INCINTA PER CASO Circa un terzo delle donne intervistate è rimasta incinta senza averlo deciso e senza alcuna preparazione. La percentuale sale al 40% per le donne sotto i 30 anni. Oltre un terzo, prima del concepimento, non era mai stata dal ginecologo.
Alla notizia del bebè in arrivo, risulta dalla ricerca, quasi tutte le future mamme (il 90%) si sono rivolte finalmente a un ginecologo. Per avere informazioni le gestanti inoltre fanno ricerche sul web (il 39%, che diventa il 43% tra le più giovani) che supera i media tradizionali (38%). Libri, enciclopedia, manuali e dispense contano per il 34% delle mamme intervistate. Anche amiche (28%) e famiglia (24%), soprattutto la madre, hanno un ruolo rilevante.
RISCHI SOTTOVALUTATI Un terzo delle mamme intervistate non ha ritenuto di dover discutere con il ginecologo dei potenziali rischi del nascituro legati a: malattie, difetti, handicap frequenti in famiglia e malattie genetiche/ereditarie, malattie patologiche, aborti spontanei precedenti o gravidanza difficili. Il 43% ha affrontato solo uno o due di questi temi. Per quanto riguarda gli esami diagnostici prenatali, appare poco conosciuta la villocentesi. Situazione più confortante invece per le ecografie, seguite da amniocentesi e bitest.
LO STILE DI VITA, SI PUO' FARE DI PIU' Non è un quadro molto confortante: una percentuale variabile dal 25 al 60% delle donne intervistate si adegua alle raccomandazioni mediche per quanto riguarda cibo, alcol, fumo ecc. In particolare, è emerso che: il 61% ha assunto acido folico, il 53% ha bevuto molta acqua, il 52% ha seguito il regime alimentare consigliato dal ginecologo o da un altro medico, il 51% è stata attenta a non aumentare di peso, il 48% ha ridotto o annullato il consumo di caffè o tè, il 44% ha mangiato molta frutta e verdura, il 44% ha ridotto o annullato il consumo di alcolici. Solo il 24% ha smesso di fumare o ha fumato molto meno.
INFEZIONI, POCA PREVENZIONE La maggior parte delle mamma interpellate dimostra scarsa conoscenza sui vaccini e comportamenti utili per evitare infezioni potenzialmente pericolose per il nascituro e cioè toxoplasmosi, rosolia, sieropositività per il virus Hiv, epatite B, tubercolosi, varicella, quinta malattia (parvovirus B19), herpes simplex, citomegalovirus. Il 27% del campione non ne conosce alcuno. Tra le diverse infezioni il più alto tasso di conoscenza lo registrano la toxoplasmosi (36%) e la rosolia.
PARTO, QUESTO SEMI-SCONOSCIUTO Poco più della metà delle future mamme partecipa a corsi preparto (ci sono poche possibilità di farlo soprattutto al Sud), a questo la ricerca attribuisce scarsa conoscenza sul parto. Soltanto il 32% si è informata sulla percentuale di parti naturali nella sala parto a cui sarebbe ricorsa. Sotto al 60% è inoltre la percentuale di donne informate sul parto con epidurale. Opportunità che peraltro soltanto il 33% delle informate è stata poi disposta a sperimentare. Nonostante il parto “nel dolore”, le donne intervistate si sono dette mediamente soddisfatte per l’assistenza in gravidanza e durante il parto. Una dato inaspettato: la presenza del padre in sala parto è desiderata “solo” dal 58% delle donne.
ESAMI AL NEONATO? NON SAPREI Le neo mamme mostrano (e spesso non per colpa loro) scarsa conoscenza degli esami fatti al neonato dopo il parto o nei giorni immediatamente successivi. In vari casi, riconosce infatti la ricerca, vengono praticati senza informare la neo mamma. Dunque il 48% della mamme intervistate dice che è stato fatto l’esame delle anche, il 35% quello per la sordità congenita, il 34% quello per la fibrosi cistica, il 31% quello per la fenilchetonuria, il 28% quello per l’ipotiroidismo congenito. Ben il 32% delle mamme esclude o non ricorda alcuno degli esami detti, mentre il 38% ne cita un paio.