Giornata Mondiale per la Lotta alla Trombosi
Ogni anno in Italia oltre 600mila le persone sono colpite da Trombosi. Una malattia subdola, che molto spesso si manifesta quando è già nella sua fase più acuta, se non addirittura irreversibile. La miglior cura resta la prevenzione, con scienza e buonsenso. Un messaggio che ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus sostiene da più di 35 anni e che rinnova in occasione della Giornata Mondiale per la lotta alla Trombosi 2022, il World Thrombosis Day, in programma giovedì 13 ottobre.
Le malattie da Trombosi
Le malattie da Trombosi si chiamano
- Infarto del miocardio,
- Ictus cerebrale,
- Embolia polmonare,
- Trombosi venosa profonda o superficiale,
- Trombosi arteriosa.
Malattie che colpiscono organi "nobili": cuore, cervello, polmone. Le chiamiamo con il nome dell'organo che colpiscono, ma sono sempre causate dalla formazione di un Trombo, un coagulo di sangue inopportuno che si forma in un punto e in un momento in cui non si sarebbe dovuto formare: in una arteria, in una vena, nel cuore. Nel loro insieme le malattie da Trombosi sono la prima causa di morte e di grave invalidità in tutti i Paesi civilizzati: colpiscono il doppio dei tumori.
La Trombosi non è un mondo per vecchi: colpisce anche giovani e persino bambini, in modo drammatico, distrugge la vita e la qualità della vita del paziente e dei suoi cari.
Le malattie da Trombosi si possono prevenire in un caso su tre
Le malattie da Trombosi possono essere evitate almeno in una persona su tre: conoscenza e prevenzione sono le parole chiave per prevenirle, sospettarle senza perdere tempo, e poi curarle.
Con questo obiettivo è nata ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari - Onlus, che da oltre 35 anni traduce in linguaggio semplice i risultati della ricerca scientifica, rendendoli comprensibili a tutti.
Pomodoro rosso, bicicletta gialla, prato verde sono le tre immagini scelte da ALT nel 1987, e ora di nuovo protagoniste dell'Agenda del Cuore 2023 di ALT Onlus, uno strumento che accompagna, mese per mese, con schede informative che aiutano a prendersi cura di cuore, cervello, polmone, vene e arterie, attirando l'attenzione su quanto si può fare per prevenire la Trombosi, ridurre i fattori di rischio, riconoscere i sintomi premonitori qualora si manifestassero, e per permettere ai medici di curare presto e bene le malattie causate dalla Trombosi.
Smaltiamo lo stress!
«Lo stress, eccessivo e protratto a lungo nel tempo, rovina la nostra salute. Mettere a fuoco la realtà, cercare soluzioni, cambiare l'approccio alla vita, ricominciare a camminare, correre, ballare, andare in bicicletta, salire e scendere le scale sono soluzioni facili, accessibili a tutti e aiutano a smaltire lo stress. Dobbiamo ricominciare: dobbiamo diventare consapevoli che possiamo fare a meno di molte cose, ma certo non della nostra salute. Dobbiamo proteggerla, non buttarla via, non aspettare di ammalarci per capire quanto valga se abbiamo il privilegio di averla. Possiamo cambiare, se decidiamo di volerlo fare, se possiamo permettercelo. ALT crede fortemente nell'importanza della prevenzione e della cura della salute, lotta per questo dal 1987, anno in cui è stata fondata: lo ha fatto fino ad oggi, per mettere a disposizione di tutti informazioni fondamentali per rimanere sani, se abbiamo il privilegio di esserlo!
spiega la dott.ssa Lidia Rota Vender, Presidente di ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus.
La trombosi in gravidanza
In gravidanza aumenta il rischio di trombosi, perché il sangue tende a coagulare di più. Il rischio è maggiore se c'è una predisposizione trombofilica.
È una condizione fisiologica, che si instaura fin dall'inizio, accentuandosi nell'ultimo trimestre e nelle prime settimane dopo il parto: una strategia per impedire alle donne di morire dissanguate durante il parto. Questa condizione può aumentare leggermente il rischio di alcuni eventi trombotici.
Esiste un esame per vedere se si è a rischio di trombofilia? Chi lo dovrebbe eseguire?
Sì, esiste una batteria di esami per valutare se i fattori della coagulazione sono "in ordine" o se c'è qualcosa che non va. Si tratta del cosiddetto screening trombofilico, eseguito attraverso un semplice esame del sangue.
Secondo le Linee guida della Società italiana per lo studio di emostasi e trombosi (Siset), questo test dovrebbe includere l'analisi dei seguenti fattori: antitrombina, proteina C, proteina S, resistenza alla proteina C attivata e/o fattore V Leiden, mutazione G20210A, protrombina, omocisteina, anticorpi antifosfolipidi.