Gonorrea in gravidanza
La gonorrea in gravidanza è una infezione diffusa, tra quelle di tipo batterico, insieme alla clamidia. È una malattia sessualmente trasmissibile che può essere contratta con qualsiasi tipo di rapporto. È provocata da un batterio, Neisseria gonorrhoeae, in grado di infettare le vie uretrali nell'uomo e le vie uro-genitali nella donna. Per crescere e riprodursi questo batterio necessita di un ambiente caldo e umido e gli organi genitali femminili e l'uretra (sia nella donna che nell'uomo) sono l'ambiente ideale. L'infezione può però svilupparsi anche in altre sedi: bocca, gola, occhi e retto. Se una donna incinta contrae la gonorrea, il rischio è che possa passarla, durante il parto, al bambino e causargli una congiuntivite neonatale.
Cos’è la gonorrea e quali sono i sintomi
Nelle donne la gonorrea può danneggiare le tube, causando infertilità, e aumentare il rischio di gravidanza ectopica. Nelle donne incinte può causare:
- rottura prematura delle membrane
- ritardo di crescita intrauterina
- corionamnionite
- parto pretermine
- può essere trasmessa al nascituro al momento del parto, provocando una congiuntivite nel neonato
Spesso l'infezione è asintomatica o si presenta con sintomi lievi e difficilmente distinguibili da altre infezioni che interessano vagina o vescica. Le complicazioni possono però essere anche molto serie, e portare all'infertilità. Quando presente, la sintomatologia nelle donne comprende:
- bruciore durante la minzione
- aumento delle secrezioni vaginali
- perdite di sangue tra un ciclo mestruale e l'altro
Come prevenire la gonorrea
Il metodo migliore per prevenire la comparsa della gonorrea è tramite l'utilizzo del profilattico. È inoltre consigliabile evitare rapporti sessuali occasionali o con partner infetti. Non esiste un vaccino contro la malattia a causa della natura mutevole del virus, per questo motivo l'unico modo per evitare di contrarre la gonorrea è avere rapporti sicuri e protetti.
Come trattare la gonorrea in gravidanza
La gonorrea può essere trasmessa dalla madre al neonato durante il parto e causare oftalmite con congiuntivite, ulcere corneali, ascessi, perforazioni oculari fino alla cecità permanente.
I casi di cecità da infezione gonococcica sono nettamente diminuiti dall'introduzione della profilassi generalizzata con nitrato d'argento, tetracicline o eritrocina (effettuata in tutti i neonati entro un'ora dalla nascita). Lo screening in gravidanza è raccomandato da alcune agenzie internazionali durante la prima visita prenatale. In generale il trattamento per curare l'infezione può essere però costituito da tetraciclina o chinolonici. La gonorrea in gravidanza o allattamento deve essere trattata il prima possibile. Se si sospetta di aver contratto la malattia, è necessario contattare subito il proprio medico per individuare la soluzione terapeutica più corretta. Nei casi più gravi potrebbe essere necessario ricorrere all'uso di farmaci antibiotici che consentono di combattere i batteri che hanno generato l'infezione. Si tratta di farmaci che non provocano danni al bambino e lo proteggono dai rischi più comuni causati da questa patologia.
Come si diagnostica la gonorrea
Come sottolinea l'Humanitas, la diagnosi per sapere se si ha la gonorrea è più facile negli uomini che nelle donne. Dal momento che spesso la gonorrea è asintomatica, per effettuare la diagnosi è necessario far ricorso a esami di laboratorio. I campioni da analizzare vengono prelevati con dei tamponi dalle parti del corpo infettate con più frequenza come la cervice, l'uretra, il retto e la faringe. Il tampone è indolore, dura pochi secondi e consente di prelevare il campione necessario alla rilevazione del virus. Il batterio può essere esaminato direttamente al microscopio, tramite esame diretto, o coltivato in laboratorio, con esame colturale. Da ricordare è che la patologia non regredisce da sola e l'unico modo per combattere i sintomi è tramite una terapia mirata, soprattutto durante la gravidanza. Se si sospetta di aver contratto la gonorrea, è fondamentale contattare il prima possibile il proprio medico o uno specialista.