Allergie e asma in gravidanza
Starnuti, naso chiuso o che cola, prurito nasale, congiuntivite: con l'arrivo della primavera, per molte persone arrivano anche i sintomi di un'allergia stagionale. E sintomi analoghi si possono avere tutto l'anno, in caso di allergie respiratorie ad acari della polvere, muffe o animali domestici.
Ma che cosa succede se ad essere colpita è una donna in gravidanza? Che cosa può fare la futura mamma per alleviare i sintomi e vivere serenamente l'attesa?
Niente paura: se queste malattie sono tenute sotto controllo - e ci sono farmaci sicuri per farlo - non ci sono problemi per mamma e bambino.
Ecco tutto quello che c'è da sapere sulle allergie in gravidanza, con la consulenza di Mona-Rita Yacoub, allergologa dell'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.
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1. Che cos'è un'allergia?
È una malattia caratterizzata da una risposta immunitaria eccessiva nei confronti di sostanze innocue per la maggior parte delle persone, come pollini, componenti di certi alimenti, farmaci, metalli come il nickel. In persone predisposte dal punto di vista genetico, queste sostanze scatenano reazioni infiammatorie che possono interessare vari distretti dell'organismo, dall'apparato respiratorio a quello gastroenterico, alla pelle.
2. Che cos'è la rinite allergica?
La rinite allergica è una delle forme allergiche più comuni. Interessa la mucosa nasale e può essere scatenata da vari agenti (detti appunto allergeni) presenti nell'ambiente: pollini rilasciati in particolari momenti dell'anno, acari della polvere, muffe, epiteli di animali domestici come cane, gatto, ma anche cavallo o cavia. I sintomi principali sono quattro: ostruzione nasale, naso che cola, prurito nasale e starnuti, ai quali si aggiunge spesso anche la congiuntivite: si parla allora di rinocongiuntivite.
La rinite rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo di asma, una infiammazione cronica delle vie aree inferiori (i bronchi) che si manifesta con respiro sibilante, mancanza di respiro, senso di costrizione toracica e tosse.
La rinite allergica interessa circa il 25% della popolazione (una persona su quattro), mentre l'asma interessa circa il 6-10% della popolazione.
3. Che cosa succede in gravidanza? Le allergie migliorano o peggiorano?
Dipende molto da persona a persona e da gravidanza a gravidanza: in un terzo dei casi le condizioni migliorano, in un terzo rimangono stabili, in un terzo peggiorano.
4. È vero che la gravidanza è un periodo sensibile per la comparsa di nuove allergie?
"Alcune donne sono predisposte a sviluppare, in gravidanza, certe forme di orticaria sensibile agli ormoni, ma sono casi rari" spiega Mona-Rita Yacoub, allergologa del Centro di allergologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano, specializzato anche nella gestione di donne in gravidanza. “Per quanto riguarda l'insorgenza di rinite allergica in una donna che non è mai stata allergica, la gravidanza non rappresenta un particolare momento di rischio“.
5. Che cosa fare se si soffre di allergia e si aspetta un bambino?
La prima cosa da fare è muoversi per tempo, per arrivare alla gravidanza nelle migliori condizioni possibili. Così, se si soffre di qualche sintomo che può far sospettare un'allergia, è bene consultare un medico allergologo per avere tutte le indicazioni specifiche del caso.
In caso di malattia, si può decidere di iniziare una terapia desensibilizzante (immunoterapia, il cosiddetto vaccino) prima di cercare una gravidanza. "Questo perché sarebbe meglio evitare, durante la gestazione, sia i test allergologici sia le fasi iniziali dell'immunoterapia, che potrebbero scatenare i sintomi" sottolinea Yacoub.
A gravidanza iniziata, l'indicazione fondamentale è di tenere sotto controllo l'allergia e, a maggior ragione l'asma. Come spiegato sul portale dedicato alla gravidanza dell'Agenzia italiana per il farmaco, infatti, un asma non controllato potrebbe essere problematico per il feto, perché ne può compromettere l'ossigenazione. C'è quindi un maggior rischio di parto prematuro e di basso peso alla nascita.
6. Si può fare un "vaccino" contro le allergie?
Sì, in molti casi può essere utile un'immunoterapia specifica - comunemente detta "vaccino" - per desensibilizzare chi soffre di allergia. In pratica, si tratta di somministrargli periodicamente dosi controllate di una forma modificata dell'allergene che scatena la malattia, in modo da "abituare" il suo organismo ad affrontarla, tenendo a bada i sintomi e riducendo il fabbisogno di farmaci.
Sono trattamenti da protrarre per 3-5 anni con schemi variabili a seconda dell'allergene. "È una terapia molto efficace fin dal primo anno di trattamento, purché assunta con costanza e seguendo le indicazioni dello specialista" dice Yacoub.
In gravidanza è possibile proseguire un'immunoterapia già avviata, ma è meglio evitare di iniziarla da zero, perché la somministrazione - per quanto controllata - dell'allergene potrebbe scatenare crisi allergiche.
7. Come fare per tenere sotto controllo allergie e asma in gravidanza?
La prima regola è cercare di prevenire il contatto con gli allergeni. Per esempio: in caso di allergia ai pollini, evitare gite in campagna nel momento in cui vengono rilasciati, dormire con le finestre chiuse, viaggiare in auto con i finestrini chiusi, utilizzando il climatizzatore con filtri antipolline.
Se il problema sono gli acari della polvere, niente tappeti, tappezzerie o peluches e, per le pulizie, niente scope e piumini: sì invece a panni umidi e aspirapolveri con filtri idonei, sempre usando guanti e mascherina.
In caso di rinite allergica il primo passo può essere il lavaggio nasale con soluzioni saline, che può dare un beneficio e alleviare i sintomi. Se non basta, si passa alle terapie farmacologiche.
8. Quali farmaci contro la rinite allergica si possono usare in gravidanza?
Secondo le linee guida del Progetto Aria, un progetto dell'Organizzazione mondiale della sanità sulla gestione della rinite allergica, la forma lieve e intermittente può essere trattata con antistaminici da assumere alla comparsa dei sintomi, mentre la forma persistente e grave-moderata va trattata con spray nasali a base di corticosteroidi, ai quali aggiungere al bisogno gli antistaminici. In genere, con i corticosteroidi si fanno cicli di una ventina di giorni.
Per ognuna di queste categorie, ci sono farmaci considerati sicuri in gravidanza: tra gli antistaminici la cetirizina e la loratadina e tra i corticosteroidi la budesonide.
Inoltre, sono particolarmente sicuri i cosiddetti cromoni, come il sodio cromoglicato.
"Sono spray nasali che si usavano molto 10-20 anni fa e anche se oggi sono meno utilizzati dei corticosteroidi sono decisamente sicuri in gravidanza" dice Yacoub. "Vale la pena di utilizzarli prima dei corticosteroidi, se gli antistaminici non risolvono il problema".
E se questi farmaci "speciali" per la gravidanza non fossero efficaci? In fin dei conti, le linee guida Aria dicono che si possono continuare a utilizzare anche quelli che si usavano prima, perché se è vero che i dati a disposizione sono pochi, specie per le molecole più recenti, è altrettanto vero che non ci sono prove che possano essere dannosi per il feto. Ed è considerata più pericolosa un'allergia non controllata.
9. E in caso di asma? Quali sono i farmaci sicuri?
Qui a indicare cosa fare sono le linee guida del Progetto mondiale asma, che suggeriscono, in generale, un percorso a passi successivi.
Il primo step sono i corticosteroidi per via inalatoria (spray nasale). Se non bastano, si aggiungono via via altri farmaci: broncodilatatori a lunga durata, antinfiammatori antagonisti dei leucotrieni, fino ad arrivare - nei casi più gravi - alla terapia biologica con farmaci immunomodulanti.
In gravidanza, tra i farmaci considerati sicuri troviamo per esempio la budenoside tra i corticosteroidi e il sodio cromoglicato. Se i corticosteroidi in spray non bastano, si possono utilizzare anche corticosteroidi orali, in particolare il prednisone, magari evitando il primo trimestre. La gestione della terapia dell'asma in gravidanza varia comunque caso per caso e deve essere affidata allo specialista allergologo.
10. I decongestionanti nasali possono essere utili?
I classici spray decongestionanti venduti come farmaci da banco sono sconsigliati in generale, perché alterano le mucose nasali e a maggior ragione in gravidanza, perché hanno un effetto vasocostrittore che può alterare la circolazione a livello di utero e placenta, con possibili conseguenze negative per il bambino.
Domande e risposte
Come riconoscere i sintomi di allergia stagionale?
I sintomi più comuni di allergia sono: starnuti, congestione nasale, arrossamento, prurito agli occhi e al naso, debolezza e affaticamento.
Allergia ai pollini: dove andare in vacanza?
Il luogo preferibile per le vacanze per chi soffre di allergia ai pollini è il mare. Qui la produzione di pollini è minore, poiché essendo ridotto l'ambiente terrestre, anche la presenza di piante è ridotta. Inoltre, la brezza marina allontana i pollini dalla terraferma e ripulisce l'aria.
Altre fonti per questo articolo: Pagina su Allergic Diseases and Asthma in Pregnancy nel sito web della World Allergy Organization; Pagina su Pregnancy and Allergies nel sito web dell'Americal College of Allergy, Ashtma and Immunology http://acaai.org/allergies/who-has-allergies/pregnancy-allergies.