L'endometriosi è una patologia cronica infiammatoria che può insorgere durante l'adolescenza e che può incidere negativamente sulla qualità di vita di una giovane donna.
È possibile diagnosticare l'endometriosi alla comparsa dei primi sintomi? Come intervenire se la malattia sopraggiunge nella prima adolescenza?
Lo abbiamo chiesto al dottor Marco Grassi, ginecologo del Reparto di Ginecologia dell'Ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno, il quale ci ha spiegato anche perché è opportuno e vantaggioso effettuare una diagnosi precoce.
Endometriosi in adolescenza, quali sono i sintomi?
«L'endometriosi può manifestarsi durante l'adolescenza», spiega il dottor Grassi, «già dalla prima mestruazione (menarca). Secondo alcuni studi i sintomi più frequenti sono dolori pelvici diffusi, dismenorrea, dispareunia profonda e dolori ipogastrici.
In questi casi, dunque, è necessario far visitare il prima possibile la paziente adolescente, specie se in famiglia sono presenti altri casi di endometriosi, poiché la valutazione dello specialista e un'accurata visita ginecologica, consentono di giungere ad una diagnosi precoce, che è indispensabile al miglioramento della qualità della vita e a prevenire l'infertilità».
Endometriosi, cos'è
Il ginecologo Grassi spiega che l'endometriosi è una patologia cronica infiammatoria ad alto impatto sociale. «È causata dall'anomala proliferazione dell'endometrio (tessuto che riveste la cavità uterina) al di fuori dell'utero, che si verifica, più frequentemente, nella pelvi, interessando ovaie, tube, intestino e vescica.
L'endometrio, collocato in sede atipica, subisce gli stimoli degli ormoni ovarici e si comporta come il normale tessuto uterino, andando incontro a cicli periodici di crescita e sanguinamento e formando aderenze tra gli organi presenti nella zona.
Sebbene sia una malattia tutt'altro che rara, secondo dati parziali e probabilmente sottostimati, sono affette da endometriosi almeno 3 milioni di italiane e quasi 200 milioni di persone nel mondo. Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la malattia può comparire anche in fasce di età più basse».
Mia figlia ha l'endometriosi. Come intervenire?
«Le scelte terapeutiche disponibili per curare l'endometriosi sono quella ormonale e quella chirurgica. Il primo trattamento consiste nell'assunzione continua di farmaci con azione ormonale, che ha come obiettivo portare ad amenorrea, cioè assenza di ciclo mestruale e inibire l'attività ovulatoria.
Il secondo consiste nell'asportazione del tessuto endometriale e delle eventuali cisti, laddove presenti, eseguito solitamente in laparoscopia. Tuttavia, si opta per la chirurgia solamente in pazienti non risponsive alla terapia farmacologica».
Diagnosi precoce, quali sono i vantaggi?
«La diagnosi precoce di endometriosi consente allo specialista di fornire informazioni corrette e adeguate ai genitori e alle giovani pazienti sull'endometriosi, sul decorso e sulle opzioni terapeutiche per affrontare la patologia.
L'approccio migliore, in ogni caso, per le giovani pazienti che soffrono di dolore pelvico cronico, è quello multidisciplinare nella scelta dell'iter diagnostico-terapeutico, poiché sono molteplici le cause che generano dolore pelvico.
È compito del professionista sanitario esortare i genitori a far visitare il prima possibile le figlie adolescenti che riferiscono dolore pelvico cronico, soprattutto in caso di familiarità, poiché l'obiettivo è raggiungere un livello complessivo di benessere della paziente».
Quali sono i rischi di una mancata diagnosi?
«L'endometriosi può colpire la donna fin dall'adolescenza, proprio quando compaiono i primi sintomi che bisogna rivolgersi allo specialista. È opportuno sottolineare che si tende alla normalizzazione della sintomatologia e i dati ci confermano che la giusta diagnosi tarda ad arrivare.
In media occorrono 7 anni per avere diagnosi di endometriosi se i sintomi compaiono in età adulta, mentre se si manifestano più precocemente, durante l'adolescenza, il ritardo diagnostico può arrivare anche oltre i 10 anni, contribuendo alla progressione della patologia, alla cronicizzazione del dolore pelvico e all'eventuale compromissione della fertilità».
Pertanto, secondo il dottor Grassi, è opportuno intervenire appena compaiono i primi sintomi: ciò permette allo specialista di fornire una diagnosi clinica adeguata.