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Diabete in gravidanza: i possibili rischi per il feto

di Valentina Murelli - 03.01.2017 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Uno studio italiano presentato al congresso della Società europea di diabetologia illustra quali possono essere i rischi per il bambino se la mamma è diabetica o sviluppa diabete in gravidanza.

In questo articolo

Ipoglicemia, ittero, basso o alto peso alla nascita, malformazioni cardiache, disturbi respiratori e maggiori probabilità di un parto cesareo.

Sono i possibili rischi che corre un bambino alla nascita se la sua mamma ha sviluppato diabete in gravidanza (diabete gestazionale) o era già diabetica prima del concepimento.

Rischi messi nero su bianco da uno studio presentato lo scorso settembre al congresso della Società europea di diabetologia da un gruppo di ricerca tutto italiano, guidato dal diabetologo Basilio Pintaudi dell'Ospedale Niguarda di Milano.

Rischi, non certezze


Ovviamente va tutto preso con cautela: non significa che per forza il figlio di una mamma con queste caratteristiche andrà incontro a questi problemi, ma che il diabete - preesistente o sviluppato durante la gravidanza - può favorire la comparsa di queste condizioni, per cui se è presente va tenuto sotto stretto controllo. Ma vediamo in dettaglio lo studio, e i rischi individuati.

Il campione esaminato


Lo studio ha analizzato i dati relativi a oltre 135 mila gravidanze avvenute in Puglia dal 2002 al 2012. In particolare, sono state messe sotto esame le schede di dimissione ospedaliera delle mamme e dei loro bambini, che offrono una serie di informazioni importanti - come la presenza di patologie materne e fetali - ma non tutte. "Per esempio, non è stato possibile sapere quanto fosse adeguato il controllo del diabete nelle mamme in cui era presente" specifica Pintaudi.

In tutto, nel campione preso in esame si sono verificati 1357 casi di diabete gestazionale, mentre altre 234 mamme erano diabetiche già prima del concepimento. I ricercatori hanno incrociato i dati relativi a queste forme di diabete con quelli relativi a eventi avversi sui neonati, ovviamente dopo aver tenuto conto di altre variabili che avrebbero potuto influenzare la salute del bambino, dalla presenza di ipertensione a quella di malattie della tiroide.

I risultati


I risultati dicono chiaramente che il diabete è un fattore di rischio importante per vari eventi avversi del neonato. Per esempio:

Ipoglicemia
La probabilità di livelli di zuccheri molto bassi nel sangue del neonato (ipoglicemia) è dieci volte più alta in caso di diabete gestazionale e 36 volte più alta in caso di diabete preesistente. "Si tratta di una condizione potenzialmente pericolosa, perché zuccheri troppo scarsi non riescono a sostenere lo svolgersi delle funzioni vitali essenziali nei primi tempi di vita del neonato, con possibile compromissione dello sviluppo cerebrale" spiega Pintaudi. Per fortuna si può intervenire in modo abbastanza semplice, con la somministrazione di soluzioni glucosate per alzare la glicemia. Somministrazione che in genere avviene in terapia intensiva neonatale, dove il bambino può rimanere per qualche ora o per qualche giorno a seconda delle condizioni.

Ittero
È quasi due volte più frequente se la mamma ha avuto diabete gestazionale e quasi tre volte più frequente se le alterazioni della glicemia erano già presenti prima. "Si tratta di una condizione fisiologica alla nascita, che in genere si risolve spontaneamente" sottolinea Pintaudi. "Nel caso di mamme diabetiche, però, oltre a essere più frequente tende a essere più duraturo, il che può richiedere il ricorso alla fototerapia".

Basso o alto peso alla nascita
Il rischio di un bambino significativamente più grande dell'atteso (macrosomico) è quasi due volte più alto con diabete pregestazionale e quasi 8 volte più alto con diabete preesistente, mentre quello di un bambino piccolo per età gestazionale è rispettivamente 2 e 6 volte più alto.


"Il bambino 'grande' può andare incontro più facilmente a complicazioni ostetriche-ginecologiche, con maggior ricorso al taglio cesareo, ed è successivamente più a rischio di disturbi metabolici come diabete o obesità" spiega Pintaudi. "Allo stesso modo, anche il bambino molto piccolo per età gestazionale può andare incontro a squilibri metabolici o, in alcuni casi particolari come la presenza di elevati livelli di chetoni nel sangue della mamma, ad alterazioni dello sviluppo neuropsicologico".

Malformazioni
"Abbiamo osservato che, in casi di diabete, aumenta di circa tre volte il rischio di malformazioni fetali, in particolare a livello cardiaco e del sistema nervoso" afferma Pintaudi. Sottolineando però che i dati raccolti non distinguevano tra malformazioni più o meno gravi: alcune, quindi, potrebbero essere alterazioni minori.

Disturbi respiratori
Osservato un aumento di quasi tre volte del rischio di disturbi respiratori alla nascita in casi di mamma con diabete preesistente.

Strategie di prevenzione e di controllo


Insomma, per quanto lo studio abbia alcuni limiti, illustra chiaramente che il diabete in gravidanza può essere un problema, soprattutto se presente già da prima del concepimento. La cosa migliore da fare, quindi, è cercare di prevenire il più possibile i rischi, controllando al meglio la situazione. "Nel caso del diabete gestazionale la cosa è relativamente semplice: tanto per cominciare questa condizione si sviluppa già a gravidanza iniziata, quindi gli squilibri metabolici no hanno modo di influenzare le prime fasi di sviluppo dell'embrione e del feto" spiega il diabetologo. La diagnosi viene fatta intorno alle 24-28 settimane e si interviene in genere indicando alla mamma una dieta appropriata. Solo in una minima percentuale di casi può essere necessario aggiungere insulina.

Per quanto riguarda il diabete pregestazionale, l'ideale sarebbe arrivare alla gravidanza quando già la malattia è perfettamente sotto controllo, tramite la somministrazione di insulina (se si tratta di diabete di tipo 1) o anche altri farmaci e una dieta particolare (se si tratta di diabete di tipo 2). "Da qui l'importanza di una programmazione consapevole della gravidanza e di una visita precocenzionale magari presso centri specializzati".

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Aggiornato il 28.06.2017

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