Il consumo di latte e latticini in gravidanza
Latte e latticini: sì o no in gravidanza e durante l'allattamento?
Ormai è assodato che sebbene i fabbisogni nutrizionali siano più elevati durante la gravidanza e l'allattamento, non è necessario "mangiare per due". Anzi. Anche se durante la gravidanza è necessario coprire non solo i propri bisogni nutritivi, è sufficiente solo un leggero aumento dell'introito energetico giornaliero per coprire anche i bisogni del feto senza intaccare le riserve materne di nutrienti.
Il ministero della Salute ricorda in proposito che in gravidanza il fabbisogno aggiuntivo è di 350 kcal al giorno per il secondo trimestre e 460 kcal al giorno per il terzo trimestre.
La dieta materna in gravidanza deve fornire energia e nutrienti sufficienti per soddisfare il fabbisogno materno superiore al normale e per supportare un adeguato sviluppo fetale.
L'importanza di una corretta alimentazione
Come illustra il gruppo di lavoro della Società Italiana di Medicina Perinatale, una corretta nutrizione è di fondamentale importanza.
La nutrizione è il cordone ombelicale che unisce la salute della mamma a quella del bambino: durante la gravidanza il cibo viene assorbito, metabolizzato dall'organismo materno, e trasferito attraverso la placenta per arrivare al feto. Durante l'allattamento è ancora il cibo assunto dalla mamma a regolare la nutrizione neonatale.
A chi si chiedesse se sia il caso o meno di consumare latte e derivati, una revisione pubblicata su Advances in Nutrition suggerisce che il consumo di latte durante la gravidanza è positivamente associato a peso e lunghezza adeguati del bambino o della bambina alla nascita. Evidenziando come d'altro canto il basso peso alla nascita non solo influisce sulla mortalità e sulla morbilità infantile, ma aumenta anche i fattori di rischio per diverse malattie croniche.
Il latte e i prodotti lattiero-caseari promuovono la crescita fetale perché contengono, tra le altre cose, numerosi nutrienti come proteine, calcio, fosforo, potassio, iodio, vitamina B12 e B2. In particolare il latte e i suoi derivati (formaggi, yogurt) forniscono proteine ad alto valore nutrizionale (contengono tutti gli amminoacidi) e calcio in forma altamente biodisponibile, cioè facilmente accessibile e utilizzabile.
E il calcio è particolarmente importante per lo sviluppo dello scheletro del nascituro oltre a essere un minerale importante per preservare la salute delle ossa della mamma.
In generale, dunque, il consumo di latte e latticini è consigliato in gravidanza per l'apporto di calcio e proteine.
"I formaggi - ricorda però Salvo Di Grazia, ginecologo-ostetrico e divulgatore scientifico - sono alimenti ad alto contenuto calorico quindi se consumati in eccesso possono causare un eccessivo aumento di peso: l'importante è non esagerare".
Solo formaggi con latte pastorizzato
Il processo di pastorizzazione elimina eventuali patogeni.
È sconsigliato invece l'assunzione di latte crudo cioè appena munto, acquistato per esempio sfuso in fattoria, e di formaggi molli e semimolli (a meno che non siano fatti con latte pastorizzato) perché possono essere contaminati da Listeria, un batterio che può crescere anche alle temperature del frigorifero di casa. Il latte crudo e i suoi derivati possono anche essere veicolo di salmonellosi e altre tossinfezioni alimentari (come la campylobatteriosi).
"Alle pazienti - conclude Di Grazia - consiglio sempre di accertarsi che i latticini siano di provenienza sicura. Se conservati mali c'è anche la possibilità di contatto con il toxoplasma: quindi possono essere veicolo anche di toxoplasmosi".
Non è vero che il latte fa latte
Per quanto riguarda l'allattamento, è bene ricordare che il latte materno viene prodotto con successo, in termini di qualità e quantità, indipendentemente da quello che le neomamme mangiano. E in particolare, non è vero che "il latte fa latte". Tuttavia, le concentrazioni di alcuni nutrienti, in particolare le vitamine A, D, B1, B2, B3, B6 e B12, gli acidi grassi e lo iodio, nel latte materno sono influenzate dalla dieta materna.