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Certificato telematico di gravidanza, come ottenerlo e quando inviarlo

di Simona Bianchi - 09.02.2024 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Il certificato telematico di gravidanza è il documento che ogni donna incinta lavoratrice deve presentare all'Inps. Come si invia e a cosa serve

In questo articolo

Cos’è il certificato telematico di gravidanza

Il certificato di gravidanza viene solitamente rilasciato dal Consultorio o dal proprio specialista ginecologo ed è un documento che ogni donna incinta lavoratrice deve consegnare all'Inps per ottenere i benefici che spettano per la maternità. Il certificato attesta le generalità della donna, l'epoca della gravidanza e la data presunta del parto. Va presentato ai fini legali per comunicare lo stato di gravidanza, per l'astensione obbligatoria dal lavoro, per l'esenzione dall'uso delle cinture in auto o altro utilizzo previsto dalla legge. Ai fini dell'astensione obbligatoria dal lavoro va presentato al datore di lavoro (dipendenti pubbliche) o all'INPS (dipendenti di aziende private). Se il certificato di gravidanza è rilasciato dal ginecologo privato di fiducia, è facoltà del datore di lavoro e dell'INPS accettarlo, oppure chiedere alla lavoratrice interessata che venga convalidato da un ginecologo di una struttura pubblica (Consultorio familiare / Ambulatorio specialistico ginecologia).

A cosa serve il certificato telematico di gravidanza

Il certificato telematico di gravidanza serve come prova della gravidanza e permette alla donna di usufruire, tra le altre cose, del periodo di astensione obbligatoria dal lavoro per 5 mesi. Il documento va richiesto nel corso e non oltre la fine del settimo mese di gravidanza. Per la maternità anticipata e per la maternità facoltativa, invece, servono dei certificati diversi che hanno una loro precisa procedura.

Come si trasmette all’Inps

Le donne lavoratrici non sono più tenute a trasmettere personalmente il certificato che ormai non è più accettato in versione cartacea. Sono i medici e i ginecologi a doverli inviare in modalità telematica sul sito dell'Inps. Grazie alla trasmissione online del certificato a cura del medico, alla donna basta andare dal medico per la visita. Il certificato, una volta trasmesso, può essere consultato sia dalla lavoratrice che dal datore di lavoro mediante il servizio dedicato.

Come si compila e invia il certificato telematico di gravidanza

Come riporta l'Inps, i medici possono compilare e trasmettere online i certificati medici di gravidanza attraverso il servizio dedicato.

L'applicativo consente oltre alla compilazione e l'invio del certificato anche la consultazione e l'annullamento.  In fase di compilazione il medico deve necessariamente inserire nei certificati di gravidanza e/o di interruzione di gravidanza, i seguenti dati:

  • le generalità della lavoratrice;
  • la settimana di gestazione alla data della visita;
  • la data presunta del parto.

In caso di interruzione nel certificato va inserita anche la data di interruzione della gravidanza. Il medico certificatore deve rilasciare all'interessata il numero univoco di certificato assegnato dal sistema, potendo eventualmente anche fornirle una copia cartacea del certificato medico di gravidanza o di interruzione della gravidanza e delle rispettive attestazioni, prive della settimana di gestazione. In caso di errata trasmissione di un certificato, il medico potrà procedere al suo annullamento attraverso lo stesso servizio utilizzato per la trasmissione. L'operazione di annullamento è consentita esclusivamente entro la mezzanotte del giorno seguente alla data di trasmissione. Attraverso il servizio le lavoratrici possono consultare e stampare i certificati e le ricevute di trasmissione dei certificati, mentre i datori di lavoro i soli attestati.

Cos’è il certificato d’interruzione di gravidanza

Può succedere che una donna interrompa la gravidanza volontariamente o involontariamente. In entrambi i casi la legge prevede un periodo di assenza dal lavoro. Se l'aborto avviene nei primi 180 giorni di gestazione, la pausa dal lavoro è considerata malattia, se avviene successivamente al sesto mese, la perdita del bimbo viene equiparata al parto e la lavoratrice ha diritto a un'assenza dal lavoro di tre mesi. In questi casi è necessario che il medico invii per via telematica  il certificato di interruzione di gravidanza all'INPS, in cui si attesta la data della fine della gestazione.

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