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Fare attività fisica in gravidanza fa bene ai polmoni del bambino

di Francesca Capriati - 10.11.2021 - Scrivici

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Attività fisica in gravidanza e polmoni del bambino: una ricerca conclude che le madri attive hanno figli con una migliore funzionalità polmonare

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Attività fisica in gravidanza e polmoni del bambino

Sappiamo bene che durante la gravidanza, laddove possibile e sempre previa autorizzazione del proprio medico, non vi motivo per non poter continuare a fare l'abituale attività sportiva oppure per iniziare a fare una nuova attività motoria. I benefici dello sport in gravidanza, sia per la mamma che per il bambino, sono be noti ormai, ma dal fronte della ricerca arrivano sempre nuove informazioni che non smettono di sorprenderci. L'ultima ricerca in proposito è stata presentata in occasione del recente Congresso internazionale European Respiratory Society e ha indagato sul legame tra attività fisica in gravidanza e sviluppo e funzionalità dei polmoni del bambino. Vediamo cosa è stato scoperto.

Lo studio

Lo studio è stato condotto presso l'Università di Oslo, in Norvegia, da Hrefna Katrin Gudmundsdottir e dal dottor Gudmundsdottir e ha coinvolto 814 bambini: come illustrato dai responsabili, lo studio ha trovato ulteriori prove che l'esercizio fisico durante la gravidanza fa bene non solo alle madri ma anche ai loro figli.

In particolare, la conclusione dell'analisi è stata che i bambini nati da madri inattive avevano maggiori probabilità di essere nel gruppo con la funzione polmonare più bassa rispetto ai bambini nati da madri attive. Nel dettaglio, dei 290 figli di madri inattive, l'8,6% (25) era nel gruppo con la funzione polmonare più bassa (contro il 4,2% dei 524 figli di madri attive).

La funzione polmonare media era leggermente più alta tra i bambini di madri attive rispetto a madri inattive.

E' la prima volta che viene dimostrata, con uno studio, la possibilità di una ridotta funzione polmonare nei bambini nati da donne fisicamente inattive. Studi precedenti hanno evidenziato che gli individui con una ridotta funzionalità polmonare durante l'infanzia hanno un rischio maggiore di asma, di altre malattie polmonari ostruttive e una ridotta funzionalità polmonare in età adulta.

I ricercatori norvegesi, quindi, hanno preso le mosse proprio da queste premesse e da queste evidenze, per andare ad esplorare i fattori che possono essere associati alla funzione polmonare nei neonati.

I ricercatori hanno valutato i dati relativi a 814 bambini sani che facevano parte di un gruppo più ampio arruolato nello studio Preventing Atopic Dermatitis and ALLergies in Children (PreventADALL). A 18 e 34 settimane di gravidanza, gli studiosi hanno chiesto alle future mamme di compilare dei questionari relativi a salute, stile di vita, fattori socioeconomici e alimentazione. Le donne hanno riferito, quindi, con quale frequenza facessero attività fisica, per quanto tempo e con quale intensità e poi i ricercatori hanno classificato le risposte come inattive, abbastanza attive o molto attive.

Nella seconda fase i ricercatori hanno effettuato delle misurazioni della funzionalità polmonare quando i bambini avevano circa tre mesi, utilizzando una maschera facciale sulla bocca e naso del bambino e registrando il flusso e il volume dell'aria inspirata ed espirata.

La misurazione più rilevante è stata la tPTEF / tE, cioè il rapporto tra il tempo per il picco di flusso espiratorio tidal (Peak Tidal Expiratory Flow) e il tempo espiratorio (tPTEF/tE). Un tPTEF/tE basso indica la presenza di un limite nel flusso del respiro esalato.

La misurazione media di tPTEF/tE per tutti gli 814 neonati è stata di 0,391; i 290 bambini di madri inattive hanno registrato la media più bassa (0,387) e i 299 bambini di madri molto attive quella più alta (0,394), il che non è una differenza statisticamente significativa, ma i bambini di madri inattive rispetto a quelli con madri attive avevano maggiori probabilità di avere un tPTEF / tE inferiore a 0,25, che era statisticamente significativo e indica una bassa funzione polmonare.

Il rischio di asma

Anche se non abbiamo una chiara ed univoca definizione per la funzione polmonare "bassa", i bambini con una misurazione tPTEF / tE inferiore a 0,20 poco dopo la nascita hanno maggiori probabilità di sviluppare l'asma a dieci anni. A questo punto i ricercatori hanno annunciato che continueranno a seguire i bambini mentre crescono per vedere come progredisce la funzione polmonare e come si collegherebbe allo sviluppo di malattie respiratorie, come l'asma.

Ma nel frattempo al ricerca è interessante perché se essere fisicamente attive durante la gravidanza potesse ridurre davvero il rischio di compromissione della funzionalità polmonare del neonato, sarebbe un modo semplice ed economico per migliorare la salute respiratoria dei bambini sin dalla nascita.

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