rucola, spinaci, bieta (1-7,8 mg/100g);
  • frutta secca (1,9-7,3 mg/100g);
  • pesce (0,2-6,0 mg/100 g);
  • legumi (4,5-9 mg/100g);
  • carne, in particolare il fegato e le frattaglie, ma anche quella di cavallo e di tacchino (0,4-3,9 mg/100g);
  • uova, specialmente il tuorlo (4,9 mg/100g).

Attenzione però:

  • Il fegato è molto ricco in ferro, ma in gravidanza va consumato con moderazione per l'elevato contenuto di vitamina A che se in eccesso potrebbe essere pericolosa per il feto.
  • Le carni devono essere ben cotte, anche se crude sono una fonte di ferro migliore, per evitare infezioni molto gravi e pericolose per mamma e bambino come la toxoplasmosi. Da evitare anche: uova crude (salmonellosi) e pesce crudo (parassitosi);

Come favorire l'assorbimento del ferro

Per migliorare l'assorbimento del ferro contenuto negli alimenti di origine vegetale, associatelo ad alimenti ricchi di vitamina C.

Attenzione invece alla caffeina, che al contrario ne riduce l'assorbimento. 

I cibi fonte di vitamina C sono:

  • arance e mandarini;
  • kiwi;
  • limone, ad esempio spruzzato sulla verdura o nell'acqua da bere;
  • pomodori;
  • peperoni;
  • broccoli.

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Revisionato da Francesca Capriati

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