La diastasi dei retti addominali può interessare le donne dopo una gravidanza. Colpisce circa due donne su dieci, ma è ancora poco conosciuta. Esistono alcune condizioni particolari che possono favorire tale patologia: il sovrappeso, la gravidanza, le plurigravidanze o le gravidanze gemellari.
Secondo il dottore Alessandro Bulfoni, responsabile di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Humanitas San Pio X di Milano, «la diastasi addominale è la separazione dei due muscoli retti dell’addome che si verifica durante la gravidanza o nel post parto. Diventa un problema se l’allontanamento delle due fasce muscolari supera i 2-2,5 centimetri».
In particolare, secondo il medico, «con l'aumentare del numero delle gravidanze che la donna affronta, il rischio aumenta. Le 40 settimane di gestazione infatti espongono il tessuto connettivo della parete addominale a una trazione graduale ma costante e sempre crescente, dovuta all'incremento di volume dell'utero e alla crescita del bambino. Pertanto l'addome subisce uno sforzo continuo in tutti i nove mesi di attesa; una tensione che è maggiore dopo due o più parti o se la gravidanza è multipla».
«Se la donna è in sovrappeso prima di intraprendere una gravidanza, o se durante la gestazione prende troppi chili, sarà più esposta al rischio di diastasi addominale. Per questo si consiglia sempre, anche durante i nove mesi di attesa, di svolgere una moderata attività fisica sotto il controllo di un professionista». I sintomi della diastasi addominale sono i seguenti: problemi alla colonna vertebrale e dolori a livello lombare, come sciatalgie o lombalgie; eventuali disturbi digestivi o respiratori o disturbi del pavimento pelvico, come incontinenza o prolasso. La diastasi può essere anche asintomatica, ma dare problemi a livello estetico: in tal caso la donna ha una parete addominale rilassata e a volte anche un gonfiore importante. Nella foto sono presenti le varie tipologie di diastasi addominale.
“«Quando c’è il sospetto di una diastasi addominale conviene sempre approfondire la diagnosi con una visita specialistica dal ginecologo ed effettuare esami strumentali di verifica, come l’ecografia addominale o, nei casi più dubbi, una risonanza magnetica». Figure di riferimento possono essere anche il fisiatra e il fisioterapista. Se necessario, gli specialisti indirizzeranno la donna dal chirurgo plastico.
Se la situazione non è molto problematica, il primo passo è quello di consigliare alla donna esercizi fisici specifici da fare a casa o assistita da un professionista per cercare di rinforzare la muscolatura addominale e quindi riprendere naturalmente il tono addominale. Se la donna è in sovrappeso, il consiglio è quello di rivolgersi a un dietologo. Ci sono casi in cui basta dimagrire per risolvere il problema.
In situazioni molto gravi, si passa alla valutazione chirurgica polispecialistica effettuata dal ginecologo e dal chirurgo generale e plastico, per individuare la terapia più corretta per risolvere la situazione. In alcuni casi verrà proposta l’addominoplastica.
Oppure si può optare per la correzione della diastasi nel corso di un secondo o terzo cesareo: in questo caso viene effettuata dallo stesso ginecologo.