Cortisone in gravidanza, sì o no?
La maggior parte dei farmaci utilizzati mentre si è in dolce attesa attraversa la placenta e raggiunge il feto, e alcuni possono essere dannosi sia per la madre che per il bambino. Per questo motivo, quando si decide di assumere un qualsiasi medicinale, è importante chiedere sempre il parere del proprio medico. Questo vale anche per il cortisone in gravidanza: scopriamo se e quando si può assumere e quali sono gli eventuali rischi per il feto.
Cos'è il cortisone e a cosa serve?
I cortisonici sono farmaci di sintesi ad azione immunosoppressiva e antinfiammatoria, che hanno struttura chimica analoga a quella degli ormoni corticosteroidi prodotti naturalmente dalle ghiandole surrenali quando si verificano situazioni di stress.
Cortisone e cortisonici sono generalmente utilizzati nella cura di malattie autoimmuni e di varia altra natura, come:
- malattie allergiche (asma, rinite, ecc.)
- dermatiti
- artrite reumatoide
- colite ulcerosa
- endocrinopatie
- lupus eritematoso sistemico
- malattie oculari (cheratite, uveite, ecc.)
- nefriti
- reumatismo articolare acuto
- terapie antirigetto dei trapianti
Si può prendere il cortisone in gravidanza?
Un singolo ciclo di cortisone è considerato generalmente sicuro in gravidanza. Se si soffre di diabete preesistente o gestazionale, l'utilizzo di cortisonici può influire sul controllo della glicemia. Vanno perciò monitorati maggiormente i livelli di zucchero nel sangue durante la somministrazione, e potreste dover essere ricoverate in ospedale per ricevere un trattamento insulinico aggiuntivo.
Il trattamento con steroidi tra la 22a e la 35a settimana di gravidanza è probabilmente sicuro per il bambino. Non è stato dimostrato alcun danno a lungo termine, sebbene non siano stati condotti studi di ampia portata. Alcune ricerche, però, suggeriscono che potrebbe esserci un impatto sul benessere mentale più avanti nella vita per i bambini nati a termine (dopo 37 settimane) nel caso in cui siano stati somministrati corticosteroidi tra le 22 e le 37 settimane.
L'AIFA sottolinea i potenziali effetti collaterali, come la riduzione della crescita fetale e placentare, l'apoptosi delle cellule cerebrali e l'aumentato rischio di infezioni.
Per questo motivo, la somministrazione di cortisone deve essere attentamente valutata in base al rischio di parto pretermine.
Cortisone in gravidanza: quali ripercussioni sul feto?
Un recente studio, dal titolo "Screening for drugs potentially interfering with MCT8-mediated T3 transport in vitro identifies dexamethasone and some commonly used drugs as inhibitors of MCT8 activity", condotto in Aoup da un team di ricercatori pisani sul desametasone, un farmaco cortisonico molto diffuso, mostrano che la sua assunzione a dosi comuni può ridurre l'entrata dell'ormone tiroideo nel sistema nervoso centrale e quindi anche nel tessuto cerebrale fetale, con conseguenze dannose sulla salute del bambino.
In particolare, il desametasone ha mostrato in vitro la capacità di ridurre in modo significativo la captazione dell'ormone tiroideo all'interno di cellule che esprimono un trasportatore di membrana denominato MCT8, essenziale nel mediare l'entrata e l'uscita dell'ormone tiroideo in diverse cellule del nostro organismo (in particolare in quelle del sistema nervoso centrale). L'importanza clinica del MCT8 è sottolineata dall'associazione dei suoi difetti genetici con la sindrome di Allan-Herndon-Dudley, caratterizzata da grave ritardo psicomotorio.
Cortisone in gravidanza e controindicazioni
Secondo gli studi finora condotti, l'uso di corticosteroidi nel primo trimestre può comportare un piccolo aumento delle probabilità di labiopalatoschisi (labbro leporino) con o senza palatoschisi (fessura o spaccatura nel palato), anche se i dati sono contrastanti e non si sa in che misura possa contribuire la malattia materna di base. È, invece, considerato poco probabile che l'uso di corticosteroidi sistemici in gravidanza causi indipendentemente un aumento del rischio di parto pretermine, basso peso alla nascita o preeclampsia. Non ci sono, infine, prove sufficienti per stabilire se i corticosteroidi possano contribuire al diabete mellito gestazionale.
Cortisone in gravidanza e parto pretermine
Di seguito, le indicazioni delle Linee guida europee sull'assistenza perinatale, riguardo l'utilizzo di cortisone per le donne a rischio di parto pretermine.
- I corticosteroidi dovrebbero essere somministrati alle donne con un'età gestazionale compresa tra 24+0 e 33+6 settimane, quando si prevede un parto pretermine nei sette giorni successivi, poiché è stato dimostrato che riducono la mortalità e la morbilità neonatale. In casi selezionati, può essere presa in considerazione l'estensione di questo periodo fino a 34+6 settimane. I benefici ottimali si riscontrano nei neonati partoriti entro 7 giorni dalla somministrazione di corticosteroidi. Anche una dose singola dovrebbe essere somministrata alle donne con imminente parto pretermine, poiché è probabile che migliori l'esito dello sviluppo neurologico.
- La somministrazione tra le 22+0 e le 23+6 settimane deve essere presa in considerazione quando si prevede un parto pretermine nei successivi sette giorni ed è indicato un supporto vitale attivo per il neonato, tenendo conto dei desideri dei genitori. In questi casi è stato osservato un chiaro beneficio in termini di sopravvivenza, tuttavia l'impatto sulla funzione neurologica e respiratoria a breve termine e sull'esito del neurosviluppo a lungo termine non è ancora chiaro.
- La somministrazione tra le 34+0 e le 34+6 settimane deve essere prescritta solo a pochi casi selezionati. La somministrazione tra le 35+0 e le 36+6 settimane dovrebbe essere limitata a studi prospettici randomizzati. Le evidenze attuali suggeriscono che, sebbene i corticosteroidi riducano l'incidenza della tachipnea transitoria del neonato, non influenzano l'incidenza della sindrome da distress respiratorio e aumentano l'ipoglicemia neonatale. Mancano dati sulla sicurezza a lungo termine.
- La somministrazione in gravidanze oltre le 37+0 settimane non è indicata, nemmeno per il parto cesareo programmato, poiché le evidenze attuali non suggeriscono benefici e gli effetti a lungo termine rimangono sconosciuti.
- La somministrazione di cortisone dovrebbe essere effettuata nelle gravidanze gemellari, con le stesse indicazioni e dosi previste per le gravidanze singole. Tuttavia, le evidenze esistenti suggeriscono che dovrebbe essere riservata alle gravidanze ad alto rischio di parto entro un intervallo di 7 giorni.
- Una singola somministrazione ripetuta di corticosteroidi può essere presa in considerazione nelle gravidanze a meno di 34+0 settimane di gestazione, se la somministrazione precedente è stata completata più di sette giorni prima e se c'è un rischio rinnovato di parto imminente.
Fonti
- ISSalute, Cortisone / Cortisonici
- National Library of Medicine, A review of systemic corticosteroid use in pregnancy and the risk of select pregnancy and birth outcomes
- National Library of Medicine, Screening for drugs potentially interfering with MCT8-mediated T3 transport in vitro identifies dexamethasone and some commonly used drugs as inhibitors of MCT8 activity
- AIFA
- RCOG, Corticosteroids in pregnancy to reduce complications from being born prematurely
- European guidelines on perinatal care: corticosteroids for women at risk of preterm birth
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