Gatti e toxoplasmosi
Gravidanza, toxoplasmosi e gatti: facciamo chiarezza sulle precauzioni da prenderi se il toxo-test è negativo.
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Il toxo-test è negativo: che ne faccio del mio gatto?
Il toxo-test è uno dei primi esami prescritti a una donna in gravidanza. Se è negativo, significa che la futura mamma non è mai entrata in contatto con il parassita responsabile della toxoplasmosi. Se la contrae proprio durante l'attesa, però, potrebbero esserci conseguenze anche molto serie per il suo bambino.
In questi casi, i gatti sono i primi contro i quali si punta il dito, perché possono trasmettere il parassita attraverso le feci. In realtà, è davvero difficile che un gatto domestico (sempre vissuto in casa e non precedentemente randagio) possa contrarre la toxoplasmosi e trasmetterla all'uomo. A meno che non vada in giardino ed entri in contatto con terreno contaminato da animali randagi.
Attenzione alla lettiera
Visto che il problema, comunque, è limitato alle feci e alla lettiera, per una precauzione in più è consigliabile farla pulire ad altri membri della famiglia oppure indossare i guanti e lavare le mani con sapone ed acqua corrente al termine delle operazioni di pulizia.
"Va specificato comunque che le cisti del parassita si schiudono circa 2-3 giorni dopo la deposizione delle feci, a una temperatura ambientale di 24°C e ad alta umidità" afferma Irene Cetin, responsabile dell'Unità operativa di ostetricia e ginecologia presso l'Ospedale Luigi Sacco di Milano e professore dell'Università di Milano. "Dunque, il rischio di contaminazione viene notevolmente ridotto se la lettiera viene pulita ogni giorno".
Insomma, una volta adottate le – poche - opportune precauzioni, non è assolutamente il caso di allontanare il gatto da casa!
Fonti per questo articolo: pagina web di Epicentro (Istituto superiore di sanità); consulenza di Irene Cetin, responsabile dell'Unità operativa di ostetricia e ginecologia presso l'Ospedale Luigi Sacco di Milano e professore dell'Università di Milano.
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