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Gatti e toxoplasmosi: un mito da sfatare

di Angela Bisceglia - 01.03.2021 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Gatti e toxoplasmosi : come comportarsi? Anche se la futura mamma non ha mai contratto la toxo, può continuare a coccolarlo. Attenzione all'igiene però

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Gatti e toxoplasmosi

Gravidanza, toxoplasmosi e gatti: facciamo chiarezza sulle precauzioni da prenderi se il toxo-test è negativo.

Guarda anche il video sulla toxoplasmosi

Il toxo-test è negativo: che ne faccio del mio gatto?

Il toxo-test è uno dei primi esami prescritti a una donna in gravidanza. Se è negativo, significa che la futura mamma non è mai entrata in contatto con il parassita responsabile della toxoplasmosi. Se la contrae proprio durante l'attesa, però, potrebbero esserci conseguenze anche molto serie per il suo bambino.

In questi casi, i gatti sono i primi contro i quali si punta il dito, perché possono trasmettere il parassita attraverso le feci. In realtà, è davvero difficile che un gatto domestico (sempre vissuto in casa e non precedentemente randagio) possa contrarre la toxoplasmosi e trasmetterla all'uomo. A meno che non vada in giardino ed entri in contatto con terreno contaminato da animali randagi.

Attenzione alla lettiera

Visto che il problema, comunque, è limitato alle feci e alla lettiera, per una precauzione in più è consigliabile farla pulire ad altri membri della famiglia oppure indossare i guanti e lavare le mani con sapone ed acqua corrente al termine delle operazioni di pulizia.

"Va specificato comunque che le cisti del parassita si schiudono circa 2-3 giorni dopo la deposizione delle feci, a una temperatura ambientale di 24°C e ad alta umidità" afferma Irene Cetin, responsabile dell'Unità operativa di ostetricia e ginecologia presso l'Ospedale Luigi Sacco di Milano e professore dell'Università di Milano. "Dunque, il rischio di contaminazione viene notevolmente ridotto se la lettiera viene pulita ogni giorno".

Insomma, una volta adottate le – poche - opportune precauzioni, non è assolutamente il caso di allontanare il gatto da casa!

Fonti per questo articolo: pagina web di Epicentro (Istituto superiore di sanità); consulenza di Irene Cetin, responsabile dell'Unità operativa di ostetricia e ginecologia presso l'Ospedale Luigi Sacco di Milano e professore dell'Università di Milano.

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Mi è stato tanto di compagnia durante i periodi che ho trascorso a riposo a casa, durante la gravidanza. Adorava mettersi sul pancione quando ero stesa, e con le sue fusa, quasi mi massaggiava. Era delicato e protettivo, quasi a saperlo che dentro c’era il nostro tesorino. Leggi l'esperienza di mamma Lisa su gatto e gravidanza

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